K metro 0 – Lisbona – Marcelo Rebelo de Sousa, il presidente del Portogallo, non fa marcia indietro. Dopo aver posto fine allo stato di emergenza il 1° maggio scorso, ha escluso una battuta d’arresto nel processo di riapertura su scala nazionale, sostenendo che il servizio sanitario nazionale non è sotto forte pressione. Tutt’altro. Anche
K metro 0 – Lisbona – Marcelo Rebelo de Sousa, il presidente del Portogallo, non fa marcia indietro. Dopo aver posto fine allo stato di emergenza il 1° maggio scorso, ha escluso una battuta d’arresto nel processo di riapertura su scala nazionale, sostenendo che il servizio sanitario nazionale non è sotto forte pressione. Tutt’altro.
Anche se si ha notizia di focolai di Covid in nove matrimoni e feste, all’origine di 200 contagiati a Lisbona, dove si registra più della metà dei contagi dell’intero paese in un giorno, con due decessi.
Marcelo de Sousa ha preso questa posizione al termine di una messa ecumenica a Lisbona, dopo un confronto con i giornalisti sul fatto che il Portogallo sta registrando un aumento del numero giornaliero di persone contagiate dal coronavirus.
A chi gli chiedeva se questo aumento del numero dei contagiati possa portare a lungo termine a un ritorno a misure restrittive, il capo dello Stato ha escluso questo scenario sostenendo che il tasso di mortalità “è molto basso, il numero medio di pazienti in terapia intensiva è molto ridotto e anche il numero medio di ricoveri è del tutto accettabile”.
Il presidente ha riconosciuto che c’è un numero elevato di nuovi casi di infezione. Ma le vaccinazioni sono in aumento. E dopo aver vaccinato gli over 40, poi gli over 30, a luglio – ha precisato – avremo circa un milione di vaccinati in più”.
In questo momento, tra quelli che hanno ricevuto una dose e quelli che hanno già ricevuto la seconda, sono già 6,5 milioni i portoghesi vaccinati.
Se aggiungiamo i contagiati, che in buona parte sono immunizzati, in un mese avremo un numero molto significativo di infezioni in rapporto alla popolazione dell’intero paese, che conta poco più di 10 milioni di abitanti. Si prevede perciò una settimana o due di numeri alti, ma senza gravi pressioni sul servizio sanitario nazionale. Non saranno necessarie pertanto misure di restrizione generalizzate.
Alla domanda se i parametri in base ai quali viene calcolato il rischio epidemico debbano essere modificati, Marcelo de Sousa ha ribadito l’idea che l’orientamento attuale deriva da “un equilibrio tra più posizioni riscontrate dal Governo“.
“Ciò che conta è ciò che accade concretamente”. Anche quando il numero dei casi sale fino a sfiorare il migliaio, non c’è il rischio di paralisi del servizio sanitario nazionale – già drammaticamente sperimentato – né c’è un aumento del numero dei morti. E “questo è fondamentale”, ha sottolineato il presidente.
Di fronte alla possibilità di una diffusione della variante Delta del nuovo coronavirus, il capo dello Stato ha nuovamente sdrammatizzato: “Ci sono state diverse varianti, che appaiono e scompaiono“.
“Finora non è stato dimostrato che i vaccini non coprano queste varianti”, ha concluso.