K metro 0 – Vienna – Al vertice di Vienna dei ministri dell’Interno della UE, in occasione della “Conferenza sulla sicurezza e la migrazione”, l’Europa è rimasta sostanzialmente divisa sulla questione immigrazione. Non è stato ancora concluso, anzitutto, l’accordo fra Italia e Germania sul possibile respingimento dei migranti che abbiano chiesto inizialmente asilo nel Belpaese spostandosi poi
K metro 0 – Vienna – Al vertice di Vienna dei ministri dell’Interno della UE, in occasione della “Conferenza sulla sicurezza e la migrazione”, l’Europa è rimasta sostanzialmente divisa sulla questione immigrazione. Non è stato ancora concluso, anzitutto, l’accordo fra Italia e Germania sul possibile respingimento dei migranti che abbiano chiesto inizialmente asilo nel Belpaese spostandosi poi in Germania, a maggior ragione se già segnalati nel meccanismo EURODAC (il database europeo delle impronte digitali per coloro che chiedono asilo politico, e per coloro che sono entrati o soggiornano irregolarmente nel territorio dell’Unione).
L’ accordo italo-tedesco sui migranti: Il meccanismo attualmente allo studio da parte di Salvini e del collega tedesco Seehofer prevede che, per ogni migrante respinto, la Germania si impegni ad accoglierne un altro salvato dal mare. Sono evidenti i passi avanti fatti su questo tema, rispetto a poco prima dell’estate, dal governo di Angela Merkel, a quanto sembra rinforzato dalla parziale intesa tra la Cancelliera e il suo “intransigente” ministro dell’Interno. Il quale sin dall’ inizio dell’estate è stato incaricato di negoziare con Italia, Grecia e Spagna accordi appunto sul rimpatrio dei migranti non in regola (accordi già conclusi con gli ultimi 2 Paesi).
Mentre da Riga, in Lettonia, il Presidente della Repubblica Mattarella, in visita al collega lettone Frank-Walter Steinmeier, nelle stesse ore ha sottolineato la «piena collaborazione» tra Italia e Germania, e la «convergenza sulla opportunità di orientare le politiche della UE verso la ripresa economica, l’occupazione, i giovani», Salvini a Vienna, in conferenza stampa ha frenato sulla conclusione dell’ accordo: precisando che esso sarà sottoscritto solo “se la Germania ci darà una mano a sostenere il cambio delle regole della missione “Sophia” ”. Sabato 15 settembre, Seehofer, leader della CSU bavarese, alla festa del suo collegio a Monaco si è detto ottimista su una rapida firma dell’accordo con l’Italia.
Le prospettive per il futuro: Parlando sempre di immigrazione, nei binari dell’accordo europeo di Bruxelles di giugno scorso, il ministro dell’Interno austriaco, Herbert Kickl, è intervenuto, invece, sull’ ipotesi di un’identificazione dei migranti, una volta soccorsi a bordo dei barconi, già sulle stesse navi che li accoglieranno; e ha ventilato la possibilità che anzi, in futuro, le domande di asilo possano essere effettuate solo fuori dal territorio europeo. I migranti, cioè, otterrebbero risposta alle loro domande d’ asilo addirittura già sulle navi stesse: e in caso di rifiuto, verrebbero riaccompagnati direttamente nei Paesi di origine (sempre, chiaramente, se con questi ultimi esistano specifici accordi).
La proposta di Kickl ha incontrato favore da parte italiana. Tutto questo, comunque, potrà definirsi meglio solo con quel complessivo miglioramento del programma e del sistema operativo “Frontex” preannunciato già al vertice di giugno a Bruxelles, e richiamato ultimamente da Juncker, presidente uscente della Commissione UE, nel suo “discorso d’ addio” al Parlamento Europeo. Per il momento l’Unione è ferma alla pura gestione del presente; mentre incombe la divisione, soprattutto sul tema immigrazione (ma non solo), tra la maggioranza dei 27 e i Paesi del Gruppo di Visegrad.
La situazione italiana: Delegazioni da Egitto, Algeria, Marocco, Tunisia, Niger, Ciad e Mali hanno partecipato alla conferenza di Vienna. Il dibattito, tuttavia, ha visto sostanzialmente poche novità. Il ministro italiano, dopo aver ricordato il calo complessivo degli sbarchi in Italia, nel 2018, a 20.000 unità, di fronte alle 100.000 del 2017 (trend, peraltro, già iniziato, negli ultimi anni, con la linea scelta dal precedente ministro Minniti), ha fatto alcune proposte concrete. Anzitutto, quella che ogni nuovo accordo commerciale tra Paesi UE e Paesi terzi preveda “obbligatoriamente…clausole di rimpatri volontari e accettazione degli immigrati in partenza». In Italia, comunque, anche le domande di asilo politico accettate sono in netto calo: oggi ne vengono accolte, dalle apposite commissioni prefettizie, solo 3 su 10. A proposito della nazionalità delle domande di asilo, ai primi posti ci sono Nigeria, Pakistan e Bangladesh; seguiti da Senegal, Mali, Ucraina e Gambia.
L’ Unione Europea e l’Africa: «Il governo italiano», ha concluso Salvini ringraziando il commissario europeo Avramopoulos per quanto fatto sinora, «sta già lavorando per avere accordi di sviluppo e crescita con i Paesi di provenienza di questi ragazzi». Sull’ Africa, poi, il ministro dell’Interno austriaco Kickl era ottimista, pensando che si potesse raggiungere un accordo con gli Stati nordafricani per eliminare gradualmente la piaga dei campi profughi dei migranti: obbiettivo, invece, ancora lontano. Il vertice, comunque, in sintonia coi programmi di cooperazione europea coi Paesi africani annunciati prima dal Presidente dell’Europarlamento, Tajani, nella visita in Africa di luglio scorso, poi dal Presidente uscente della Commissione, Juncker, nel dibattito a Strasburgo dell’11-12 settembre, ha confermato che la UE guarda con grande interesse all’ Africa, ritenendola “una grande opportunità» per tutti gli europei.
Sul tema migranti, infine, è intervenuto anche il premier Conte, parlando, a Trieste, al 51mo incontro nazionale di studio delle ACLI. «Con l’accoglienza indiscriminata – ha sottolineato – non possiamo risolvere il problema» dell’immigrazione, «perché noi possiamo assicurare il soccorso, ma non possiamo offrire l’accoglienza indiscriminata. Chi ha diritto deve poter presentare domanda di asilo, ma in una prospettiva di gestione dei flussi, chi viene deve potersi integrare. Bisogna uscire dalla logica emergenziale» e affrontare il tema «in modo strutturale”.
Intanto, martedì 18 il titolare del Viminale riceverà a Roma il collega tunisino, Hichem Fourati, per definire meglio tutte le ultime questione.
di Fabrizio Federici