K metro 0 – Roma – Il Rapporto Italia, giunto quest’anno alla 34a edizione, ruota attorno a 6 capitoli, ciascuno dei quali offre una lettura dicotomica della realtà esaminata. Ogni capitolo è illustrato attraverso 6 saggi e 60 schede fenomenologiche. Vengono affrontati, quindi, attraverso una lettura duale della realtà, temi che l’Istituto ritiene rappresentativi della
K metro 0 – Roma – Il Rapporto Italia, giunto quest’anno alla 34a edizione, ruota attorno a 6 capitoli, ciascuno dei quali offre una lettura dicotomica della realtà esaminata. Ogni capitolo è illustrato attraverso 6 saggi e 60 schede fenomenologiche. Vengono affrontati, quindi, attraverso una lettura duale della realtà, temi che l’Istituto ritiene rappresentativi della attualità politica, economica e sociale del nostro Paese.
Le dicotomie tematiche individuate per il Rapporto Italia 2022 sono:
CONSERVAZIONE/CAMBIAMENTO • PRESENZA/ASSENZA • ARRETRATEZZA/MODERNITÀ • ORDINARIO/STRAORDINARIO • MONETA/MONETE • UNIVERSO/METAVERSO
Ad arricchire il Rapporto, le indagini campionarie che, nell’edizione di quest’anno, hanno sondato alcuni dei temi tradizionalmente osservati dall’Eurispes: la fiducia nelle Istituzioni; il Presidenzialismo; i conflitti internazionali e la crisi energetica; la situazione economica delle famiglie e i consumi; il sistema della giustizia; le nuove tecnologie; l’opinione sui temi etici; il rapporto con il mondo animale e numerosi altri contenuti di stretta attualità.
Nelle considerazioni generali che aprono il Rapporto il Presidente dell’Eurispes, Gian Maria Fara, ha voluto sottolineare: «Mai avremmo pensato di dover presentare il Rapporto Italia in una situazione segnata dal sommarsi della emergenza della pandemia del Covid, una tragedia che continua a mietere centinaia di vittime ogni giorno, con l’emergenza della guerra che si è aperta inaspettatamente nel nostro continente. Come comunità italiana dobbiamo oggi riflettere anche per prendere coscienza dei limiti dei nostri sistemi conoscitivi. Un dato è certo: le due emergenze si sono rivelate al mondo come fatti sorprendenti, inattesi, imprevedibili. Questo è il punto su cui riflettere, pensando a quanto sia controproducente e lontana da ogni riferimento etico la posizione di chi ha giustificato i propri evidenti limiti di analisi, conoscenza e previsione, definendo queste emergenze semplicemente delle “sorprese strategiche maggiori”».
«Ci troviamo, dunque, – prosegue Fara – in un momento di passaggio cruciale, in uno snodo della storia carico di indeterminatezza per il futuro, e questo vale particolarmente proprio per noi, per l’Europa». E in questa direzione: «Nel discorso tenuto lo scorso 3 maggio a Strasburgo alla plenaria del Parlamento europeo, il Presidente Mario Draghi ha voluto tracciare le linee dei nuovi Stati Uniti d’Europa dando indicazioni precise per affrontare la attuale crisi che ha definito “insieme umanitaria, securitaria, energetica ed economica”. Un federalismo europeo, dunque, che impegni gli Stati membri in maniera differente rispetto al passato su alcuni temi fondamentali per la tenuta stessa dell’Unione: una Difesa unica, nuove politiche di efficientamento e approvvigionamento energetico, revisione del Patto di Stabilità e delle regole fiscali, coordinamento comune nella gestione dei flussi migratori e, infine, una nuova apertura dell’Europa per accelerare l’ingresso nell’Unione non solo dell’Ucraina, ma anche di altri paesi ad Est e per ultima, ma non ultima, la necessità di superare il meccanismo dell’unanimità nelle decisioni strategiche. Ancora più importante il ruolo di dialogo e mediazione che l’Europa deve occupare nello scenario internazionale».
«Nel passaggio storico che stiamo vivendo, conclude il Presidente dell’Eurispes, occorre operare per la costruzione di una “Buona Società”. Ciò significa, al di là di ogni possibile rigurgito o tentazione ideologica, agire per la identificazione e condivisione del punto di equilibro di una vera coesione sociale. Un nuovo patto sociale che si basi sulla affermazione o, meglio, sulla riaffermazione di quei valori umani indicati dalla Costituzione italiana sui rapporti etico-sociali; valori esplicitati come diritti e doveri alla solidarietà, come responsabilità verso se stessi e gli altri, come apertura al merito.
