K metro 0 – Londra – Una recessione dura si preannuncia oltremanica. La Banca d’Inghilterra ha difatti previsto che l’inflazione potrebbe superare il 10% entro la fine dell’anno. Il rischio di recessione è così aumentato notevolmente in Gran Bretagna secondo gli analisti, dopo che l’economia si è contratta a marzo proprio alla ripresa dalla pandemia.
K metro 0 – Londra – Una recessione dura si preannuncia oltremanica. La Banca d’Inghilterra ha difatti previsto che l’inflazione potrebbe superare il 10% entro la fine dell’anno. Il rischio di recessione è così aumentato notevolmente in Gran Bretagna secondo gli analisti, dopo che l’economia si è contratta a marzo proprio alla ripresa dalla pandemia.
Secondo l’ente statistico britannico, dunque, l’aumento dei prezzi “comincia a farsi sentire”. Si spende meno e si riducono gli spostamenti in auto a causa del costo elevato del carburante; e l’impatto dell’aumento delle bollette energetiche di aprile non è ancora stato rilevato. L’economia è pertanto cresciuta dello 0,8% nei primi tre mesi dell’anno, ma a marzo si è ridotta dello 0,1% a causa dei tagli alle spese.
Il principale impulso all’economia è arrivato a gennaio, quando le industrie dell’ospitalità e dei viaggi si sono riprese dalle restrizioni dovute alla pandemia di coronavirus. Tuttavia, ciò è avvenuto prima della guerra in Ucraina e prima che le famiglie iniziassero a sentire il peso dell’aumento dei prezzi. Paul Dales, capo economista britannico di Capital Economics, ha dichiarato che gli ultimi dati “suggeriscono che l’economia ha meno slancio di quanto pensassimo, anche prima che la crisi del costo della vita sia stata pienamente colpita”. Ha aggiunto che il rischio di recessione – definito come una contrazione dell’economia per due periodi consecutivi di tre mesi – “è appena aumentato”.
Mercoledì scorso, il think tank National Institute of Economic and Social Research ha avvertito che la stretta sui redditi delle famiglie avrebbe portato il Regno Unito in recessione nell’ultima metà del 2022. Come se non bastasse, la scorsa settimana, la Banca d’Inghilterra ha annunciato che il Regno Unito rischia un “brusco rallentamento dell’economia”, con i prezzi che aumentano al ritmo più rapido degli ultimi 30 anni, spinti dall’impennata dei costi di carburante, cibo ed energia.
La peggiore performance del settore è stata in particolare quella dell’industria automobilistica; la Society of Motor Manufacturers and Traders ha dichiarato difatti che il mese di marzo è stato il più “debole” per quanto riguarda le immatricolazioni di auto nuove dal 1998, poiché i problemi della catena di fornitura hanno continuato a ostacolare le case automobilistiche. L’indice azionario britannico FTSE 100 è, infine, sceso del 2% dopo la pubblicazione dei dati di crescita più deboli del previsto.