K metro 0 – Parigi – Si è conclusa a Parigi la sesta edizione di Vivatech, la grande fiera per le start-up e l’industria digitale in programma dal 15 al 18 giugno. 13.000 le start-up che vi hanno partecipato, insieme a grandi multinazionali (Google, Huawei, Amazon Web Services, IBM, Intel, Cisco, Alibaba Group, ecc.) e un
K metro 0 – Parigi – Si è conclusa a Parigi la sesta edizione di Vivatech, la grande fiera per le start-up e l’industria digitale in programma dal 15 al 18 giugno. 13.000 le start-up che vi hanno partecipato, insieme a grandi multinazionali (Google, Huawei, Amazon Web Services, IBM, Intel, Cisco, Alibaba Group, ecc.) e un fitto programma di conferenze con 400 relatori di alto profilo, tra cui Mark Zuckerberg (fondatore e ceo di Facebook), Jack Ma (fondatore di Alibaba), Dara Khosrowshahi (ceo di Uber) e Satya Narayana Nadella (ceo di Microsoft).
Causa Covid, l’edizione 2022 si è svolta ancora in modalità ibrida, ma con una maggiore partecipazione in presenza, in uno spazio dimezzato (di 45.000 metri quadri) all’interno del polo fieristico Paris Expo Porte de Versailles.
Sempre più interesse, nei grandi Expo sull’innovazione come VivaTech, sta destando la deep technology la tecnologia profonda (basata sulla ricerca scientifica e le scoperte).
In Francia, il “deep tech”, l’insieme di nuove tecnologie innovative e originali, fondate su scoperte scientifiche, ingegneria, matematica, fisica, medicina, è considerato particolarmente rilevante per i problemi del 21° secolo, con l’aumento delle epidemie e dei cambiamenti climatici. E la Francia aspira svolgere un ruolo importante in questo campo fiorente.
“Deep tech” sembra l’opposto del metaverso (il mondo virtuale, senza interazioni tra persone fisiche) di Mark Zuckerberg. A Vivatech 2022 il metaverso era sulla bocca di tutti. Ma una passeggiata tra i corridoi rivelava start-up con nomi più oscuri come Genoskin, Natif e Preligens, tutte provenienti dal mondo del “deep tech”.
In effetti, la poca visibilità di questo settore è in parte dovuta alla vaghezza del termine. Ma la pandemia di Covid-19 ha dimostrato che questa tecnologia non è astratta o di difficile comprensione. “Il fatto che i vaccini possano essere immessi sul mercato in un anno, quando prima ce ne sarebbe voluti quasi dieci, si deve alla tecnologia profonda”, afferma Alizée Blanchin (direttrice della strategia per Hello Tomorrow, una rete mondiale di start-up “deep tech”).
Moderna e BioNTech hanno potuto utilizzare la ricerca sull’intelligenza artificiale applicata alla medicina per accelerare lo sviluppo delle molecole necessarie a combattere la SARS-CoV-2.
Non sorprende, del resto, che molte start-up “deep tech” si stiano concentrando sul settore sanitario. A VivaTech molti erano gli stand del CNRS (centro nazionale di ricerca sceintifica) e dell’ Inria (Istituto nazionale di ricerca in scienza e tecnologia digitale) affiancati da grandi aziende farmaceutiche come Sanofi, presente con i suoi giovani virgulti.
In assenza di un gigante americano del “deep tech” la Francia potrebbe avere un vantaggio. Già prima della pandemia, aveva scommesso sulla tecnologia profonda.
Nel 2019, il presidente Emmanuel Macron aveva annunciato un vasto piano da 2,5 miliardi di euro in cinque anni per aiutare il lancio di 500 start-up francesi “deep tech” ogni anno dal 2025.
Il governo ritiene che la Francia possieda due vantaggi che potrebbero consentire il loro successo in questo campo: la ricerca e una profonda rete industriale.
“Deep tech” ha in effetti bisogno dell’industria, che in Francia ha ancora solide basi (nonostante le delocalizzazioni) e non si limita a mettere a punto semplici applicazioni per smartphone. Le innovazioni “deep tech” richiedono spesso la realizzazione in fabbrica di nuovi prodotti – come ad esempio materiali da costruzione più isolanti.
Un altro vantaggio, è che, a differenza dei giganti del Big Tech che dominano l’industria della tecnologia dell’informazione in tutto il mondo, un gigante americano nel settore “deep tech” deve ancora emergere, lasciando spazio alle start-up francesi per progredire.
Un’ambizione che comincia a dare i suoi frutti. Nel 2021, le startup “deep tech” francesi sono aumentate del 30% rispetto al 2020. Nel gennaio 2022 Exotec, un produttore di robot da magazzino, è diventata la prima start-up “deep tech” a entrare dell’esclusivo club francese di 25 “unicorni”: aziende tecnologiche valutate oltre un miliardo di euro. L’obiettivo del governo è raggiungere 10 unicorni entro il 2025.
Oltre alla salute, anche l’industria agroalimentare sta attirando l’attenzione di “deep tech”. Il passaggio a prodotti proteici alternativi (alghe, insetti o bistecche coltivate in laboratorio) ha ispirato molti imprenditori scientifici, spiega Blanchin.
E il conflitto in Ucraina, aggiunge, ha reso inoltre evidente “l’interesse geopolitico dell’innovazione nel settore energetico, per porre fine alla nostra dipendenza in questo campo”.
Ciò nonostante, “deep tech” rimane ancora meno attraente tra gli investitori rispetto a “fintech” (l’innovazione nella finanza), il metaverso e altre nuove applicazioni per smartphones.
Le innovazioni “deep tech” richiedono investimenti significativi fin dall’inizio per ottenere risultati che richiedono molto tempo per concretizzarsi e comportano spesso rischiose rotture di vecchi schemi.
L’infatuazione per la moda del metaverso lanciata da Zuckerberg non aiuta. E riduce innegabilmente i finanziamenti disponibili per le start-up “deep tech”, nonostante il fatto, altrettanto innegabile, che, contrariamente a molte ∂i esse, questi mondi virtuali del metaverso non cercano di risolvere i principali problemi della nostra società, come il riscaldamento globale o la moltiplicazione delle epidemie.
“Il settore rappresenta solo il 10% degli investimenti tecnologici in Francia”, afferma Blanchin. Qui come altrove, la maggior parte delle aziende tecnologiche si basa sull’innovazione del modello di business ovvero sulla sua transizione da offline a online, utilizzando la tecnologia esistente.
Per gli investitori europei, ”deep tech” è spesso una scommessa. Ma negli ultimi cinque anni in tutta Europa i finanziamenti per le imprese “deep tech” sono aumentati, con 7,7 miliardi di euro nel 2019 (quasi tre volte rispetto al 2015).
E i principali settori cui sono destinati sono quelli oggi più proiettati verso il futuro: intelligenza artificiale, scienza dei materiali avanzati, fotonica ed elettronica, biotecnologie, advanced manufacturing, calcolo quantistico…
A Vivatch hanno richiamato grande attenzione innovazioni sensazionali come il taxi volante autonomo, il piccolo veicolo elettrico destinato al car-sharing di Renault, un controller intelligente collegato da Bluetooth che rende possibile ai non vedenti interagire con lo smartphone. Ma l’obiettivo principale di Vivatech è essere uno spazio di incontro, una rete per collegare start-up e investitori.