Questi ultimi due anni segnati prima dalla pandemia e poi dalla guerra in Ucraina, hanno messo a dura prova il Paese ma, nello stesso tempo, hanno evidenziato la sua capacità, talora inattesa, di resistere e il valore di alcune sue componenti. E questo nonostante ci sia una politica che non rinuncia agli antichi vizi e irresponsabilmente rema contro la stabilità ricercata nell’attuale momento di crisi ed emergenza dal Governo e dal Presidente della Repubblica.
C’è evidentemente un’Italia che funziona, che è in grado di esprimere una elevata qualità di azione. Insomma, “un’Italia che c’è”, è pronta. È da qui si può ripartire».
RESTA ALTO IL CONSENSO PER IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA, PER LE FORZE DELL’ORDINE, LE FORZE ARMATE E L’INTELLIGENCE. SCUOLA E UNIVERSITÀ SONO UN PUNTO SALDO PER GLI ITALIANI. VOLONTARIATO E PROTEZIONE CIVILE CONTINUANO A RISCUOTERE UN DIFFUSO APPREZZAMENTO. PIÙ DELLA METÀ DEGLI ITALIANI HA FIDUCIA NELLA CHIESA.
Alla domanda su come si sia modificato nell’ultimo anno il livello della fiducia dei cittadini nei confronti delle Istituzioni, sia pubbliche sia private, che operano nel nostro Paese su diversi livelli, tre cittadini su dieci, il 30,3%, hanno riferito una diminuzione della propria fiducia, mentre solo uno su dieci ha indicato un aumento (10,1%).
Entrando nel dettaglio delle singole Istituzioni, i risultati dell’indagine dell’Eurispes hanno prodotto i seguenti risultati in termini di fiducia: il Presidente Sergio Mattarella mantiene il consenso già espresso dagli italiani negli anni scorsi (55,6%); il Parlamento raccoglie poco più di un quarto dei consensi presso i cittadini (25,4%); per l’Esecutivo i fiduciosi rappresentano più di tre terzi degli italiani (35,1%); alla Magistratura si affidano circa quattro cittadini su dieci (41,3%). I sostenitori dei Presidenti di Regione sono il 38,2%.
La maggioranza degli italiani esprime fiducia nei confronti dei Carabinieri (55%); positivo anche il risultato della Guardia di Finanza (59,6%). Il 60,3% dei cittadini apprezza il lavoro della Polizia di Stato.
La Marina Militare raccoglie il consenso di sette italiani su dieci (70,3%). L’Aeronautica Militare vede attestarsi il numero di quanti si dichiarano fiduciosi al 68,7%. L’Esercito Italiano ottiene il 66,5% dei consensi. Buono anche il giudizio nei confronti della Guardia Costiera, inserita nella rilevazione a partire dallo scorso anno, con il 69,4% dei giudizi di apprezzamento. L’Intelligence del nostro Paese ottiene il riconoscimento della maggior parte del campione (56,6%).
I Vigili del Fuoco si attestano all’85,8% dei giudizi positivi. La Polizia penitenziaria ottiene un consenso pari al 59%. La Polizia locale è apprezzata nel 43,3% dei casi.
La Scuola è al 71% dei consensi. Un risultato simile a quello dell’Università (75,1%). La Protezione civile raggiunge un gradimento del 79%. Buono anche il sentimento che lega i cittadini alla Chiesa (54,4%). Le altre confessioni religiose, differenti dunque da quella cattolica, raccolgono invece il 40% del numero dei fiduciosi. Molto apprezzate anche le Associazioni di volontariato (70,7%). Il gradimento nei confronti dei Sindacati arriva al 45,2%, mentre i partiti sono al 29,1% e la Pubblica amministrazione al 39,7%.
Le associazioni degli imprenditori ottengono la fiducia del 39% del campione e le associazioni dei consumatori del 52,4%.
