K metro 0 – Parigi – I pubblici ministeri di Parigi hanno dichiarato di aver aperto un’indagine sulle accuse secondo cui i servizi di intelligence marocchini hanno utilizzato il malware di produzione israeliana Pegasus per spiare diversi giornalisti francesi. Accuse che Rabat ha seccamente respinto. L’indagine esaminerà 10 diverse tipi di accuse, inclusa la violazione
K metro 0 – Parigi – I pubblici ministeri di Parigi hanno dichiarato di aver aperto un’indagine sulle accuse secondo cui i servizi di intelligence marocchini hanno utilizzato il malware di produzione israeliana Pegasus per spiare diversi giornalisti francesi. Accuse che Rabat ha seccamente respinto.
L’indagine esaminerà 10 diverse tipi di accuse, inclusa la violazione della privacy personale, l’accesso fraudolento a dispositivi elettronici personali e l’associazione a delinquere. Il sito web investigativo francese Mediapart ha presentato una denuncia per spionaggio, accusa che il Marocco ha negato. Secondo un’indagine collaborativa di The Washington Post, The Guardian, Le Monde e altri media, basata su un elenco trapelato di 50.000 numeri di telefono, lo spionaggio, attraverso il malware della società israeliana NSO Group, è molto più esteso di quanto si pensasse in precedenza e riguarda tutto il mondo. Mediapart ha rivelato che i telefoni del suo fondatore Edwy Plenel e di uno dei suoi giornalisti erano tra quelli presi di mira dai servizi di intelligence marocchini. Altri giornalisti che lavorano per società di media francesi sarebbero stati presi di mira dai servizi di sicurezza marocchini, inclusi dipendenti di Le Monde, Agence France-Presse e FRANCE 24.
Anche, i telefoni cellulari del presidente Emmanuel Macron e di 15 membri del governo francese potrebbero essere stati nel 2019, tra i potenziali obiettivi della sorveglianza da parte di spyware realizzati dal gruppo israeliano NSO, riporta oggi il quotidiano francese Le Monde.
Il Marocco, come riporta France24, ha negato le affermazioni, affermando di “non aver mai acquisito software per computer per infiltrarsi nei dispositivi di comunicazione”.