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Pegasus: Israele farà chiarezza sul software che ha spiato Macron

Pegasus: Israele farà chiarezza sul software che ha spiato Macron

K metro 0 – Parigi – L’affare Pegasus è finito, inevitabilmente, al centro dell’incontro, mercoledì a Parigi, fra il ministro della Difesa israeliano, Benny Gantz, e la sua omologa francese, Florence Parly. Un incontro in calendario da tempo per discutere dei problemi del Medio Oriente, durante il quale, come è emerso dall’entourage di Florence Parly,

K metro 0 – Parigi – L’affare Pegasus è finito, inevitabilmente, al centro dell’incontro, mercoledì a Parigi, fra il ministro della Difesa israeliano, Benny Gantz, e la sua omologa francese, Florence Parly.

Un incontro in calendario da tempo per discutere dei problemi del Medio Oriente, durante il quale, come è emerso dall’entourage di Florence Parly, la ministra francese ha approfittato per “sapere se il governo israeliano era a conoscenza delle attività dei clienti della NSO” (la società israeliana che produce il software spia Pegasus) “e quali dispositivi sono stati applicati, o verranno applicati in futuro, per prevenire il cattivo uso di questi mezzi invasivi”.

Pegasus, come è ormai noto, sarebbe stato usato per spiare il presidente francese Emmanuel Macron, oltre che personaggi pubblici in tutto il mondo (migliaia di politici, attivisti e giornalisti).

Un portavoce del governo francese ha detto che Parly avrebbe “colto l’opportunità” di chiedere a Gantz cosa sa il suo governo sulle attività di NSO, che sono emerse come una responsabilità diplomatica per Israele.

Benny Gantz si è impegnato a fare chiarezza e ha presentato a Florence Parly i risultati iniziali di una valutazione del governo israeliano sulle esportazioni in Francia della NSO. Valutazioni che saranno approfondite da una commissione d’inchiesta messa in piedi dal parlamento israeliano.

Pegasus, a quanto risulta finora, è stato usato per spiare almeno 180 giornalisti, 85 attivisti per i diritti umani e 14 capi di Stato, tra cui appunto il presidente francese Macron.

Due associazioni per i diritti umani, Forbidden Stories e Amnesty International, hanno ottenuto una lista di 50.000 numeri di telefono selezionati dai clienti della NSO dal 2016 per essere potenzialmente sorvegliati e li hanno condivisi con una rete di 17 quotidiani che ne hanno rivelato l’esistenza.

Inizialmente e stato riportato, che lo smartphone di Macron era su una lista di obiettivi potenziali per la sorveglianza da parte del Marocco, come ha riferito il quotidiano francese Le Monde.

La NSO ha dichiarato che il suo spyware è destinato ad essere usato solo dall’intelligence governativa e dalle forze dell’ordine per combattere il terrorismo e il crimine.

E ha precisato che non conosce le identità specifiche delle persone contro le quali i suoi clienti usano Pegasus, ma che se riceve denunce può acquisire le liste dei bersagli e spegnere unilateralmente il software usato da qualsiasi cliente che ne abbia abusato.

Un funzionario israeliano ha confermato che il ministero della Difesa sosterrebbe tali azioni da parte della NSO se venisse accertato un comportamento scorretto.

La legislazione israeliana, a partire dal 2007, richiede che l’esportazione di tecnologie di cyberspying e di cyberwarfare (guerra informatica) sia approvata da un’agenzia speciale dipendente dal ministero della Difesa, simile all’approvazione richiesta per l’esportazione di armi.

Anche la NSO, azienda leader nel settore della cybersecurity, per vendere i propri prodotti – in particolare Pegasus – necessita dunque di un’autorizzazione del ministero della Difesa israeliano. L’indagine interministeriale del governo israeliano dovrà valutare pertanto se la NSO abbia violato i limiti della propria licenza di esportazione e se le autorità che dovevano controllare l’abbiano fatto a sufficienza.

(REUTERS)

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