K metro 0 – Baku – Il capo del dipartimento del servizio stampa del ministero degli Affari Esteri della Repubblica dell’Azerbaigian, Leyla Abdullayeva, ha risposto ad alcune domande dei media in relazione alla nota presentata dal ministero degli Esteri armeno alle missioni diplomatiche dei paesi esteri in Armenia, in merito alla visita degli ambasciatori dei
K metro 0 – Baku – Il capo del dipartimento del servizio stampa del ministero degli Affari Esteri della Repubblica dell’Azerbaigian, Leyla Abdullayeva, ha risposto ad alcune domande dei media in relazione alla nota presentata dal ministero degli Esteri armeno alle missioni diplomatiche dei paesi esteri in Armenia, in merito alla visita degli ambasciatori dei paesi accreditati in Azerbaigian a Shusha il 9 luglio 2021. Leyla Abdullayeva ha commentato tale nota affermando che: “Questo passo del ministero degli Esteri armeno mostra ulteriormente che questo paese dimostra ancora una posizione che contraddice il diritto internazionale e si basa su rivendicazioni territoriali. Sottolineiamo ancora una volta che qualsiasi visita nel territorio dell’Azerbaigian, all’interno dei suoi confini internazionali, non può subire proteste o commenti da parte dell’Armenia. Le visite in questi territori erano illegali durante l’occupazione militare armena. Shusha è già stata liberata e, come altre regioni liberate, è parte integrante dell’Azerbaigian. Qui si fanno e si faranno visite, sono in corso anche lavori di restauro, i legittimi proprietari della città torneranno alle loro case, insomma la vita riprenderà nella culla della nostra cultura. Quando redige una nota, il ministero degli Esteri armeno dovrebbe almeno considerare cosa e per quali motivi sta protestando. Sembra che la mancanza di una leadership nel ministero degli Esteri armeno incida anche sui documenti preparati da questo organismo. Il ministero degli Esteri armeno dovrebbe già essere a conoscenza della nuova situazione nella regione. Come in passato, perseguire una politica contraria al diritto internazionale e distruttiva non è di buon auspicio per l’Armenia.”