K metro 0 – Beirut – Già mal ridotti a causa della peggiore crisi economica e politica degli ultimi trent’anni del loro paese, i libanesi non possono neppure dire di essere “ridotti alla canna del gas”: manca pure quello… La sfortuna, dice il proverbio, colpisce sempre due volte. Già mancava l’acqua e l’elettricità dopo che
K metro 0 – Beirut – Già mal ridotti a causa della peggiore crisi economica e politica degli ultimi trent’anni del loro paese, i libanesi non possono neppure dire di essere “ridotti alla canna del gas”: manca pure quello…
La sfortuna, dice il proverbio, colpisce sempre due volte. Già mancava l’acqua e l’elettricità dopo che EDL (Electricité Du Liban) aveva annunciato lo stop delle due principali centrali di Deir Ammar e Zahrani, che insieme forniscono il 40% del fabbisogno del paese.
E adesso manca pure il GPL (Gas di Petrolio Liquefatto). Con i cittadini disperati in lunghe code che aspettano di riempire le bombole del gas dopo che i rivenditori hanno avvertito che anche queste potrebbero finire presto nell’elenco delle merci scarse, provocando il panico in tutto il paese.
Così, martedì i libanesi si sono messi in fila per far scorta di gas da cucina, mentre la crisi economica divora le forniture di beni d’importazione di base.
Alle prese con una crisi economica bollata dalla Banca Mondiale come una delle peggiori del mondo dalla metà del XIX secolo, il Libano sconta ormai da lunghi mesi un’ondata di penuria di generi di prima necessità, dai medicinali al carburante.
Il GPL, solitamente venduto in bombole e ampiamente utilizzato nelle case e nelle aziende per cucinare e riscaldarsi, era facilmente disponibile sul mercato.
Ora non più: “Il nostro stock attuale durerà una settimana”, avverte Farid Zeynoun, che dirige un sindacato di distributori di GPL. “Dopodiché, se non si troverà una soluzione, il gas utilizzato nelle abitazioni sarà venduto al mercato nero”.
Zeynoun attribuisce questa grave carenza al ritardo della Banca Centrale nell’apertura di linee di credito per finanziare le importazioni.
Il gas è sovvenzionato dal governo con un prezzo fisso, ma i rivenditori avvertono che se le forniture ufficiali si esaurissero, i prezzi potrebbero aumentare di oltre un terzo. E questo proprio in un momento in cui le riserve di valuta estera si stanno rapidamente esaurendo, costringendo il paese a ridurre le importazioni per risparmiare i pochi soldi che gli sono rimasti.
Zeynoun ha raccontato che una nave che trasportava 5.000 tonnellate di GPL è attraccata nelle acque libanesi 17 giorni fa, ma è in attesa dell’approvazione delle autorità per scaricare il suo carico.
L’agenzia di stampa nazionale ufficiale ha rilevato una domanda “senza precedenti” di gas nel distretto settentrionale di Akkar.
“Le società di importazione hanno smesso di soddisfare le nostre richieste”, ha detto Walid al-Hayek, capo di una società di distribuzione di gas, accusando anche lui la Banca Centrale per i ritardi nell’apertura delle linee di credito.
A Sidone, nel sud del Libano, la gente si è accalcata presso un fornitore di gas locale per riempire le bombole: “C’è qualcosa di più umiliante di questo?” ha chiesto Mohammad Ali Hasan, uno di quelli in coda, per ore, sotto il sole cocente.
“Usiamo il gas… per cucinare per i nostri bambini… presto faremo la fila anche per l’acqua”.
(AFP)