K metro 0 – Roma – Si consulta con i suoi coetanei sui social e pensa che la politica debba partire dal basso. Salem Ali, vent’anni, nata nella metropoli capitolina da genitori egiziani, è candidata al consiglio comunale di Roma con la lista Demos (il capolista è Paolo Ciani, attivo con la Comunità di Sant’Egidio,
K metro 0 – Roma – Si consulta con i suoi coetanei sui social e pensa che la politica debba partire dal basso. Salem Ali, vent’anni, nata nella metropoli capitolina da genitori egiziani, è candidata al consiglio comunale di Roma con la lista Demos (il capolista è Paolo Ciani, attivo con la Comunità di Sant’Egidio, esperto di politiche socio-sanitarie, abitative, immigrazione ed educazione alla pace), a sostegno di Roberto Gualtieri per il centrosinistra. Una universitaria di giurisprudenza al terzo anno che ben veste i panni della paladina dei diritti civili. Kmetro0 le ha chiesto di sintetizzare i suoi punti e ideali per la Capitale.
Quali sono i nodi critici per i giovani nella tua città?
“Ci sono molte diseguaglianze in questa città, non solo nei confronti degli stranieri, ma fra gli italiani stessi, bullismo e razzismo sono più forti che mai. Questo è quello che ho vissuto io da studentessa. Sono nata qui, ma sono sempre stata etichettata come straniera; indosso l’Hijab, è questo è stato motivo di contrasto anche con le altre donne. C’è poi molta indolenza fra i giovani che invece dovrebbero essere spronati a dare di più, soprattutto negli studi. A Roma abbiamo università di altissimo eppure assistiamo alla fuga continua di giovani all’estero, bisogna chiedersi perché e fare qualcosa per frenare questo trend”.
La prima cosa che faresti in Consiglio se fossi eletta?
“I comuni hanno funzioni specifiche per il funzionamento del sistema scolastico primario e secondario. Sicuramente vorrei approfondire il tema della dispersione scolastica e cercare di fare in modo che i fondi stanziati per l’istruzione siano ben utilizzati ed al servizio della collettività. Sono determinata a dare il mio contributo, ascoltando (perché no!) anche il parere dei miei tantissimi follower su Instagram. I giovani che vogliono cambiare Roma, devo essere messi nelle condizioni di poter studiare e lavorare, solo così possono realmente dare una mano a questa città e al paese intero a riprendersi. La politica deve partire dal basso, chi vince le elezioni non deve sentirsi arrivato, ma aiutare gli altri”.
Studia legge per diventare avvocato o magistrato, ad esempio?
“Mi piacerebbe diventare magistrato, ma è ancora presto per decidere sulle mie scelte professionali. Ora ho iniziato questo percorso politico che spero mi dia la possibilità di mettermi al servizio della collettività. La mia priorità resta aiutare le categorie più fragili, solo così avremo città più eque e solidali”.
Come andrebbe gestita l’accoglienza a suo parere?
“Il programma di Gualtieri prevede nuovi centri di accoglienza, che possono essere creati anche sfruttando palazzine disabitate; non si possono certo abbandonare le persone per strada. Una società che accoglie è una società che si mette disposizione di chi non ha nulla, chi fugge da guerre e persecuzioni e cerca un posto sicuro dove ricominciare. Roma è ricca di organizzazioni del terzo settore che si dedicano a questo, occorre potenziare il loro operato e metterlo a sistema. Non a caso il movimento con cui mi candido, DEMOS, ha scelto come slogan, Roma Capitale Sociale, una Capitale che mette al centro le persone e i loro bisogni a partire dai più fragili, come i rifugiati e i senza fissa dimora. Basta con la retorica dell’invasione, è ora di garantire a tutti i diritti universali”.