ITALIANI PIÙ FAVOREVOLI ALL’ELEZIONDE DIRETTA DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO RISPETTO A QUELLA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA. UNA MAGGIORE AUTONOMIA DELLE REGIONI È AUSPICATA DAL 67,3% DEI CITTADINI. IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO NON DEVE ESSERE PER FORZA UN POLITICO, BASTA CHE SIA UNA PERSONA ADATTA AL RUOLO (53,3%), CHE SIA ONESTO (24,4%) E METTA GLI INTERESSI DEL PAESE AL PRIMO POSTO (23,9%). PER IL 63,8% DEGLI ITALIANI LE RISORSE DEL PNRR NON SARANNO UTILIZZATE CORRETTAMENTE. LA MANUTENZIONE E LA MESSA IN SICUREZZA DELLE OPERE ESISTENTI SAREBBERO GLI INTERVENTI PIÙ URGENTI.
Presidente della Repubblica: l’elezione diretta divide a metà il campione
Poco più della metà degli italiani (51,5%) non è a favore dell’introduzione dell’elezione diretta del Presidente della Repubblica. Confrontando le risposte ottenute lo scorso anno, nella rilevazione del 2021, permane la spaccatura tra contrari e favorevoli: il 50,8% non era favorevole, mentre lo era il 49,2%.
Ben accolta la possibilità dell’elezione diretta del Presidente del Consiglio
L’elezione diretta del Presidente del Consiglio invece è caldeggiata dal 58,1% dei cittadini (i contrari sono il 41,9%).
Più potere al Governo rispetto alle Regioni? Prevale il fronte del no
Anche il tema di un maggiore potere al Governo rispetto alle Regioni risulta essere divisivo: non convince il 51,5% degli italiani, mentre il 48,5% si dichiara favorevole.
L’autonomia delle Regioni: auspicata dalla larga parte dei cittadini
Una maggiore autonomia per le Regioni infine è auspicata da quasi 7 italiani su 10 (67,3%+12,6% rispetto al dato 2021), contro poco meno di un terzo di quanti si dichiarano contrari (32,7%).
Il ruolo del Presidente della Repubblica si sta evolvendo?
Il 71,4% dei cittadini intervistati ritengono che la figura del Presidente della Repubblica negli ultimi anni non stia esercitando un ruolo che va al di là di quanto previsto dalla Costituzione, mentre il 28,6% afferma che ciò stia accadendo.
Sull’attribuzione di maggiori poteri e responsabilità al Presidente della Repubblica, il 51,7% degli italiani si dichiara poco o per niente convinto. Ma il Paese è, tutto sommato, diviso dall’idea di una svolta presidenzialista, con il 48,3% di chi è invece favorevole.
L’identikit del Presidente del Consiglio secondo gli italiani
Alla guida del Paese, in qualità di Presidente del Consiglio, gli elettori dichiarano di volere, soprattutto, una persona idonea e adatta al ruolo (53,3%), indifferentemente dalla sua appartenenza o estraneità dalla politica. Il 29,9% dei cittadini preferisce una figura esterna alla politica, mentre il 16,8% ritiene idonea una personalità della politica. Tra le caratteristiche più importanti, l’onestà è la prima qualità indicata dai cittadini (24,4%); segue la propensione a mettere al primo posto gli interessi del Paese (23,9%), due caratteristiche che da sole attirano quasi la metà delle preferenze (48,3%). Seguono, l’autorevolezza internazionale (15,6%), la competenza (14,6%), la capacità di mediazione (11,2%), e la decisione (7,2%).
Che cosa pensano gli italiani del Pnrr?
Riguardo al Pnrr, il 63,8% degli italiani non crede nel corretto utilizzo dei fondi; più di un terzo degli italiani, il 36,2%, si dichiara invece fiducioso che le risorse verranno correttamente utilizzare.
Pnrr, quale utilizzo per le risorse destinate alle infrastrutture?
Il 25,5% dei rispondenti vorrebbe le risorse impiegate per la manutenzione e la messa in sicurezza delle opere esistenti, affermando una fragilità percepita delle nostre infrastrutture. Il 24,8% guarda al futuro, prediligendo la conversione ecologica delle infrastrutture presenti, mentre il 24,5% vorrebbe interventi mirati a colmare il ritardo infrastrutturale del Mezzogiorno. Solo 1 italiano su 10 (10,2%) vorrebbe che i fondi venissero impiegati per la creazione di grandi opere.
