K metro 0 – Lisbona – La depenalizzazione della morte assistita è stata approvata questo giovedì per la terza volta in due anni. Ma con dieci voti in meno rispetto allo scorso novembre e con una maggiore opposizione nei banchi del PSD (63 voti contrari). La votazione non ha registrato tuttavia la partecipazione del leader
K metro 0 – Lisbona – La depenalizzazione della morte assistita è stata approvata questo giovedì per la terza volta in due anni. Ma con dieci voti in meno rispetto allo scorso novembre e con una maggiore opposizione nei banchi del PSD (63 voti contrari). La votazione non ha registrato tuttavia la partecipazione del leader del partito, Rui Rio, favorevole all’eutanasia. Infatti, solo nove dei 70 deputati socialdemocratici si sono opposti al progetto di risoluzione di Chega (partito politico portoghese di estrema destra di orientamento nazionalista e social-conservatore fondato nel 2019 da André Ventura) in difesa del referendum.
Lo scorso novembre, il documento su cui il Presidente della Repubblica aveva posto il veto è stato approvato con 138 voti a favore, 84 contrari e 5 astensioni. Ieri, le quattro proposte di legge (PS, BE, PAN e IL) volte a depenalizzare la morte medicalmente assistita hanno avuto un voto simile. Quello del PS, il più votato, ha ricevuto 128 voti a favore e 88 contrari. La votazione è stata caratterizzata dall’assenza di Rui Rio, che ha sempre votato a favore e si è opposto al referendum. Il leader del PSD si trova al momento in Sudafrica. E la sua assenza è stata usata come arma dal presidente della Chega, che ha sottolineato come il leader eletto dei socialdemocratici, Luís Montenegro, abbia una posizione contraria a quella di Rui Rio: contro l’eutanasia e a favore di un referendum.
La richiesta di referendum non è stata però approvata. Ma ha ottenuto 61 voti dai banchi del PSD (il tempo di parola è stato diviso tra deputati dell’opposizione e dell’opposizione), appioppando al partito un’iniziativa di Chega. Inoltre, solo sei deputati del PSD hanno votato a favore dell’eutanasia. La relazione, approvata dal Parlamento europeo a dicembre, afferma che “il Parlamento europeo non è favorevole all’eutanasia, ma parteciperà al dibattito sull’eutanasia”.
In un dibattito ancora una volta segnato tra “diritto individuale” e “conservazione della vita”, i difensori dell’eutanasia hanno sventolato la sentenza della Corte Costituzionale, in cui si ritiene che “il diritto alla vita non può essere trasfigurato in un dovere di vivere in qualsiasi circostanza”. E gli oppositori hanno ribadito la tesi che la questione non è stata inclusa nei programmi elettorali delle elezioni generali.
Il dibattito sull’eutanasia sarà ora elaborato dalla Commissione Affari Costituzionali e si prevede che il voto finale globale avrà luogo prima della fine dei lavori, a luglio. Poi, l’eutanasia sarà rimandata a Belém.