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Migranti, la stretta di Ankara sui voli per Minsk, l’Ue applaude

Migranti, la stretta di Ankara sui voli per Minsk, l’Ue applaude

K metro 0 – Bruxelles – L’Unione europea ha espresso grande soddisfazione dopo che la Turchia ha vietato ai cittadini di tre paesi del Medio Oriente di volare a Minsk e la Russia ha respinto la minaccia della Bielorussia di tagliare un gasdotto verso l’Europa. Centinaia di migranti, principalmente curdi dal Medio Oriente, com’è noto,

K metro 0 – Bruxelles – L’Unione europea ha espresso grande soddisfazione dopo che la Turchia ha vietato ai cittadini di tre paesi del Medio Oriente di volare a Minsk e la Russia ha respinto la minaccia della Bielorussia di tagliare un gasdotto verso l’Europa.

Centinaia di migranti, principalmente curdi dal Medio Oriente, com’è noto, sono stati bloccati per giorni sul confine fra Bielorussia e Polonia, a temperature prossime al gelo, con l’Organizzazione mondiale della sanità “molto preoccupata” per la loro salute.

La Polonia si rifiuta, infatti, di farli attraversare, e l’Occidente accusa il leader bielorusso Alexander Lukashenko di portarli nel paese per mandarli oltre il confine come vendetta per le sanzioni già decise in passato.

Le reazioni di Erdogan non si sono fatte attendere, intanto: come prima mossa per impedire l’arrivo di altri migranti, la Turchia ha deciso che iracheni, siriani e yemeniti non saranno più ammessi sui voli dalla Turchia alla Bielorussia a causa del “problema dei passaggi illegali di frontiera” nell’Ue.

“Stiamo vedendo progressi su tutti i fronti”, ha così reagito il vicepresidente della Commissione europea Margaritis Schinas a una conferenza stampa in Libano,aggiungendo che presto si recherà in Iraq e Turchia. Una portavoce del ministero degli Esteri tedesco ha detto che i colloqui stanno continuando con le compagnie aeree e i paesi lungo le possibili rotte dei migranti, e che il divieto turco mostra che “abbiamo già ottenuto qualche successo”.

I paesi occidentali stanno chiedendo a Lukashenko e al suo principale alleato, la Russia, di prendere provvedimenti per porre fine alla crisi. Parlando a margine di un summit sulla Libia a Parigi, i ministri della Difesa e degli Esteri francesi hanno esortato le loro controparti russe a usare il considerevole peso di Mosca per fare pressione sul dittatore bielorusso.

I ministri della Difesa francese Florence Parly e degli Esteri Jean-Yves Le Drian hanno incoraggiato la Russia a mobilitare i suoi stretti legami con la Bielorussia per garantire che la crisi dei migranti sia risolta. Dopo una riunione d’emergenza al Consiglio di Sicurezza dell’Onu giovedì, le delegazioni statunitense ed europea hanno accusato Minsk di mettere in pericolo delle vite umane per scopi politici e di cercare di distogliere l’attenzione “dalle proprie crescenti violazioni dei diritti umani”. Minsk e Mosca hanno d’altro canto accusato i paesi dell’Ue di non essere all’altezza degli standard internazionali bloccando i migranti che stanno cercando rifugio dopo le “avventure” militari occidentali in Medio Oriente.

In una dimostrazione di sostegno a Minsk, la Russia ha inviato bombardieri strategici per pattugliare la Bielorussia questa settimana e oggi i due paesi hanno detto che un battaglione congiunto di paracadutisti stava tenendo esercitazioni a sorpresa vicino al confine polacco. Mosca ha respinto ogni pretesa di essere coinvolta nella crisi dei migranti, con il presidente Vladimir Putin che ha detto all’Europa che “dovrebbe ripristinare i contatti” con Minsk se vuole una risoluzione.

L’Ue sta invece considerando nuove misure contro Lukashenko, che è già sotto sanzioni per una severa repressione degli oppositori dopo le contestate elezioni presidenziali dello scorso anno. Il leader bielorusso, che ha governato il paese ex-sovietico per quasi 30 anni, ha lasciato intendere che la Bielorussia potrebbe tagliare un gasdotto verso l’Europa in risposta alle possibili ulteriori sanzioni. Ma il Cremlino ha respinto la minaccia oggi, assicurando che l’affidabilità della Russia come fornitore di gas “è fuori discussione”. Putin promette dunque di non tagliare le forniture di gas all’Ue nonostante la minaccia bielorussa. Intanto, la Polonia, da parte sua, ha spostato 15.000 truppe al confine bielorusso e messo una recinzione con filo spinato approvando la costruzione di un muro.

I migranti hanno cercato di attraversare il confine per mesi, ma la crisi è arrivata al culmine quando in centinaia lunedì hanno provato a superare il confine tutti assieme e sono stati respinti dalle guardie di frontiera polacche. Hanno così allestito un campo al confine, dove circa 2.000 persone si rifugiano in tende e bruciano legna dalle foreste locali per tenersi al caldo. Intanto, almeno dieci migranti sono morti sul confine negli ultimi mesi, sette dei quali sul lato polacco, secondo il quotidiano polacco Gazeta Wyborcza; non solo. Giornalisti e operatori umanitari sono stati banditi dall’immediata zona di confine dalle misure di emergenza polacche: la Bielorussia limita, infatti, anche l’accesso al paese per i giornalisti stranieri. Non è chiaro dunque quanti migranti si trovino ora nel paese guidato dal dittaore di Minsk, ma in migliaia hanno attraversato o tentato di attraversare dal paese verso gli stati orientali dell’Ue di Lettonia, Lituania e Polonia dall’estate. Il servizio della guardia di frontiera polacca ha riferito che ci sono stati più di 4.000 tentativi di attraversamento senza permesso dall’inizio di novembre.

Il direttore dell’OMS Europa Hans Kluge ha dichiarato, infine, di essere “molto preoccupato per le migliaia di persone vulnerabili bloccate nella terra di nessuno, in balia del tempo con l’inverno che si avvicina rapidamente“.

 

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