IL 59,1% DEGLI ITALIANI RITIENE IMPORTANTI IL GIUDIZIO E LA FIDUCIA CHE L’UNIONE EUROPEA RIPONE NEL NOSTRO PAESE. LA NOSTRA RAPPRESENTAZIONE NEL MONDO E I NOSTRI SUCCESSI NELLA CULTURA, NELLA MUSICA, NELLO SPORT, NEL CINEMA E NELLA CUCINA CI INORGOGLISCONO E CI UNISCONO COME ITALIANI. LE PAURE DEGLI ITALIANI IN QUESTO MOMENTO SI CONCENTRANO SUL TIMORE DI UN POSSIBILE CONFLITTO MONDIALE (84,3%) E SULLA CRISI ENERGETICA (87,2%).
Il giudizio dell’Europa conta
Secondo i dati rilevati dall’Eurispes, il 59,1% degli italiani ritiene importanti il giudizio e la fiducia che l’Unione europea ripone nel nostro Paese; di contro, il 40,9% dei cittadini non dà importanza a questo aspetto.
Fieri di essere italiani
Ai cittadini è stato chiesto in quale misura si sentano orgogliosi quando il nostro Paese ottiene riconoscimenti/successi internazionali. I riconoscimenti in àmbito culturale sono sentiti dal 79,5% degli italiani, mentre l’83,6% si sente orgoglioso dei successi nel settore musicale. I film nostrani che hanno successo a livello internazionale suscitano orgoglio nell’82,8% dei casi. Le vittorie nelle discipline olimpiche inorgogliscono l’81,9% degli italiani, mentre i successi del calcio rendono fieri il 72,2%. Una cucina esportata e copiata in tutto il mondo rappresenta un vanto per l’84,6% mentre poco meno della metà degli italiani si sente orgoglioso del nostro Paese sul fronte dei riconoscimenti internazionali in àmbito politico (47%).
Le preoccupazioni che affliggono gli italiani: al primo posto i conflitti internazionali
Guardando “fuori casa”, 1 italiano su 4 (25,8%) si dice preoccupato per i conflitti internazionali; il 19,2% è preoccupato dall’aumento dei costi di luce e gas, mentre l’insicurezza del lavoro preoccupa il 14,3%. L’emergenza sanitaria e le preoccupazioni legate alla salute turbano ancora il 14,3% dei cittadini e il 7,4% che teme la possibilità di ammalarsi. La crisi climatica è fonte di preoccupazione nel 6,8% dei casi. La sicurezza della propria città/paese preoccupa il 3,8% e il 3,6% teme l’immigrazione.
Crisi energetica e conflitti: le eventualità che più ci fanno paura
Entrando ancora di più nel dettaglio, l’84,3% degli italiani è preoccupato dalla possibilità di un conflitto mondiale. Ma la crisi energetica preoccupa anche di più (87,3%). L’invasione dell’Ucraina da parte della Russia preoccupa l’83,2% degli italiani, mentre l’atteggiamento di alcuni paesi come Cina, Brasile e India verso l’emergenza climatica è fonte di ansie per il 75,7% dei cittadini. Meno preoccupante sembra essere l’espansionismo economico della Cina, che in ogni caso suscita la preoccupazione di più della metà del campione (56,1%).
IL 65,9% DEGLI ITALIANI NON HA FIDUCIA NEL NOSTRO SISTEMA GIUDIZIARIO. SOLO L’8% RITIENE CHE LA GIUSTIZIA FUNZIONI BENE, LA MALAGIUSTIZIA SAREBBE CAUSATA, SECONDO I CITTADINI, SOPRATTUTTO DALL’ECCESSIVA LENTEZZA DEI PROCESSI. DI FRONTE AD UN TORTO SUBÌTO CONFIGURABILE COME REATO O ILLECITO, PIÙ DI 1 CITTADINO SU 4 PREFERISCE NON DENUNCIARE. GLI ITALIANI SONO COMPATTI NELL’AFFERMARE CHE I GIUDICI DEBBANO ESSERE GIUDICATI CON LO STESSO SISTEMA APPLICATO A TUTTI I CITTADINI (80,2%), CONVINCE MOLTO MENO MA SEMPRE IN MAGGIORANZA L’IDEA SECONDO CUI L’AZIONE DEI GIUDICI SAREBBE CONDIZIONATA DALL’APPARTENENZA POLITICA (57,8%).
Giustizia: due cittadini su tre non si fidano
Due cittadini su tre (65,9%), secondo quanto emerso dall’indagine condotta dall’Eurispes, dichiarano di non avere fiducia nel nostro sistema giudiziario, mentre il 34,1% esprime il proprio consenso.
