K metro 0 – Charleroi – Salta l’accordo sul nuovo contratto collettivo di lavoro (CLA) su salari e bonus per il personale di cabina, e così arriva la decisione di incrociare le braccia negli aeroporti di Zaventem e Charleroi, in Belgio, per tre giorni, da venerdì 22 a domenica 24 aprile compresi. Lo hanno annunciato
K metro 0 – Charleroi – Salta l’accordo sul nuovo contratto collettivo di lavoro (CLA) su salari e bonus per il personale di cabina, e così arriva la decisione di incrociare le braccia negli aeroporti di Zaventem e Charleroi, in Belgio, per tre giorni, da venerdì 22 a domenica 24 aprile compresi. Lo hanno annunciato oggi il sindacato cristiano francofono CNE e quello fiammingo ACV Puls.
Un ultimo tentativo di mediazione tra i rappresentanti del personale e la direzione della compagnia aerea irlandese a basso costo non ha portato difatti alle soluzioni sperate. Il noto vettore low cost impiega circa 650 persone in Belgio, tra cui circa 400 steward e hostess, ma non ha un dipartimento delle risorse umane, stando a quanto dichiarato dal sindacato. Da tre anni, “Ryanair ha riconosciuto di essere soggetta alla legislazione belga ma ha rifiutato di investire in una politica del personale – afferma Didier Lebbe, segretario permanente del CNE -; le buste paga sono sbagliate, gli stipendi non vengono pagati correttamente, i documenti sociali non sono mai in ordine. Questo crea una fonte permanente di problemi per il personale in Belgio”. Non solo. “Alcuni membri del personale che non possono più volare, per esempio, per via della gravidanza, sono rimasti senza stipendio e benefici per mesi”, aggiunge il suo omologo fiammingo Hans Elsen di ACV Puls. “Ryanair non ha alcun rispetto per il benessere del suo personale; è vergognoso che un’azienda così grande continui a farla franca ignorando i diritti fondamentali dei lavoratori in Belgio”.
E dire che nel 2018, i sindacati avevano ottenuto, oltre al riconoscimento da parte dell’azienda della legislazione belga sul lavoro, la nomina di una figura di gestione delle risorse umane (dedicata alla crescita e allo sviluppo della manodopera dell’organizzazione) che conosceva il diritto locale. Quest’ultima è stata effettivamente assunta, ma oggi non è più in carica. Un precedente – e primo in Belgio – contratto collettivo di lavoro per il personale di cabina, concluso nella primavera del 2019, è scaduto alla fine di marzo, CLA che prevedeva, tra l’altro, un reddito mensile fisso, indipendentemente dal numero di voli effettuati dagli assistenti di volo.
I sindacati cristiani denunciano anche il fatto che il 75% del personale di cabina riceve il salario minimo del settore, anche se lavora nei giorni festivi e nei fine settimana, al mattino presto e la sera tardi. Tutto questo per un importo lordo irrisorio di 2.000 euro. “Anche se Ryanair ha un margine di profitto del 30% a Charleroi, la più grande base del Belgio, e prevede di fare un miliardo di euro di profitti quest’anno, non c’è spazio per un miglioramento del potere d’acquisto dei lavoratori”, dicono congiuntamente CNE e ACV Puls. Per queste organizzazioni, il meccanismo di indicizzazione di questi “bassi salari” non riesce a coprir l’aumento del costo della vita. Le posizioni nei negoziati per un nuovo contratto collettivo di lavoro sono quindi ancora molto distanti. “Ryanair è convinta che questa sia una crisi, mentre noi pensiamo che le attuali previsioni di profitto della compagnia offrano un margine per migliorare le condizioni del personale di cabina” afferma convinto Hans Elsen.
Con questa azione di tre giorni, che mira a impedire al vettore irlandese di interrompere lo sciopero, in definitiva, i due sindacati vogliono dimostrare che il personale di cabina è una parte essenziale della compagnia e che sono loro a far funzionare Ryanair. L’ultimo sciopero della compagnia irlandese in Belgio risale all’estate del 2018. Ci furono allora quattro giorni di sciopero in totale, durante i quali 172 voli vennero cancellati o ritardati. Di recente, la compagnia ha raggiunto un accordo amichevole con l’organizzazione di consumatori Test Achats riguardo al risarcimento dei circa 33.000 passeggeri che sono stati colpiti da queste azioni.