K metro 0 – Madrid – Anche il governo spagnolo è finito nel mirino dello spyware Pegasus. Lo ha annunciato oggi il ministro della Presidenza, Félix Bolaños, spiegando che i telefoni cellulari del presidente dell’esecutivo, Pedro Sánchez e del ministro della Difesa, Margarita Robles, sono stati intercettati dal programma Pegasus, rispettivamente a maggio e giugno
K metro 0 – Madrid – Anche il governo spagnolo è finito nel mirino dello spyware Pegasus. Lo ha annunciato oggi il ministro della Presidenza, Félix Bolaños, spiegando che i telefoni cellulari del presidente dell’esecutivo, Pedro Sánchez e del ministro della Difesa, Margarita Robles, sono stati intercettati dal programma Pegasus, rispettivamente a maggio e giugno 2021. Bolaños ha aggiunto che il governo ha messo subito queste intercettazioni nelle mani della giustizia e ha presentato una denuncia all’Audiencia Nacional.
L’annuncio del governo è arrivato in una conferenza stampa convocata d’urgenza alla Moncloa con appena un paio d’ore di preavviso, e pochi giorni dopo, fra l’altro, la rivelazione del presunto spionaggio su più di 60 leader pro-indipendenza tra il 2017 e il 2020. Lo stesso giorno, dunque, in cui Òmnium Cultural ha presentato una denuncia sulle intercettazioni Pegasus dei leader pro-indipendenza e chiede “di indagare sul coinvolgimento illegale dello stato spagnolo”. Ed è arrivato anche dopo diversi giorni in cui il governo ha subito un’enorme pressione da parte dei suoi partner pro-indipendenza, e in particolare dal CER, per offrire spiegazioni sulle intercettazioni e per ottenere le dimissioni della stessa ministra Robles, che i repubblicani catalani accusano di aver giustificato lo spionaggio.
Bolaños ha comunque assicurato che l’esecutivo ha potuto confermare “due intrusioni” sul cellulare del presidente nel maggio 2021 e una su quello di Robles nel giugno 2021, e ha evidenziato che “non ci sono prove di alcuna intrusione dopo queste date”. Questi tentativi di accesso, ha detto il ministro della Presidenza, non sono “supposizioni”, ma la loro veridicità è stata “attendibilmente” verificata dal Centro criptologico nazionale. Inoltre, hanno portato a una fuga di informazioni, anche se il governo non conosce ancora i dati specifici che sono stati compromessi, ha precisato sempre Bolaños.
Il software di Pegasus (software spia prodotto dall’israeliana NSO Group già inserito da tempo nella lista nera americana), ricordiamo, permette di accedere alle informazioni memorizzate sul telefono cellulare violato, ma attiva anche il microfono o la fotocamera a volontà dell’utente. Il ministro è stato poi parsimonioso di dettagli quando gli è stato chiesto della paternità di queste intrusioni nei telefoni cellulari di Sánchez e Robles, e si è limitato a sottolineare che sono stati interventi “illeciti ed esterni”. Questo, però, non significa necessariamente che siano venuti da un paese straniero, ha ammesso Bolaños, ma solo che l’intercettazione è avvenuta “al di fuori degli organi ufficiali e senza autorizzazione giudiziaria”.
Interrogato dai giornalisti, il ministro della presidenza non ha voluto fare “congetture” sulla motivazione che ha portato gli autori delle intercettazioni a realizzarle. Né Bolaños ha voluto rispondere se c’è qualche legame tra questo atto di spionaggio e la concessione della grazia ai prigionieri del processo che ha cominciato ad essere discussa a maggio dell’anno scorso e ha finito per essere poi approvata il 22 giugno 2021.
L’intercettazione dei telefoni cellulari di Sánchez e Robles è stata rilevata nei giorni scorsi come risultato delle analisi effettuate dal Centro criptologico nazionale, una “verifica” effettuata dopo le rivelazioni sullo spionaggio dei leader pro-indipendenza, ha spiegato sempre Bolaños.
Le violazioni hanno infine causato una spaccatura all’interno del governo stesso, poiché UNO Podemos si è unito ai gruppi pro-indipendenza nel chiedere spiegazioni e puntare il dito contro il ministro Robles, anche se non ha chiesto le sue dimissioni. Oggi, dopo le dichiarazioni di Bolaños, il leader del partito viola e ministro dei diritti sociali, Ione Belarra, ha affermato che lo spionaggio di Sánchez e Robles “mostra una profonda falla nella sicurezza dello Stato” e ha chiesto di “accertare la responsabilità” di fronte a un “fallimento inaccettabile”.