Malagiustizia in Italia: le cause principali
Il 23% dei cittadini indica come motivazione principale del malfunzionamento della giustizia l’eccessiva lentezza dei processi, il 19,8% risponde che i cittadini non sono tutti uguali davanti alla legge, il 13,6% sostiene che le cause vadano ricercate nell’assenza di certezza della pena, il 12,1% si appella a cause non ricomprese tra quelle proposte, l’11,9% afferma che le cause siano da ricercare all’interno delle scelte sbagliate operate dai magistrati, l’11,6% che le leggi sono inadeguate. Solo l’8% asserisce che la giustizia in Italia funziona bene.
Di fronte ad un torto subìto configurabile come reato o illecito, più di 1 cittadino su 4 non denuncia
Oltre la metà dei cittadini, il 52,4%, non si è mai trovato nella condizione di difendersi da un reato o da un illecito; il 20,3% ha deciso di sporgere denuncia, mentre la restante parte, il 27,3%, ha preferito non farlo per una serie di ragioni: l’11% confessa che i fastidi di un procedimento legale erano superiori ai vantaggi che avrebbe ottenuto denunciando, il 10,1% dichiara di aver desistito dall’intento per non dover sostenere spese legali e il 6,2% perché sfiduciato nei confronti della giustizia, dalla quale pensava non avrebbe avuto una riparazione a quanto subìto.
Responsabilità dei giudici e compiti della Giustizia
L’80,2% degli italiani intervistati sostiene che i giudici debbano essere giudicati con lo stesso sistema applicato a tutti i cittadini, il 78,2% che il primo compito della giustizia è garantire una pena adeguata per chi ha sbagliato, il 60,5% che il compito principe della giustizia è favorire il recupero ed il reinserimento sociale di coloro che sono stati condannati per gli errori commessi; infine, il 57,8% perora la causa secondo cui l’azione dei giudici sarebbe condizionata dall’appartenenza politica.
Sanzioni e misure alternative alla detenzione
L’84,2% degli italiani non è favorevole al reinserimento della pena capitale nel nostro ordinamento giuridico, il 75,3% non è favorevole all’abolizione della detenzione a vita, il 72,7% non è favorevole alla liberazione anticipata e il 70,5% non è favorevole alla detenzione domiciliare, all’affidamento in prova ai servizi sociali e alla detenzione domiciliare.
ITALIANI A FAVORE DELLA TUTELA GIURIDICA DELLE COPPIE DI FATTO (67,1%). TORNA A CRESCERE IL NUMERO DEI FAVOREVOLI ALL’EUTANASIA (DAL 70,4% DEL 2021 AL 74,9% DEL 2022). IL TESTAMENTO BIOLOGICO RESTA UN’OPZIONE LARGAMENTE ACCETTATA (69,3%). IL MATRIMONIO “EGUALITARIO” TROVA FAVOREVOLI IL 61,3% DEGLI ITALIANI. L’ADOZIONE PER LE COPPIE FORMATE DA PERSONE DELLO STESSO SESSO GENERA ANCORA OGGI UN CERTO GRADO DI CHIUSURA: MENO DELLA METÀ SI DICE D’ACCORDO (48,3%). DIVERSO SAREBBE INVECE IL CASO DELL’APERTURA ALLE ADOZIONI DI BAMBINI DA PARTE DI SINGLE, OPZIONE PER LA QUALE PREVALGONO I GIUDIZI POSITIVI (55,8%). L’ETEROLOGA OTTIENE IL FAVORE DEL 56,9%, MENTRE LA MATERNITÀ SURROGATA VEDE PREVALERE IL FRONTE DEI CONTRARI (63,6%). LA POSSIBILITÀ DI AUTORIZZARE IL CAMBIAMENTO DI SESSO TRAMITE AUTODICHIARAZIONE DELL’INTERESSATO, ANCHE SENZA CERTIFICAZIONI MEDICHE, TROVA D’ACCORDO MENO DI QUATTRO ITALIANI SU DIECI (37,6%). SUL RICONOSCIMENTO DELLE IDENTITÀ DI GENERE CHE NON SI RISPECCHIANO NEL FEMMINILE O NEL MASCHILE C’È INVECE MAGGIORE CONSENSO (49,2%; I CONTRARI SONO IL 50,8%). LA LEGALIZZAZIONE DELLE DROGHE LEGGERE (HASHISH E MARJUANA) TROVA FAVOREVOLI POCO PIÙ DELLA METÀ DEGLI ITALIANI (52,3%). IL 49,1% SI DICE A FAVORE DELLA LEGALIZZAZIONE DELLA PROSTITUZIONE. PER QUANTO RIGUARDA I TEMI LEGATI AL MONDO ANIMALE, REGISTRIAMO UN NO DECISO ALLA VIVISEZIONE DA LABORATORIO SUGLI ANIMALI (82,7), ALLA CACCIA (76,1%) E ALLE PELLICCE (82,1%).
