K metro 0 – Lisbona – Più di 1,6 milioni di portoghesi vivono con meno di 540 euro al mese. E la pandemia ha aggravato ancor di più la povertà, che in Portogallo sta diventando un’emergenza. Prima della pandemia, ha ricordato il presidente della repubblica Marcelo Rebelo de Sousa, si diceva che c’erano circa 100
K metro 0 – Lisbona – Più di 1,6 milioni di portoghesi vivono con meno di 540 euro al mese. E la pandemia ha aggravato ancor di più la povertà, che in Portogallo sta diventando un’emergenza.
Prima della pandemia, ha ricordato il presidente della repubblica Marcelo Rebelo de Sousa, si diceva che c’erano circa 100 milioni di poveri nel mondo e dopo la pandemia, circa 120 milioni.
In Portogallo ce n’erano circa 2 milioni. Dopo la pandemia sono saliti a 2milioni e 200mila.
L’incapacità di raggiungere gli obiettivi fissati a livello mondiale e nazionale per combattere la povertà di fronte alla sua crescita dopo la pandemia è stata la principale preoccupazione sollevata dal presidente de Sousa nel suo discorso di domenica, pronunciato occasione del lancio del libro “Que fizeste do teu irmão” (Cosa ne hai fatto di tuo fratello?).
Un’opera postuma di Alfredo Bruto da Costa, ex ministro della Sanità nel governo socialista di Maria de Lourdes Pintasilgo (la prima donna premier in Portogallo). Da Costa, già docente all’USP (l’Università Cattolica del Porotgallo) è stato un grande studioso della questione della povertà a cui ha dedicato molti libri importanti.
“L’obiettivo principale della Strategia nazionale contro la povertà è di far uscire dalla miseria 360.000 portoghesi entro il 2030”, ha detto il capo dello Stato. Ma se tutto continua così, se non precipiteranno altre crisi, ci vorranno circa 50 anni per far uscire dalla povertà 2 milioni e 200 mila persone”.
Intanto, l’”emergenza povertà” continua a far sentire i suoi effetti. Per attenuarli, molti portoghesi cercano di diluire nel tempo il pagamento delle imposte. Il numero di contribuenti che hanno chiesto di pagare l’IRS (Imposto Sobre O Rendimento Das Pessoas Sigìngulares), l’imposta sul reddito delle persone fisiche, a rate è aumentato.
Quest’anno sono quasi 100.000 i cittadini che hanno chiesto questa dilazione. Che comporta, però un tasso di interesse (passivo) del 4,705%. Interessi che si aggiungono ovviamente alle rate, a partire dalla scadenza del termine di pagamento volontario scritto sulla nota di riscossione.
L’adesione ai piani di rateizzazione per il pagamento delle imposte è aumentata in questi ultimi due anni rispetto al 2019.
Questa opzione è consentita fino al 15 settembre, dopo aver ricevuto l’avviso di riscossione dell’IRS.
Attraverso questa misura, l’Autorità Fiscale può recuperare più di 161,2 milioni di euro.
La rateizzazione può essere richiesta dai contribuenti con debiti IRS pari a cinquemila euro o meno. I contribuenti in questa situazione non devono presentare garanzie, ma non devono avere altri debiti con il fisco.
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