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Etica e religioni: L’etica, linguaggio universale dell’umanità

Etica e religioni: L’etica, linguaggio universale dell’umanità

K metro 0 – Roma – Quello dell’etica è un patrimonio universale dell’Umanità di tutti i tempi ed in tutti i luoghi, costituente la fonte comune della Fede e della Ragione, tra di loro perfettamente compatibili, come già insegnava S. Tommaso d’Aquino (1225- 1274): “Fides quaerens intellectum et intellectus quaerens fidem”. Nella politica, nella filosofia,

K metro 0 – Roma – Quello dell’etica è un patrimonio universale dell’Umanità di tutti i tempi ed in tutti i luoghi, costituente la fonte comune della Fede e della Ragione, tra di loro perfettamente compatibili, come già insegnava S. Tommaso d’Aquino (1225- 1274): “Fides quaerens intellectum et intellectus quaerens fidem”.

Nella politica, nella filosofia, nella cultura, nell’economia, ciò che conta è per ciascuno di noi la “possibilità di scelta”, poiché dove c’è coazione non vi è alcun a opzione moralmente apprezzabile.

La laicità trascende ogni schema predeterminato che ci preservi da pericoli ed errori, facilitando in tal modo il confronto libero ed aperto tra le più diverse culture in un atteggiamento di reciproco rispetto, nella ricerca di valori condivisi ed, al contempo, nella tutela delle differenti identità, cui nessuno è chiamato ad abdicare, né delle quali è abilitato ad imporre ad altri i contenuti etici specifici.

Nella cornice del diritto, ogni cittadino– a prescindere dai suoi personali convincimenti- deve essere messo in grado di poter esprimere le sue preferenze ed i suoi giudizi con un grado minimo di responsabilità, autonomia e capacità relazionale. L’autodeterminazione che ne consegue, non significa neutralità circa la dimensione etica, bensì valorizzazione della stessa, in quanto l’uomo morale è da considerarsi tale solo in virtù di un libero arbitrio esercitato in un regime di libertà.

Poiché il Fato incombe sempre sul corso degli avvenimenti, non può ascriversi esclusivamente ad esso l’esito delle nostre scelte.

È meschino soffermarsi a considerare solo se l’agire di una persona risponda o meno ad una legge o ad una norma generale, perché questo non basta a discernere e ad assicurare una piena fedeltà a Dio nell’esistenza concreta di un essere umano”, ha affermato papa Francesco (1936) nella Amoris Laetitia.”

Per chi non ha il dono della Fede, il parametro di riferimento è la razionalità che ogni persona possiede in potenza sin dal primo vagito, e che in atto si accresce mediante l’istruzione.

I sette peccati sociali indicati da Gandhi (1869- 1948) nella sua riflessione sull’etica sono questi: 1) la politica senza principi; il benessere senza lavoro; 3) la conoscenza senza carattere; 4) il commercio senza moralità; 5) la scienza senza umanità; 6) la fede senza sacrificio; 7) il piacere senza moralità.

Tra le patologie correlate al calo della tensione morale, o etica che dir si voglia, vi è la mancanza di cultura, che già nel periodo illuministico era considerata un fattore indispensabile per l’efficienza istituzionale, il benessere sociale e la libertà economica. Un’analisi realizzata in Germania su 125 Stati ha evidenziato che esiste un’evidente correlazione tra il tasso di corruzione e l’assenza di organiche politiche culturali, che alla fine ha ricadute negative anche sullo sviluppo economico, politico e scientifico.

La cultura è un fattore di libertà, di senso critico e –quindi- di discernimento al fine di una sana crescita del sistema Paese nel suo insieme, oltre che dei singoli individui, che di detto sistema costituiscono le cellule vitali.

Che la vita stessa debba consistere in una continua educazione, era sostenuto dal Croce (1866-1952) , il quale avvertiva che quando tale unità cessava, la vita si arrestava ed era la morte.

Morte sulla quale, il naturaliter christianus Croce, lasciò una memorabile riflessione: Vero è che questa preparazione della morte è intesa da taluni come un necessario raccoglimento della nostra anima in Dio; ma qui occorre osservare che con Dio siamo e dobbiamo essere a contatto in tutta la vita, e niente di straordinario ora accade che ci imponga una pratica inconsueta: le anime pie di solito non la pensano così e si affannano a propiziarsi Dio con una serie di atti che dovrebbero correggere l’ordinario egoismo della loro vita precedente, e che invece sono l’espressione ultima di questo egoismo”.

La vita non doveva seguire la fallace bussola di dove andava il mondo, poiché – era ancora il Filosofo napoletano a parlare- doveva obbedire alla necessità morale di tutelare e promuovere gli umani valori e virtù, il rispetto della personalità: in sintesi “il culto della libertà”. Esso imponeva di non lasciarsi condizionare dal gretto conformismo alla corrente del pensiero predominante, bensì di seguire la voce intima della propria retta coscienza: “Non vi date dunque pensiero di dove vada il mondo- avvertiva- ma di dove bisogna che andiate voi, per non calpestare cinicamente la vostra coscienza, per non vergognarvi di voi stessi”.

Circa il rapporto con il prossimo, Egli scrisse: “l’etica dell’umana dignità[..]non serve veramente se stessa che nel donarsi all’altrui, nel porgere mano soccorrevole ai fratelli”.

Principio quest’ultimo, fondamentale anche nell’Islam sin dagli albori, per la realizzazione di una Comunità musulmana (Ummah) coesa, solidale e pacifica, postulata dal Profeta nella “Costituzione di Medina”, prima carta costituzionale per lo Stato Islamico.

Pertanto l’etica è un valore fondante per tutte le religioni e le società civili, e non coincide affatto con la communis opinio, che nella storia ha supportato dittature liberticide -come quella nazista e comunista- e che oggi si forma sciaguratamente sui social, che coinvolgono più l’immaginazione, le emozioni, la fantasia, ma non certo la razionalità, che richiede –viceversa- riflessione, ponderazione, ragionamento non estemporaneo ed un retroterra di cultura non superficiale.

La politica che punta più alla produzione del consenso immediato, che ad una strategia di lungo periodo a promozione e tutela dei bisogni concreti dei cittadini, anche a costo di sacrifici, è una “navigazione a vista” che non può approdare ad alcun porto sicuro, ma che conduce alle secche della demagogia parolaia ed inconcludente.

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