Tutela giuridica delle coppie di fatto indipendentemente dal sesso: a favore nel 65,1% dei casi
Su questo tema si assiste ad un andamento altalenante delle opinioni nel tempo: nel 2019 il 65,1% si dichiarava favorevole, nel 2020 la percentuale è cresciuta sino al 67,8%, nel 2021 si registra un leggero calo (64,4%) colmato poi nel 2022, con il 67,1% delle risposte favorevoli che si avvicinano al risultato del 2016 (67,6%).
Eutanasia, torna a crescere il numero dei favorevoli
Anche per quanto riguarda un altro tema molto delicato, l’eutanasia, il consenso ha subìto negli anni diverse oscillazioni: nel 2022 si assiste ad una ripresa dei favorevoli (74,9%) rispetto al 2021 (70,4%), che rappresenta l’anno con la maggior perdita di assenso, mentre il 2020 è stato l’anno in cui si è sfiorato il maggior grado di approvazione da parte degli italiani (75,2%), con quasi due punti percentuali in più rispetto al 2019 (73,4%).
Suicidio assistito: la maggioranza dei cittadini, sei su dieci, si dicono contrari
Rispetto alla possibilità di ricorrere al suicidio assistito, con l’ausilio di un medico per porre fine alla propria vita, i dati rivelano una chiusura: nel 2022 solo quattro italiani su dieci si dichiarano a favore (41,9%).
Testamento biologico, un’opzione largamente accettata
Nel 2022 le persone favorevoli rappresentano il 69,3%, in leggero calo rispetto al 2021 quando la percentuale era del 71,5%.
Il matrimonio “egualitario”
Nel 2022 il 61,3% degli italiani si dichiara favorevole ai matrimoni tra persone dello stesso sesso, con un incremento di oltre dieci punti percentuali rispetto al 2019.
L’adozione per le coppie formate da persone dello stesso sesso: ancora chiusura
Meno della metà degli italiani si dice d’accordo con l’adozione da parte di coppie formate da persone dello stesso sesso (48,3%).
Più accettata l’adozione dei bambini anche per i single
Poco più della metà degli italiani si dichiara d’accordo nell’apertura delle adozioni ai single (55,8%).
La fecondazione eterologa: un sì non ancora pieno
La possibilità di avvalersi di un donatore per la procreazione incontra il favore del 56,9% del campione nel 2022, un valore stabile rispetto al 2021 (57,5%).
Maternità surrogata: solo un terzo degli italiani la approva
Nel 2022 solo il 36,4% dei cittadini si dichiara favorevole alla pratica dell’utero in affitto, a fronte del 63,6% dei contrari.
Autorizzare il cambiamento di sesso tramite autodichiarazione dell’interessato
La possibilità di autorizzare il cambiamento di sesso tramite autodichiarazione dell’interessato, anche senza certificazioni mediche, trova d’accordo meno di quattro italiani su dieci (37,6%).
Sul riconoscimento delle identità di genere che non si rispecchiano nel femminile o nel maschile, c’è invece maggiore consenso con una quota di favorevoli che divide a metà il campione (49,2%; i contrari sono il 50,8%).
Rispetto alla legalizzazione delle droghe leggere (hashish e marjuana), nel 2022 solo poco più della metà degli italiani si dichiara a favore (52,3%). Nel 2021 solo il 44,7% si è espresso favorevolmente.
La legalizzazione della prostituzione, trova favorevoli, nel 2022, circa la metà degli italiani: il 49,1%.
No deciso alla vivisezione. Nel 2022 la sperimentazione in laboratorio sugli animali, la vivisezione, non risulta accettabile per ben l’82,7% degli italiani: giudizio che si è inasprito rispetto al 2021, quando i contrari erano il 78,9%.
