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Il valore aggiunto di aggregazioni multidisciplinari per i Piccoli Comuni

Il valore aggiunto di aggregazioni multidisciplinari per i Piccoli Comuni

K metro 0 – Salerno – Quasi la metà dei comuni italiani è classificata montana (3.800) ed il relativo perimetro amministrativo include circa 18 milioni di abitanti, cui corrisponde nella più ampia economia del paese, secondo l’Anci/Uncem, un prodotto interno lordo pari al 16%. Dati che giustificano da soli, dunque, l’opportunità riconosciuta dal governo nazionale

K metro 0 – Salerno – Quasi la metà dei comuni italiani è classificata montana (3.800) ed il relativo perimetro amministrativo include circa 18 milioni di abitanti, cui corrisponde nella più ampia economia del paese, secondo l’Anci/Uncem, un prodotto interno lordo pari al 16%. Dati che giustificano da soli, dunque, l’opportunità riconosciuta dal governo nazionale di riservare per essi peculiari politiche pubbliche, intese al conseguimento di una sempre più rigorosa coesione economica e sociale con il resto del paese. In quest’ottica si pone l’istituzione di un fondo dedicato, nell’articolato della legge di bilancio, per il prossimo anno finanziario 2022. Come, altrettanto, nella stessa scia si pone l’iter legislativo per l’approvazione di una nuova legge nazionale sulla montagna, che vada ad aggiornare la legislazione risalente all’anno 1994. Anno in cui veniva adottata l’importante legge n. 97, tuttora vigente. La salvaguardia di questa parte del paese, tuttavia, oggi si intreccia con il più ampio disegno nazionale di ammodernamento contenuto nel programma Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), in cui in larga misura è possibile candidare programmazioni di sviluppo anche per piccoli Comuni e segnatamente di quelli posizionati in altimetria montana. Pianificazioni che qualora tecnicamente supportate da valide competenze possono potenzialmente ridisegnare i luoghi, restituendo ad essi condizioni di vivibilità idonee a mantenere in vita le stesse comunità di persone, inducendole per il futuro ad una amabile (e non faticosa), permanenza in loco. Le sei ampie missioni concepite nel Piano[nrr], in argomento, sicuramente possono rappresentare il paradigma cui ispirare Piani locali (di area più o meno vasta), muniti peraltro di un valore aggiunto di partenza, quello cui la stessa Unione Europea vincola l’ingente spesa pubblica, ossia la massimizzazione della tutela dell’Ambiente. Per far fronte a ciò, tuttavia, appare necessario (scongiurando di perdere l’occasione propizia) rimediare allo svantaggio dato dalla debolezza della macchina amministrativa, di queste Amministrazioni, supplendo con l’istituzione di aggregazioni tecnico/amministrative che mettano insieme competenze multidisciplinari già preparate ed esperte e pronte a supplire alle debolezze che i sistemi locali segnalano, a prescindere dagli sforzi (meritori) che lo stesso governo nazionale sta facendo secondo, tuttavia, una propria visione nazionale.

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