K metro 0 – Roma – Anteprima al Festival di Roma della nuova serie prodotta da Sky e Lotus Production, “A casa tutti bene” per la regia di Gabriele Muccino, tratto dall’omonimo film dello stesso Muccino del 2018 (vedibile in streaming gratuito su RaiPlay). Già dalla visione di questa prima puntata, di 8 totali, che
K metro 0 – Roma – Anteprima al Festival di Roma della nuova serie prodotta da Sky e Lotus Production, “A casa tutti bene” per la regia di Gabriele Muccino, tratto dall’omonimo film dello stesso Muccino del 2018 (vedibile in streaming gratuito su RaiPlay).
Già dalla visione di questa prima puntata, di 8 totali, che andranno in onda a partire da gennaio su Sky (satellite) e NOW (streaming), si intuisce che Muccino non abbandona i temi a lui cari: la famiglia, il tradimento, le verità nascoste.
La trama è la medesima del lungometraggio del 2018. Si parte da un pranzo per celebrare i 70 anni del capofamiglia, interpretato dal bravo Francesco Aquaroli, proprietario del ristorante di lusso San Pietro, costruito con sacrificio e tenacia. Da semplice cameriere, è diventato proprietario, anche se dal flashback iniziale sembra che ci sia stato qualcosa drammatico nell’ascesa del protagonista, che si scoprirà nelle altre puntate della serie.
Nel cast spicca Laura Morante, moglie del Pater Familias, a cui riescono sempre benissimo le scene da moglie tradita o, come in questo caso, da madre preoccupata per i burrascosi rapporti tra il marito e i tre figli, Sara (Silvia D’Amico), Carlo (Francesco Scianna), Paolo (Simone Liberati). Nel Cast anche Valerio Aprea, di cui si apprezzano finalmente le doti, anche fuori Propaganda LIVE e la cantante Emma Marrone, compagna incinta di un nipote del capo famiglia, con problemi di gioco d’azzardo.
I titoli di testa, molto belli e rivelatori, sono accompagnati dalla colonna sonora di Lorenzo Jovanotti, che l’ha composta appositamente per la serie.
Sicuramente una spanna sopra rispetto alla serialità media italiana, tecnica di ripresa sapiente e ritmo perfetto. Lo stesso regista ha dichiarato di non avere adottato ritmi televisivi, portando sul piccolo schermo il suo modo “cinematografico” di girare.
Nel complesso questo primo episodio lascia ben sperare per l’intera serie. D’altronde Muccino i drammi familiari della sua generazione li ha raccontati come nessun’altro. E’ ora però di passare ad altro, altrimenti rischia di imitare se stesso.
di Alessandro Corsi