No alla caccia, alle pellicce e agli animali nei circhi
Nel 2022 solo il 23,9% degli italiani si dichiara favorevole alla pratica della caccia (i contrari sono il 76,1%), in netta diminuzione rispetto al 2021 quando erano il 36,5%. Ben l’82,1% degli italiani è contrario all’uso delle pellicce. Gli animali non devono essere utilizzati nei circhi per 8 italiani su 10 (80,1%).
POCO MENO DELLA METÀ DEGLI ITALIANI (46,6%) AMMETTE DI NON AVERE IDEA DI COME SI SIA ORIGINATA LA PANDEMIA. POCO PIÙ DI UNO SU 4 (25,7%) RITIENE CHE CI SIA DIETRO QUALCUNO, MENTRE PER IL 22,9% È STATO SOLO UNA CASUALITÀ. TRA COLORO CHE NON CREDONO CHE LA PANDEMIA DERIVI SEMPLICEMENTE DA UNA CASUALITÀ (IL 25,7%), IL 42,1% RITIENE CHE IL VIRUS SIA STATO CREATO IN LABORATORIO E POI SFUGGITO DAL CONTROLLO. LA CINA È INDICATA COME RESPONSABILE IN QUASI UN TERZO DEI CASI (31,4%) LA NETTA MAGGIORANZA DEI CITTADINI HA AVVERTITO, DALL’INIZIO DELLA PANDEMIA, LIMITAZIONI DELLA PROPRIA LIBERTÀ PERSONALE E IN CASO DI NECESSITÀ NON SAREBBERO DISPOSTI AD UN’ULTERIORE LIMITAZIONE DELLA LORO LIBERTÀ. UMORE PIÙ INSTABILE (58,4%), DEMOTIVAZIONE (57,3%), ANSIA (53,3%) SONO GLI STATI D’ANIMO CHE HANNO ACCOMPAGNATO GLI ITALIANI DALL’INIZIO DELLA PANDEMIA.
Lo shock del Covid 19 tra dietrologia e complottismo
Poco meno della metà degli italiani (46,6%) ammette di non avere idea di come si sia originata la pandemia da Covid-19. Poco più di un intervistato su 4 (25,7%) ritiene che ci sia dietro qualcuno, mentre per il 22,9% è stato solo una casualità. Un più contenuto 4,8% afferma, al di là di ogni evidenza, che non esiste nessuna vera pandemia.
Come si sarebbe generato il virus? La maggior parte ritiene sia un prodotto di laboratorio sfuggito al controllo
Tra coloro che non credono che la pandemia derivi semplicemente da una casualità (ricordiamo che sono il 25,7%), il 42,1% ritiene che il virus sia stato creato in laboratorio e poi sfuggito dal controllo, il 25,7% pensa invece che sia stato creato in laboratorio e diffuso di proposito nel mondo. Per un 15,4% ci si sarebbe accorti troppo tardi dell’esistenza del virus e non si è stati capaci di fermarlo, per l’11,3% il virus è un normale virus influenzale ma è stato usato per altri scopi.
La Cina o i cosiddetti poteri forti sarebbero colpevoli della diffusione del virus
Nell’indicare un responsabile, la convinzione è che la pandemia non sia una casualità: in quasi un terzo dei casi (31,4%) viene indicato il governo cinese; un altro 27,3% attribuisce la responsabilità ai poteri forti globali, un 12,1% alle multinazionali farmaceutiche.
Maggiori profitti e controllo sociale sarebbero lo scopo della diffusione pandemia
Ai cittadini che credono che la pandemia non sia scoppiata per caso è stato chiesto anche quale sia, a loro avviso, lo scopo per cui è stata creata. Fare enormi profitti risulta l’obiettivo più citato (29,3%), seguito da “controllare meglio le persone” (20,1%) e “indebolire le democrazie” (18,4%). Ottengono percentuali degne di nota anche “ridurre la popolazione mondiale” (14,7%), “creare un clima di paura” (10%), “consolidare il potere delle élite internazionali” (9,2%) e, con percentuali più contenute, “nascondere altri problemi gravissimi” (7%) e “giustificare l’intervento dello Stato in economia” (6%).
Il giudizio sulla gestione dell’emergenza da parte dello Stato
Prevale un giudizio negativo sulla gestione italiana della pandemia: il 55,8% non approva la strategia adottata, contro il 44,1% di giudizi positivi.
Bocciato il ruolo dell’informazione nella pandemia
I cittadini, danno un giudizio negativo sulla qualità dell’informazione italiana sulla pandemia: il 68,5% è critico, a fronte di un 31,5% soddisfatto.