K metro 0 – Roma – I capi di governo dei quattro paesi del Mediterraneo hanno incontrato venerdì a Roma il presidente del Consiglio Mario Draghi. Con l’obiettivo di spingere l’Ue ad adottare, di comune intesa, misure urgenti per contrastare l’impennata dei prezzi del gas e dell’elettricità. Il premier spagnolo Pedro Sánchez esclude di agire
K metro 0 – Roma – I capi di governo dei quattro paesi del Mediterraneo hanno incontrato venerdì a Roma il presidente del Consiglio Mario Draghi. Con l’obiettivo di spingere l’Ue ad adottare, di comune intesa, misure urgenti per contrastare l’impennata dei prezzi del gas e dell’elettricità.
Il premier spagnolo Pedro Sánchez esclude di agire sul piano nazionale fino a quando non ci sarà un consenso a livello europeo.
E ha auspicato “una risposta comune” al Consiglio europeo che si terrà la prossima settimana a Bruxelles.
Il tempo stringe. “Dobbiamo agire insieme, ma dobbiamo farlo subito”, ha detto Sanchez a Mario Draghi, e ai premier di Portogallo e Grecia, Antonio Costa e Kyriakos Mitsotakis, tutti vicini alla posizione della Spagna sulle riforme del mercato energetico in Europa per contenere gli effetti della guerra in Ucraina.
Sanchez concorda con Draghi sulla necessità di fissare un tetto ai prezzi dell’energia, effettuare acquisti centralizzati e accelerare il più possibile lo sviluppo delle fonti rinnovabili. Ma sollecita il disaccoppiamento dei prezzi dell’elettricità da quelli del gas.
Giovedì, Spagna e Portogallo avevano riproposto di limitare il prezzo del megawattora (MWh) sul mercato all’ingrosso a 180 euro: un parametro già esistente nella normativa dei due paesi iberici fino a quando una direttiva europea nel 2019 non vietò di fissare limiti alle offerte delle società elettriche sul mercato all’ingrosso.
Secondo Sanchez tutti i paesi europei sono colpiti “allo stesso modo” dalla crisi. E la risposta dev’essere quindi comune. Non si può reagire alle conseguenze della guerra in Ucraina “in 27 modi diversi (…)dobbiamo dare una risposta europea”, ha insistito Sanchez.
“C’è una situazione di emergenza economica e sociale che non possiamo più tollerare”, ha aggiunto.
Il piano spagnolo, che verrà sottoposto al Consiglio dei ministri europei il 29 marzo, prevede cali “immediati” del prezzo di elettricità, gas e benzina, come annunciato dal ministro spagnolo dei Rapporti con il Parlamento, Félix Bolaños, mercoledì scorso. E sarà concordato con i diversi gruppi parlamentari, i presidenti delle Comunità autonome e le parti sociali.
Anche la coordinatrice del Partito Popolare (conservatore) all’opposizione, Cuca Gamarra, ha dichiarato venerdì in un’intervista a Radio Nacional (il principale servizio pubblico radiofonico del paese) che, sebbene il suo partito non sia favorevole all’interventismo nel mercato elettrico, ritene tuttavia necessario, dato il “momento eccezionale” che stiamo vivendo, “prendere provvedimenti” prima della formazione del prezzo finale che il consumatore deve pagare in fattura.
L’incontro di Roma fa parte di un tour in cui Sánchez visiterà sei paesi prima del Consiglio europeo della prossima settimana, che deciderà presumibilmente le linee di azione da applicare nell’UE. L’obiettivo di questo round, è cercare alleati che accetteranno la proposta spagnola, vista più di buon occhio da Italia, Grecia e Portogallo e molto meno dalla Germania, che dipende maggiormente dal gas russo.
Dopo aver ricevuto mercoledì a La Moncloa il premier croato Andrej Plenković, Sánchez si è recato in Slovacchia e Romania e, dopo il summit di venerdì a Roma, ha proseguito il suo viaggio nel pomeriggio, per incontrare il cancelliere Olaf Scholz.
Prossima tappa, la Francia, dove Sanchez cercherà di trovare un accordo sulla riforma del mercato energetico in un incontro lunedì prossimo a Parigi con il presidente francese Emmanuel Macron.
Martedì prossimo, infine, è in programma un incontro in Irlanda, con il premier Micheál Martin.
Foto-governo -DSC2746