K metro 0 – Parigi – Banque de France si rifà il belletto. Dopo aver dato un cattivo esempio, affidando nel 2018 a BlackRock (il colosso americano del risparmio investito) il controllo sugli stress test della BCE (per la verifica della tenuta patrimoniale del sistema bancario nazionale) permettendo poi alle stesse banche francesi sotto esame
K metro 0 – Parigi – Banque de France si rifà il belletto. Dopo aver dato un cattivo esempio, affidando nel 2018 a BlackRock (il colosso americano del risparmio investito) il controllo sugli stress test della BCE (per la verifica della tenuta patrimoniale del sistema bancario nazionale) permettendo poi alle stesse banche francesi sotto esame di affidarsi alla consulenza di BlackRock proprio per … superare quegli esami… (vedi A. Plateroti, “Gli affari d’oro di JP Morgan e Banca di Francia”, Il sole 24 ore, 29 dicembre 2018), oggi torna a dare un buon esempio.
Con un decreto pubblicato in Gazzetta Ufficiale (domenica 13 marzo) l’istituto bicentenario creato nel 1800 durante il Consolato di Napoleone, corre in aiuto dei cittadini che chiedono l’apertura di un conto corrente, ma non riescono ad ottenerla.
D’ora in avanti potranno rivolgersi alla Banque de France più rapidamente. Per legge, tutti i residenti in Francia e i cittadini francesi all’estero hanno diritto ad aprire un conto corrente in Francia.
Questo non significa che sia facile: prima c’è qualche ostacolo da superare. Tanto per cominciare, dovrai dimostrare la tua identità, il tuo indirizzo e dare prova della tua residenza nel paese. Per aprire un conto corrente o un conto di risparmio personale devi avere almeno 18 anni (alcune banche offrono opzioni ai minori, con una lettera di accompagnamento di un genitore o di un tutore).
I documenti necessari sono: un documento di identificazione (il passaporto), una prova dell’indirizzo (un contratto di affitto e/o una bolletta) e un attestato di residenza (un visto o un altro titre de séjour).
Questo potrebbe presentare qualche difficoltà, dal momento che spesso non è possibile pagare una bolletta o firmare un contratto di affitto se non si possiede un conto corrente in Francia. La cosa migliore è crearsi un fascicolo con il maggior numero di documenti possibile e portarlo con sé. Più prove si hanno meglio è.
Se il tuo incontro ha un esito positivo, uscirai dalla banca con un numero di conto corrente, detto anche RIB (relevé d’identité bancaire). La tua banca ti chiamerà o ti invierà una email quando il tuo conto è pronto e potrai iniziare a operare effettuando il primo deposito.
Se la banca dovesse rifiutare la tua richiesta dovrà comunque giustificarlo. In questo caso, puoi fare appello alla Banque de France, che ti assegnerà un’altra banca.
“Il silenzio mantenuto da un istituto di credito per un periodo di quindici giorni a far data dall’avviso di ricevimento, o dal deposito di persona allo sportello di una domanda di apertura di un conto, è considerato come un rifiuto di aprire il conto”, stabilisce ora la legge.
Trascorso questo periodo di due settimane, sarà quindi possibile contattare la Banque de France che, in rispetto del principio del diritto al conto, ha designato dal 1984 un altro istituto tenuto ad aprire gratuitamente un conto deposito con annessi servizi bancari di base.
Si tratta, insomma di un passo avanti per consumatori e utenti.
La legge introduce anche un nuovo obbligo per gli istituti bancari: “Informare la Banque de France dei motivi della risoluzione del contratto di gestione del conto o del rifiuto di aprire un conto, a seguito di una designazione da parte della Banque de France, che interviene a garanzia della procedura per il diritto al conto”.
Il portavoce del collettivo Convergenza nazionale dei servizi pubblici, Loïc Daguzan, ha accolto con favore un obbligo che esercita “una vera pressione sulle banche” affinché riducano il numero di designazioni di apertura (…) che non fossero da queste eseguite.