K metro 0 – Berlino – Erdogan ha iniziato la sua visita di Stato in Germania, con onori militari, al Bellevue Palace di Berlino, dove ha tenuto un colloquio col presidente tedesco Frank-Walter Steinmeier. Il presidente turco è desideroso di assicurare investimenti tedeschi per sostenere un’economia che sente il forte peso del debito estero: la
K metro 0 – Berlino – Erdogan ha iniziato la sua visita di Stato in Germania, con onori militari, al Bellevue Palace di Berlino, dove ha tenuto un colloquio col presidente tedesco Frank-Walter Steinmeier. Il presidente turco è desideroso di assicurare investimenti tedeschi per sostenere un’economia che sente il forte peso del debito estero: la lira turca è scivolata del 40%, quest’anno.
Erdogan ha affermato che la Turchia desidera un accesso più facile all’UE per i suoi cittadini: “Stiamo pianificando di soddisfare i restanti sei criteri per la liberalizzazione dei visti prima possibile”. Ha detto, inoltre, che “La liberalizzazione dei visti, l’aggiornamento dell’unione doganale e il rilancio dei negoziati di adesione andranno a vantaggio sia della Turchia che dell’UE.”
Recep Tayyip Erdogan è in visita ufficiale per tre giorni in Germania: appena giunto nella capitale tedesca, però, si è innescata una polemica, sollevata dallo stesso presidente turco, riguardante l’ex direttore del periodico “Cumhuriyet”, Can Dundar”, uno dei giornalisti più critici nei confronti di Erdogan, ora riparato proprio in Germania. La più alta corte turca ha stabilito a marzo che Dundar avrebbe dovuto essere condannato a 20 anni di prigione per spionaggio, ed Erdogan lo ha sempre descritto come un agente condannato appunto per spionaggio.
La visita di Erdogan, quindi, ha lo scopo anche di calmierare i rapporti tra Germania e Turchia: che, oltre che per il caso Dundar, si sono incrinati per via di cinque cittadini tedeschi, ancora in carcere in Turchia perché coinvolti, a quanto sembra, nell’ intricata vicenda del golpe anti-Erdogan del 2016. La Germania è stata una delle più accanite critiche del giro di vite di Erdogan su giornalisti e oppositori politici.
Alla conferenza, Erdogan ha detto che la Turchia ha il “diritto naturale” di richiedere l’estradizione di Dundar, e ha invitato la Germania ad estradare anche il religioso Fethullah Gulen: risiedente appunto in Germania, e che il leader turco ritiene principale responsabile del tentativo di colpo stato del 2016, in cui morirono 250 persone. Naturalmente, Erdogan cita poi il suo nemico storico, il PKK curdo. La stragrande maggioranza dei sostenitori di Gulen è accusata da Erdogan di avere legami con un’organizzazione terroristica chiamata “FETO”: Gulen ha negato il coinvolgimento, mentre l’Unione europea afferma di non condividere la visione della Turchia, secondo cui la rete “gulenista” è un’organizzazione terroristica.
“La fiducia reciproca e l’azione congiunta delle organizzazioni di intelligence turche e tedesche e dei nostri ministeri renderà le cose più facili”, ha dichiarato Erdogan. Tuttavia, la Merkel ha detto che avrebbe bisogno di prove più consistenti sul movimento di Gulen, prima di fare qualsiasi cosa, affermando: “Prendiamo molto sul serio le prove fornite dalla Turchia, ma abbiamo bisogno di più materiale, se vogliamo classificarlo allo stesso modo in cui abbiamo classificato il PKK (curdo) “.
La problematica legata a Dundar e ai diritti umani in Turchia, chiaramente, non è stato il solo tema trattato nel vertice; si è parlato anche della situazione in Siria. Sembra infatti che quest’ incontro bilaterale sia un evento preparatorio ad un più ampio vertice, annunciato dalla stessa Merkel e previsto per ottobre, tra Recep Tayyip Erdogan, Vladimir Putin, Angela Merkel e Emmanuel Macron. A proposito di questo futuro vertice la Merkel ha dichiarato: “Siamo favorevoli a un incontro a quattro con il presidente turco, il presidente russo, il presidente francese e io, perché la situazione è sempre fragile. Abbiamo l’ambizione che si tenga a ottobre”. Uno dei temi principali della riunione sarà la questione di Idlib, città che rappresenta il fulcro delle forze anti-Assad in Siria, sostenuto dalla Turchia e contro cui le forze governative, appoggiate da Mosca, preparano da settimane un’offensiva. Naturalmente, altro tema connesso a questo è quello dei profughi siriani, che continuano a migrare ad occidente cercando scampo.