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Un libro sviscera il mito di Claudio Baglioni partendo dalla storica “Camilla”

Un libro sviscera il mito di Claudio Baglioni partendo dalla storica “Camilla”

K metro 0 – Roma – Di chi stiamo parlando? Ma del singolare, emblematico, iconico rapporto esistito, per anni, tra un mito della canzone come Claudio Baglioni e la sua altrettanto mitica auto Citroen 2 cavalli, la “Camilla” (così lui l’aveva battezzata): che per anni l’ha accompagnato nelle prime fasi del suo viaggio esistenziale e

K metro 0 – Roma – Di chi stiamo parlando? Ma del singolare, emblematico, iconico rapporto esistito, per anni, tra un mito della canzone come Claudio Baglioni e la sua altrettanto mitica auto Citroen 2 cavalli, la “Camilla” (così lui l’aveva battezzata): che per anni l’ha accompagnato nelle prime fasi del suo viaggio esistenziale e professionale, diventando anzi l’emblema del Baglioni dei primi tempi (primo LP del cantautore fu “Claudio Baglioni”, 1970; cui seguirono “Un cantastorie dei giorni nostri”. 1971, e poi i due primi grandi successi di “Questo piccolo grande amore” e “Gira che ti rigira amore bello”, rispettivamente del ’72 e ’73).

Questo rapporto viene ora sviscerato in un godibile saggio (ma il termine, troppo serioso, non è quello giusto: diciamo, meglio, una sorta di “diario senza date”, a 4 mani). Scritto da Pierluigi (Pigi) Sbaraglia, docente di lettere, giornalista e autore di testi teatrali, e Chiara Sabatini, docente di inglese e traduttrice di letteratura scandinava per ragazzi, ambedue umbri (con l’Umbria, tra l’altro, Baglioni, nel 1971 autore anche delle musiche del capolavoro di Franco Zeffirelli “Fratello sole, sorella luna”, sull’assisiate San Francesco, ha da sempre un rapporto speciale). “La Camilla Baglioni’s car”: questo il titolo del libro, fresco di stampa per i tipi della Gambini editore (Attigliano, 2022. €.20,00), casa editrice che – come ha spiegato la stessa Isabella Gambini, presente alla presentazione – cerca di promuovere la cultura come mezzo di partecipazione, arricchimento e scambio, affrontando – in una prospettiva sempre storica – i temi sociali, di attualità, geopolitici piu’ vari.

Il libro è stato presentato alla sala stampa della Camera dei Deputati, dagli Autori con la partecipazione dell’on. Francesca Galizia (M5S, che ha ricordato la battaglia per l’approvazione, nel 2018, della legge Piccoli – Nardelli, sul Piano nazionale per la promozione della lettura, patti locali per la lettura con Regioni, Comuni, istituzioni scolastiche e culturali e privati, albo delle librerie di qualità, aumento del tax credit per le librerie, ecc…), e i saluti del cav. Riccardo Di Matteo, Presidente di Sinergytaly – associazione non lucrativa rivolgentesi alle imprese italiane volte a promuovere le eccellenze made in italy avendo rapporti commerciali con l’estero – e dell’altro onorevole Antonio Tasso, del gruppo misto di Montecitorio (componente MAIE, Movimento Associativo Italiani all’ Estero).

“La macchina di Baglioni – ha ricordato Clara Iatosti, giornalista di TV 2000, moderatrice – divenne famosa soprattutto col IV Lp del cantautore, “Gira che ti rigira amore bello” (1973): comparendo nei testi delle canzoni e campeggiando, anzi, nella copertina, a piu’ pagine, del disco (di cui una copia originale, vera e propria “chicca”, è stata giustamente esibita da Pigi Sbaraglia). Un LP che era una sorta di “Easy rider” all’italiana: parlando d’un viaggio di Claudio attraverso la penisola, da nord a sud: metafora d’un itinerario in senso anche esistenziale, scandito da canzoni di cui la più celebre resta “Amore bello”, secondo grande successo del cantautore romano (dopo “Questo piccolo grande amore”, del ’72).

Parlare della mitica Citroen 2CV “Camilla”, allora – han sottolineato i relatori – diventa un pretesto per parlare sia di Baglioni, d’un artista “evergreen” che nella musica italiana, a 71 anni, continua a ricoprire un ruolo di primissimo piano, che di un decennio, diremmo quasi quei ”fabulous seventies”, indimenticabile nella stria civile e culturale del nostro Paese. Quel decennio che, prima ancora di entrare nella storia, come, purtroppo, quello della nascita del terrorismo e delle stragi e della piaga droga, vi era già entrato come quello della musica pop e rock (in creativa espansione, in quel periodo, un po’ in tutto l’Occidente), della scoperta delle libertà civili e sessuali (dopo i primi “vagiti” degli anni ‘60), di una travolgente gioia di vivere – da Woodstock all’Isola di Wight – solo apparentemente superficiale e fine a sé stessa. Il tutto, analizzato da due autori diversi, ma in un certo senso complementari; la “baglioniana convinta” Chiara Sabatini e il più tiepido, perché, diremmo, più ”deandreian – gucciniano”, ma sempre obbiettivo, Pigi Sbaraglia.

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