K metro 0 – Berlino – In Germania, informa l’agenzia stampa tedesca “Zdfheute”, si discute su come rilanciare il biglietto dei trasporti pubblici da 9 euro: misura introdotta a giugno scorso. Sino alla fine di agosto, con un biglietto al prezzo “forfettario” di 9 euro al mese, si può viaggiare su treni locali, regionali, autobus
K metro 0 – Berlino – In Germania, informa l’agenzia stampa tedesca “Zdfheute”, si discute su come rilanciare il biglietto dei trasporti pubblici da 9 euro: misura introdotta a giugno scorso. Sino alla fine di agosto, con un biglietto al prezzo “forfettario” di 9 euro al mese, si può viaggiare su treni locali, regionali, autobus e tram su tutto il territorio del Paese. La rivoluzione low cost, voluta dal governo di coalizione guidato dal cancelliere socialdemocratico Olaf Scholz, è stata una risposta al caro energia, ma ha permesso anche di tagliare le emissioni di CO2, oltre al traffico sulle strade (che è stato sempre forte, in un Paese dove i normali biglietti dei trasporti pubblici sono notoriamente cari).
In soli 2 mesi, così, sono stati venduti 21 milioni di “9 euro ticket”; mentre il Governo federale ha compensato con sostanziosi finanziamenti i comunque diminuiti introiti delle aziende di trasporto. Ma ora che si avvicina la scadenza del 31 agosto, che fare? La questione è importante, anche per l’interesse che questa soluzione innnovativa, in pochi mesi, ha suscitato anche all’estero: ad esempio in Inghilterra, altro Paese dal forte “caro trasporti”, Svizzera e Italia (dove anche il sindaco di Roma, Gualtieri, sta pensando, per i soli trasporti capitolini, a proporre una soluzione del genere).
Le valutazioni di politici e amministratori locali non sono concordi. “Gli Stati federali hanno già dimostrato con il “pacchetto di salvataggio” anti Covid che sono disposti a partecipare in modo sostanziale”, ha affermato il politico verde Schaefer, e anche il ministro dei Trasporti della Renania settentrionale – Westfalia, Oliver Krischer, ha rilasciato una dichiarazione simile: “Siamo pronti a parlare di un’estensione della misura a breve termine e di un nuovo accordo permanente”, ha detto alla “Westdeutsche Allgemeine Zeitung”.
Il gruppo parlamentare SPD insiste affinché i Lander contribuiscano ai costi. Il vicepresidente del gruppo parlamentare, Detlef Müller, ha dichiarato all’Agenzia di stampa tedesca che “occorre garantire che non si debba trascurare la necessaria stabilizzazione di queste operazioni a seguito dell’aumento dei costi e dell’ampliamento dell’offerta di trasporto pubblico”. E che un altro “modo praticabile per finanziare la quota federale…è quantomeno ridurre i sussidi dannosi per il clima nell’area del traffico stradale” (Muller si riferiva evidentemente al pacchetto di misure temporanee che i liberali hanno fatto recentemente approvare per l’energia, inclusa una riduzione sul carburante che avvantaggia gli automobilisti). Volker Wissing, Ministro federale per i Trasporti e le Infrastrutture digitali, e Segretario del Partito Liberale Democratico, è comunque disponibile a proseguire col biglietto da 9 euro. Secondo il suo ministero, la disponibilità degli Stati federali a contribuire finanziariamente è un fattore decisivo per un modello successivo: che, però, dev’essere ancora definito nei dettagli. Anche la verde Maike Schaefer, Presidente della Conferenza dei Ministri dei Trasporti dei vari Lander,ha dichiarato la disponibilità dei singoli Ministeri locali a partecipare al rifinanziamento del biglietto; e così anche ‘l’Associazione delle compagnie di trasporto tedesche (che, ovviamente, non disdegnerebbe la continuazione dei contributi di ripianamento di cui ha goduto, in questi mesi, da parte del Governo federale).
Più radicale, infine, la proposta dei Verdi di abolire l’attuale tassazione forfettaria delle auto aziendali, per finanziare il “successore” del biglietto da 9 euro. “È già polemica di sinistra definire un privilegio la tassazione forfettaria di un’auto aziendale”, ha ribattuto Christian Lindner, ministro federale delle Finanze: sostenendo che quest’attuale misura è, in sostanza, soprattutto una semplificazione fiscale. A suo avviso, l’idea dei Verdi costringerebbe diversi milioni di cittadini a tenere una sorta di specifico “giornale di bordo” per ogni auto (oltre, cioè, ai normali documenti di circolazione), senza che il risultato finale comporti entrate aggiuntive per lo Stato. Le indagini hanno dimostrato che la tassazione forfettaria delle auto aziendali non significa affatto un privilegio fiscale, ha affermato Lindner. C’è, invece, ha ricordato, un contributo fiscale pubblico per i veicoli aziendali, ad esempio per le auto elettriche, nel quadro complessivo delle misure statali per sostenere l’energia pulita.
I dati ufficiali, comunque, dimostrano il sostanziale successo del “9 euro ticket”, anche nei suoi effetti indiretti. La decongestione delle arterie urbane dal traffico automobilistico, infatti, ha interessato soprattutto Amburgo e Wiesbaden. Qui gli specialisti della navigazione satellitare hanno rilevato il risparmio medio rispettivamente di 4,2 e 3,9 minuti su un tragitto di mezz’ora. Ai 21 milioni di nuovi utenti dei mezzi pubblici si aggiungono i 10 milioni di passeggeri che erano già in possesso dell’abbonamento ordinario.