K metro 0 – Medio Oriente – E’ l’accordo “più significativo”, come l’ha definito la ministra dell’energia israeliana Karine Elharrar, da quando i due ex nemici hanno firmato un trattato di pace nel 1994. La Giordania fornirà energia solare a Israele, che in cambio fornirà acqua desalinizzata al suo vicino del deserto, uno dei paesi
K metro 0 – Medio Oriente – E’ l’accordo “più significativo”, come l’ha definito la ministra dell’energia israeliana Karine Elharrar, da quando i due ex nemici hanno firmato un trattato di pace nel 1994.
La Giordania fornirà energia solare a Israele, che in cambio fornirà acqua desalinizzata al suo vicino del deserto, uno dei paesi più carenti di acqua al mondo.
Il vantaggio di questa intesa, ha detto la ministra israeliana dell’Energia, non sta solo nello scambio fra elettricità verde e acqua desalinizzata, ma anche nel rafforzamento delle relazioni con il paese vicino” da cui lo divide una lunga frontiera di 238 km.
L’accordo, mediato dagli Stati Uniti, è stato firmato lunedì durante un evento dell’Expo di Dubai a cui aveva partecipato John Kerry, l’inviato speciale della Casa Bianca per il clima.
“Il Medio Oriente è in prima linea nella crisi climatica“, ha dichiarato Kerry. E i paesi della regione possono affrontare la sfida solo lavorando insieme.
Una grande centrale solare, che verrà costruita in un deserto nella Giordania dalla Masr, una società pubblica degli Emirati Arabi Uniti, fornirà energia principalmente a Israele. Entrerà in funzione fra il 2026 e il 2030 e potrà generare il 2% dell’energia elettrica in Israele.
L’energia da fonti rinnovabili, compresa quella solare, prodotta dalla Israel Electric Corporation ha raggiunto lo scorso aprile i 1.326 Megawatt, pari al 19,3% della produzione totale di energia: un altro passo avanti nella transizione dai combustibili fossili alle fonti alternative.
Ma non basta. Nonostante lo sviluppo delle centrali solari, Israele non dispone di territori sufficienti per grandi impianti fotovoltaici. Per questo è stato firmato l’accordo di Dubai, che impegna Israele a pagare 180 milioni di dollari all’anno per le forniture di energia solare, suddivisi fra la Giordania e la MASR, la società degli Emirati costruttrice del mega impianto fotovoltaico.
Gli studi di fattibilità per il progetto dovrebbero iniziare il prossimo anno.
La Giordania è una delle nazioni più carenti d’acqua al mondo e la sua cooperazione idrica con Israele risale a prima che i due paesi stabilissero relazioni formali.
Anche Israele è un paese caldo e secco, ma la sua avanzata tecnologia di desalinizzazione ha dischiuso prospettive di esportazione di acqua dolce.
L’accordo di Dubai prevede che l’impianto fotovoltaico giordano, con una capacità di 600 Megawatt, esporterà energia verde in Israele, che a sua volta fornirà alla Giordania fino a 200 milioni di metri cubi di acqua desalinizzata.
La Giordania, quasi senza sbocco sul mare, deve affrontare, in prospettiva, gravi problemi di carenze idriche mentre la sua popolazione si espande e le temperature aumentano.
Secondo gli esperti, la futura cooperazione tra i due paesi vicini potrebbe aiutare a migliorare le loro relazioni e a superare quella che il re di Giordania, Abdullah, ha descritto come una “pace fredda”.
In base al trattato di pace del 1994, lo Stato ebraico riconosce la supervisione della Giordania sui luoghi santi musulmani a Gerusalemme est, che dal 1967 è stata occupata da Israele e successivamente annessa.
Spesso in Giordania si svolgono manifestazioni di solidarietà con i palestinesi. E i
recenti accordi di Dubai arrivano dopo che le relazioni tra Gerusalemme e Amman si erano raffreddate sotto l’ex primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu.
Il nuovo premier, Naftali Bennett, che gli è subentrato a giugno, ha fatto invece del rafforzamento dei legami con Amman una priorità.
Anche quando Israele e Giordania erano diventati nemici dopo la guerra del 1948, che ha portato alla nascita dello Stato ebraico, hanno continuato a tenere incontri di cooperazione idrica che hanno contribuito allo sviluppo delle loro trattative di pace.
A luglio, hanno annunciato che Israele avrebbe venduto 50 milioni di metri cubi di acqua desalinizzata all’anno alla Giordania, raddoppiando la quantità che già fornisce, e in ottobre hanno deciso di aumentare ulteriormente le forniture.
Un altro passo avanti, si spera, nel quadro più generale del processo di normalizzazione delle relazioni tra Israele e i paesi arabi, avviato con gli Accordi di Abramo, conclusi nel 2020, grazie alla mediazione degli Stati Uniti, con Emirati Arabi Uniti, Bahrein, Marocco e Sudan.
(AFP)