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L’Ue vuole far arrivare il grano dall’Ucraina per percorsi alternativi

K metro 0 – Bruxelles – La Commissione europea ha suggerito di aiutare l’Ucraina a esportare il suo grano e altri cereali per ferrovia, strada e fiume, per aggirare il blocco russo dei porti del Mar Nero, che impedisce a queste forniture critiche di raggiungere parti del mondo a grandissimo rischio di carestia alimentare. Il

K metro 0 – Bruxelles – La Commissione europea ha suggerito di aiutare l’Ucraina a esportare il suo grano e altri cereali per ferrovia, strada e fiume, per aggirare il blocco russo dei porti del Mar Nero, che impedisce a queste forniture critiche di raggiungere parti del mondo a grandissimo rischio di carestia alimentare.

Il braccio esecutivo dell’Unione europea ha così dichiarato che il piano mira a stabilire percorsi alternativi e ad alleggerire la congestione tra le frontiere, facilitando l’ingresso di aiuti umanitari e di altri beni nel paese devastato dalla guerra. L’invasione dell’Ucraina da parte della Russia ha provocato difatti interruzioni delle forniture alimentari a livello mondiale, con entrambi i paesi che sono tra i maggiori esportatori di grano, orzo e olio di girasole. Il blocco dei porti ucraini è stato particolarmente dannoso, in quanto prima della guerra da qui partivano il 90% delle esportazioni di grano e semi oleosi.

Venti milioni di tonnellate di cereali devono lasciare l’Ucraina in meno di tre mesi utilizzando le infrastrutture dell’Ue“, ha dichiarato decisa Adina Valean, commissario Ue per i trasporti. “Si tratta di una sfida gigantesca, per cui è essenziale coordinare e ottimizzare le catene logistiche, mettere in atto nuovi percorsi ed evitare, per quanto possibile, i colli di bottiglia”.

La potenziale perdita di forniture di grano a prezzi accessibili, su cui fanno affidamento l’Africa, il Medio Oriente e alcune parti dell’Asia, ha aumentato il rischio di carenze alimentari globali e di instabilità politica in paesi in cui molte persone già non hanno abbastanza da mangiare. Le interruzioni causate dall’attacco di Putin hanno fatto lievitare ulteriormente i prezzi dei prodotti alimentari, con l’alto costo dei fertilizzanti – di cui la Russia è uno dei principali esportatori – e degli oli da cucina che hanno compresso ancora più la catena alimentare globale. Il capo della Banca Europea per gli Investimenti ha dichiarato questa settimana che l’Ucraina è “seduta su 8 miliardi di euro di grano” che non può esportare.

Oltre al blocco dei porti, il ministero degli Esteri ucraino ha accusato la Russia di rubare grano e di cercare di venderne una parte sui mercati globali. Ha citato stime ufficiali che indicano che la Russia potrebbe aver già rubato dalle 400.000 alle 500.000 tonnellate di grano, per un costo superiore ai 100 milioni di dollari. “In pratica tutte le navi che lasciano Sebastopoli con un carico di grano trasportano il grano rubato all’Ucraina“, ha commentato, riferendosi a un importante porto sul Mar Nero.

Per far arrivare le scorte alimentari ucraine nel mondo, l’Europa sta cercando in sostanza di aumentare le spedizioni su rotaia e su camion. I treni hanno così iniziato a trasportare carichi di grano verso l’Austria e la Germania attraverso altri Paesi dell’Ue, ma essi ammontano solo a una frazione della capacità del porto del Mar Nero.

Una sfida fondamentale è rappresentata così dalle differenze di larghezza degli scartamenti ferroviari tra l’Ucraina e i Paesi dell’Ue. Poiché i vagoni ferroviari ucraini non si adattano alla maggior parte della rete dell’Ue, le merci devono essere trasferite su camion o altri vagoni ferroviari adattati al sistema. Secondo l’Ue, al momento, il tempo medio di attesa per le migliaia di vagoni ferroviari al confine dell’Ucraina con il blocco dei 27 Paesi è di 16 giorni, con punte di 30 giorni in alcuni punti.

Per far fronte a questa congestione, la Commissione ha dichiarato che la priorità più urgente è garantire la disponibilità di ulteriori veicoli di trasporto per far arrivare il grano nei porti dell’Ue. Sono “urgentemente necessari” rimorchi per il grano, container, chiatte e navi. La Commissione ha esortato pertanto i paesi membri ad accelerare le procedure ai valichi di frontiera e ad aumentare la capacità di stoccaggio temporaneo delle esportazioni ucraine sul territorio dell’Ue.

“A medio e lungo termine, essa si adopererà anche per aumentare la capacità infrastrutturale dei nuovi corridoi di esportazione e per stabilire nuove connessioni infrastrutturali”. Le proposte della Commissione non sono vincolanti e mirano principalmente a facilitare il coordinamento tra i Paesi dell’Ue, gli operatori di trasporto e i fornitori di attrezzature.

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