K metro 0 – Zagabria – Che ci faceva un drone militare esploso la mattina presto del 10 marzo a Zagabria, in Croazia, in un campo vicino a un dormitorio per studenti? La soluzione sembrerebbe vicina: gli investigatori croati hanno riferito oggi alla stampa che i frammenti del velivolo trovati sul luogo dell’incidente hanno mostrato
K metro 0 – Zagabria – Che ci faceva un drone militare esploso la mattina presto del 10 marzo a Zagabria, in Croazia, in un campo vicino a un dormitorio per studenti? La soluzione sembrerebbe vicina: gli investigatori croati hanno riferito oggi alla stampa che i frammenti del velivolo trovati sul luogo dell’incidente hanno mostrato che trasportava una “bomba improvvisata per aerei” riempita con un tipo sconosciuto di esplosivo.
L’aereo senza pilota di fabbricazione sovietica del peso di 6 tonnellate è apparentemente andato alla deriva senza controllo fuori dall’Ucraina, attraversando prima la Romania e l’Ungheria. Insomma, prima di entrare in Croazia ha volato per tutta la strada dalla zona di guerra ucraina sopra tre Stati europei membri della Nato prima di schiantarsi. Circa 40 auto parcheggiate sono state danneggiate nella grande esplosione, ma nessuno è rimasto ferito.
Il maggiore Mile Tomic della squadra investigativa croata ha così commentato: “È stato stabilito inequivocabilmente che questi erano frammenti della bomba aerea OFAB 100-120; sia la bomba sia il suo innesco sono stati fabbricati nell’ex URSS”. Gli investigatori hanno tuttavia precisato che non hanno ancora chiarito in via definitiva quale parte coinvolta nella guerra in Ucraina ha lanciato il drone TU-141 che è stato originariamente utilizzato in missioni di sorveglianza. Ma hanno indicato essere gli ucraini i più indicati ad aver ordinato il lancio. Questo perché tracce di vernice “fresca” della bandiera blu e gialla sono state trovate sui pezzi del relitto che includevano anche una stella rossa, la marcatura delle forze aeree russe. Sia la Russia che l’Ucraina hanno tuttavia negato il lancio.
I funzionari della Nato hanno rifiutato di commentare l’incidente fino a quando l’indagine sarà completata, ma l’alleanza atlantica ha di fatto aumentato i suoi voli di sorveglianza sui paesi vicini alla zona di guerra e un paio di F-16 dell’US Air Force sono stati schierati dalla base aerea di Aviano, in Italia, in Croazia il 16 marzo, prendendo parte alle esercitazioni e rafforzando il fianco sud-orientale del Patto Atlantico.
I funzionari croati hanno pertanto duramente criticato la Nato per quel che hanno definito come una reazione lenta ad un incidente molto grave, e messo in discussione la prontezza degli Stati membri dell’alleanza militare per rispondere ad un possibile attacco. La Nato ha risposto che la difesa aerea e missilistica integrata dell’alleanza aveva tracciato il percorso di volo dell’oggetto. Ma i funzionari croati hanno ribattuto che le autorità del paese non sono state informate e che la Nato ha reagito solo dopo le domande poste dai giornalisti. Il dubbio rimane: il drone contenente una bomba, da dove è partito e da chi?