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10 anni dopo Lehman Brothers: la risposta europea alla crisi finanziaria globale

10 anni dopo Lehman Brothers: la risposta europea alla crisi finanziaria globale

Cosa ha fatto l’UE per contenere gli effetti della recessione economica del 2008? Quali strumenti ha creato per impedire che accada di nuovo? K metro 0 – Bruxelles – Il 15 settembre 2008 Lehman Brothers, la quarta più grande banca di investimenti degli Stati Uniti, dichiarava fallimento, provocando una crisi finanziaria senza precedenti che ha

Cosa ha fatto l’UE per contenere gli effetti della recessione economica del 2008? Quali strumenti ha creato per impedire che accada di nuovo?

K metro 0 – Bruxelles – Il 15 settembre 2008 Lehman Brothers, la quarta più grande banca di investimenti degli Stati Uniti, dichiarava fallimento, provocando una crisi finanziaria senza precedenti che ha stravolto l’economia globale.

Dieci anni di debiti e preoccupazione: La crisi finanziaria mondiale iniziata 10 anni fa ha portato alla peggiore recessione registrata dall’Unione europea nei suoi sessant’anni di storia. Il conseguente aumento vertiginoso del debito bancario e sovrano ha spinto molti governi degli Stati membri a introdurre misure di austerità, come l’aumento delle tasse e il taglio della spesa pubblica, con l’obiettivo di ridurre il deficit. Nella zona euro il debito pubblico è oggi superiore al 20% rispetto a 10 anni fa, con un aumento del 70% in Grecia, del 60% in Spagna e addirittura del 130% in Italia.

Le istituzioni europee e gli Stati membri hanno compiuto alcuni passi importanti negli ultimi dieci anni, adottando decisioni politiche importanti per contenere la crisi e preservare l’integrità della zona euro.

L’Unione bancaria ha stabilito requisiti più rigorosi per le banche e un meccanismo di vigilanza a livello europeo, oltre a garantire un sistema di assicurazione che copre i depositi fino a 100.000 euro. L’UE ha anche creato il Semestre europeo per discutere e coordinare le politiche economiche a livello nazionale ed europeo ed assicurare un controllo più rigoroso dei bilanci nazionali, prestando maggiore attenzione ai livelli di debito pubblico.

Il Piano di investimenti per l’Europa, conosciuto anche come piano Juncker, è stato creato con l’obiettivo di incrementare gli investimenti nell’UE, diminuiti drasticamente durante la crisi a causa della scarsa fiducia degli investitori. Allo stesso modo, l’Unione dei mercati dei capitali è un’iniziativa volta a consentire alle imprese di accedere ai mercati dei capitali piuttosto che affidarsi solo ai finanziamenti bancari.

Non è ancora finita: L’europarlamentare francese Jean Arthuis (Alleanza dei Democratici e dei Liberali per l’Europa), presidente della Commissione per il controllo dei bilanci, ha sottolineato che l’Unione bancaria rappresenta “un notevole miglioramento”, ma che la governance della zona euro non è ancora all’altezza delle sfide economiche e sociali. “Una politica monetaria unica richiede una politica economica che superi gli egoismi nazionali”, ha aggiunto.

Le conseguenze della crisi finanziaria purtroppo si fanno ancora sentire in alcuni paesi dell’UE. La Grecia ha abbandonato il suo ultimo programma di salvataggio solo un mese fa e il suo attuale tasso di disoccupazione si attesta al 19,5%. Anche la disoccupazione giovanile rimane elevata in Europa con il 39,7% in Grecia, il 33,4% in Spagna e il 30,8% in Italia.

Cronologia

2008: fallimento della banca Lehman Brothers negli Stati Uniti. 2009: la maggior parte degli Stati membri dell’UE è in recessione. 2010: introduzione del Semestre europeo. 2014: avvio del Piano Juncker o Piano di investimenti per l’Europa. 2015: lancio dell’Unione dei mercati dei capitali. 2016: le economie di tutti gli Stati membri sono di nuovo in crescita. 2018: la Grecia esce dal suo terzo programma di salvataggio.

europarl.europa.eu/

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