K metro 0 – New York – Addio a Kofi Annan. L’ex segretario generale delle Nazioni unite, premio Nobel per la Pace nel 2001 insieme all’intera organizzazione, è morto in Svizzera a 80 anni dopo una breve malattia. Stando a quanto riporta la Bbc, in un ospedale di Berna, mentre da diversi anni viveva vicino Ginevra.
K metro 0 – New York – Addio a Kofi Annan. L’ex segretario generale delle Nazioni unite, premio Nobel per la Pace nel 2001 insieme all’intera organizzazione, è morto in Svizzera a 80 anni dopo una breve malattia. Stando a quanto riporta la Bbc, in un ospedale di Berna, mentre da diversi anni viveva vicino Ginevra. Nato in Ghana nel 1938, Annan è stato il primo (e l’unico) africano nero segretario generale Onu, incarico che ha ricoperto per due mandati consecutivi dal 1997 al 2006, dunque attraversando il difficile periodo post attentati dell’11 settembre e della guerra in Iraq del 2003. Dopo di lui la guida dell’Onu passò al sudcoreano Ban Ki-moon, dal 2007 al 2016, e infine all’attuale segretario generale Antonio Guterres.
“In molti modi, Kofi Annan era le Nazioni unite”, ha commentato il portoghese rendendo omaggio al predecessore. In Ghana è stata decretata una settimana di lutto nazionale a partire da lunedì. Nato a a Kumasi, capoluogo della regione ghanese di Ashanti, figlio di un quadro di una filiale Unilever, Annan studiò all’università di quella stessa città, poi in un’università americana e infine entrò all’istituto di alti studi internazionali di Ginevra. Nel 1965 sposò Titi Alakija, di una ricca famiglia nigeriana: da lei ebbe un figlio, Kojo, e una figlia, Ama. Dopo la separazione alla fine degli anni ’70, nel 1984 sposò in seconde nozze Nane Lagergren, avvocatessa svedese, dalla quale ebbe la figlia Nina. A parte qualche anno trascorso come direttore del turismo del Ghana, Annan ha consacrato 40 anni della sua vita professionale alle Nazioni unite. È stato il primo segretario generale giunto a questa posizione dai ranghi interni dell’organizzazione. Inizialmente ha diretto le risorse umane dell’Onu, poi gli affari di bilancio, prima di guidare a partire dal 1993 il dipartimento per il peacekeeping; quattro anni più tardi assunse il timone dell’Onu. Fu mentre lui guidava le missioni di peacekeeping che l’Onu visse due delle pagine più buie della sua storia: il genocidio in Ruanda e la guerra in Bosnia. Il fatto che l’Onu non fosse riuscita a evitare il genocidio in Ruanda e il massacro di Srebrenica attirò su Annan non poche critiche: i Caschi blu si ritirarono nel 1994 dal Ruanda in preda al caos e alle violenze etniche; e solo un anno più tardi le forze serbe massacrarono migliaia di musulmani a Srebrenica. Nonostante queste ombre, però, dal 1997 Annan si adattò rapidamente al nuovo ruolo di segretario generale, moltiplicando le apparizioni in tv e le partecipazioni a cene mondane fino a guadagnarsi da parte di alcuni l’appellativo di ‘rock star della diplomazia’.
Kofi Annan doveva la sua nomina agli Stati Uniti, che avevano posto il loro veto a un secondo mandato del suo predecessore, l’egiziano Boutros Boutros-Ghali. Questo non gli ha impedito di dare prova di indipendenza davanti alle grandi potenze: nel 2003 irritò gli Stati Uniti definendo “illegale” l’invasione dell’Iraq dal momento che questa operazione non era stata ratificata dal Consiglio di sicurezza. Poco dopo, nel 2005, uno scandalo corruzione soprannominato ‘petrolio per cibo’ coinvolse lui e il figlio Kojo: alcuni chiesero le sue dimissioni, ma alla fine venne scagionato. Una commissione d’inchiesta riconobbe l’innocenza di Kofi Annan, scoprendo tuttavia lacune nella gestione del programma: Kojo Annan legato a una società svizzera che aveva concluso contratti nell’ambito del programma. Quando lasciò l’incarico era uno dei dirigenti Onu più popolari. Insieme all’Onu, nel 2001 aveva ricevuto il Nobel per la Pace per gli sforzi “in favore di un mondo meglio organizzato e più pacifico”.
“Ho provato a mettere l’essere umano la centro di tutto ciò che intraprendiamo: dalla prevenzione dei conflitti allo sviluppo e ai diritti dell’uomo”, aveva dichiarato a Oslo ritirando il riconoscimento. Dopo un’esperienza di cinque mesi nel 2012 come inviato speciale di Onu e Lega araba per la Siria (gettò la spugna a ottobre accusando le grandi potenze di avere trasformato il suo lavoro in una “mission impossible”), negli ultimi anni Kofi Annan aveva ripreso il servizio sulla scena diplomatica assumendo la guida di una commissione per i diritti dei musulmani Rohingya costretti a fuggire dalla Birmania in Bangladesh a causa della repressione dell’esercito. Aveva anche creato una fondazione consacrata allo sviluppo duraturo e alla pace, e faceva parte del gruppo The Elders fondato da Nelson Mandela per promuovere pace e diritti umani.
“Ho appreso con tristezza la notizia della morte di Kofi Annan. Con la sua scomparsa la Comunità Internazionale perde una figura di riferimento e le Nazioni Unite un ex Segretario Generale fortemente impegnato a favore della pace – Premio Nobel nel 2001 – della tutela dei diritti umani e della promozione dello sviluppo sostenibile”, scrive in una nota il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.
da Redazione JobsNews