K metro 0 – Washington – “La violenta repressione della popolazione Rohingya in Myanmar, in gran parte musulmana, equivale a un vero e proprio genocidio” queste le parole del segretario di Stato americano Antony Blinken in un discorso pronunciato oggi al Museo dell’Olocausto degli Stati Uniti. Una dichiarazione destinata a generare pressione internazionale e a
K metro 0 – Washington – “La violenta repressione della popolazione Rohingya in Myanmar, in gran parte musulmana, equivale a un vero e proprio genocidio” queste le parole del segretario di Stato americano Antony Blinken in un discorso pronunciato oggi al Museo dell’Olocausto degli Stati Uniti. Una dichiarazione destinata a generare pressione internazionale e a porre le basi per una potenziale azione legale. Le autorità hanno difatti confermato le atrocità di massa sui civili da parte dei militari del in un discorso al Museo dell’Olocausto degli Stati Uniti.
in quella che è stata ormai accertata come una campagna diffusa e sistematica contro la minoranza etnica.
È l’ottava volta dall’Olocausto che gli Stati Uniti hanno affermato e determinato che si è verificato un genocidio. Il segretario di Stato non ha ovviamente trascurato l’importanza di richiamare l’attenzione sulla disumanità anche quando orribili attacchi si verificano altrove nel mondo, compresa l’Ucraina.
“La determinazione da parte degli Stati Uniti del crimine di genocidio sulla nostra popolazione è un momento importante e deve portare ad azioni concrete per ritenere i militari birmani responsabili dei loro crimini”, ha affermatoTun Khin, presidente della Burmese Rohingya Organisation UK.
Human Rights Watch ha aggiunto che gli Stati Uniti e altri governi dovrebbero cercare giustizia per i crimini commessi dai militari e imporre sanzioni più severe contro la sua leadership. “Il governo di Biden dovrebbe far seguire l’azione alle sue condanne dei militari del Myanmar”, ha tuonato John Sifton, direttore dell’advocacy per l’Asia del gruppo. “Per troppo tempo, gli Stati Uniti e altri paesi hanno permesso ai generali del Myanmar di commettere atrocità con poche conseguenze effettive”.
Un rapporto del Dipartimento di Stato del 2018 ha documentato in effetti casi di militari del Myanmar che radono al suolo villaggi e compiono stupri, torture e uccisioni di massa di civili almeno dal 2016. Blinken ha così ribadito che le prove dimostrano che la violenza non era isolata, ma parte di un programma sistematico che equivale ad autentici crimini contro l’umanità.
“Le prove indicano anche un chiaro intento dietro queste atrocità di massa, quello di distruggere i Rohingya, in tutto o in parte, attraverso uccisioni, stupri e torture”, ha concluso. Le precedenti determinazioni di genocidio da parte degli Stati Uniti includono campagne contro gli Uiguri e altre minoranze in gran parte musulmane in Cina, così come in Bosnia, Ruanda, Iraq e Darfur.