K metro 0 – Ottawa – Uber è in ascesa in Canada, annunciando lunedì che sta iniziando a prendere ordini per la consegna di cannabis ricreativa – insieme a spuntini – attraverso il suo servizio Uber Eats. Ma per ora, i clienti dovranno ritirare i loro ordini presso il rivenditore Tokyo Smoke. E il servizio è disponibile solo nella provincia dell’Ontario, riporta l’AFP.

Il mercato della cannabis è in espansione in tutto il mondo, con molti stati che la hanno già liberalizzata per uso medico, e alcuni anche a scopo cosiddetto ricreativo. Il gigante delle corse in una dichiarazione ha affermato, di aver firmato una partnership esclusiva con Tokyo Smoke che consente ai clienti di effettuare ordini di cannabis e accessori direttamente nella sua app.

Dopo pochi clic e un controllo dell’identità per assicurarsi che abbiano l’età legale per acquistare erba, i clienti vengono indirizzati al negozio Tokyo Smoke più vicino per il ritiro. “Tutti gli ordini verranno evasi entro un’ora dall’invio dell’ordine, in modo che i consumatori possano ricevere rapidamente i loro articoli”, ha affermato Uber, descrivendo l’accordo come “un primo globale per una società di rete di consegna”.

Alla domanda sulla possibilità di espansione in altre province canadesi o negli Stati Uniti, un portavoce di Uber ha affermato: “Continueremo a monitorare attentamente le normative e le opportunità mercato per mercato. E man mano che le leggi locali e federali si evolvono, esploreremo opportunità con i commercianti che operano in altre regioni”, ha detto a Reuters il portavoce di Uber.

Il portale online del governo dell’Ontario per gli acquisti di cannabis offre già consegne tramite corriere direttamente alle porte delle persone entro pochi giorni o ritiro presso i punti vendita Canada Post.

Diversi negozi di cannabis nella provincia offrono anche consegne locali in giornata.

Il Canada nel 2018 è diventata la prima grande economia a legalizzare la cannabis ricreativa.

Secondo gli ultimi dati del governo, quasi il 17% dei canadesi, o 5,1 milioni di persone, ha riferito di aver usato cannabis nel 2020, rispetto al 15% prima della legalizzazione.