K metro 0 – Ginevra – Il lavoro minorile costituisce un problema persistente nel mondo. Le ultime stime indicano che all’inizio del 2020 nel mondo, circa 160 milioni di bambini e adolescenti — 63 milioni di ragazze e 97 milioni di ragazzi — erano coinvolti in diverse forme di lavoro minorile, una stima pari a
K metro 0 – Ginevra – Il lavoro minorile costituisce un problema persistente nel mondo. Le ultime stime indicano che all’inizio del 2020 nel mondo, circa 160 milioni di bambini e adolescenti — 63 milioni di ragazze e 97 milioni di ragazzi — erano coinvolti in diverse forme di lavoro minorile, una stima pari a quasi 1 su 10 fra bambini e adolescenti del mondo. Settantanove milioni di bambini e adolescenti — quasi la metà delle vittime del lavoro minorile — svolgono un lavoro pericoloso che può danneggiare direttamente la loro salute e il loro sviluppo psico-fisico, riferisce un rapporto dell’organizzazione internazionale del lavoro (ILO) e del Fondo delle Nazioni Unite per l’infanzia (Unicef) diffuso lo scorso giovedì.
Il quadro che emerge a livello mondiale nasconde i progressi che sono stati registrati in Asia e nel Pacifico, e in America latina e nei Caraibi contro il lavoro minorile. In entrambe le regioni, il lavoro minorile è diminuito negli ultimi quattro anni in termini percentuali e assoluti. Un progresso simile non è stato realizzato nell’Africa sub-sahariana. A partire dal 2012, questa regione ha registrato un aumento, sia del numero che della percentuale dei bambini e adolescenti che lavorano. Attualmente, è maggiore l’incidenza di bambini e adolescenti costretti a lavorare nell’Africa sub-sahariana rispetto al resto del mondo. L’obiettivo globale di porre fine al lavoro minorile non verrà raggiunto senza una svolta decisiva in questa regione. Negli ultimi quattro anni sono stati registrati progressi continui in termini di affrancamento dal lavoro minorile di bambini e adolescenti di età compresa tra i 12 e i 14 anni e tra i 15 e i 17 anni. In entrambe le fasce d’età il lavoro minorile è diminuito in termini percentuali e assoluti, segnando una costante tendenza al ribasso rispetto alle stime precedenti. Tuttavia, il lavoro minorile è aumentato tra i bambini di età compresa tra i 5 e gli 11 anni, in controtendenza rispetto al progresso per questo gruppo di età registrato dalle stime del 2016. Nel 2020 il numero dei bamini di età compresa tra i 5 e gli 11 anni costretti a lavorare ha subito una crescita di circa 16,8 milioni rispetto al 2016.
È necessario adottare misure immediate per evitare un’altra battuta di arresto a causa della crisi generata dal COVID-19. Con ogni evidenza, la pandemia ha aumentato il rischio di lavoro minorile, soprattutto a causa dell’aumento della povertà — le famiglie hanno più probabilità di ricorrere al lavoro minorile — e a causa della chiusura delle scuole — le famiglie non hanno altra scelta se non quella di mandare i bambini a lavorare. Per ridurre questi rischi, sarà indispensabile estendere le misure di sostegno al reddito per le famiglie in condizioni di vulnerabilità, attraverso le prestazioni familiari e altre misure. Dovranno inoltre essere intraprese delle campagne per promuovere il ritorno a scuola, così come programmi intensivi di recupero scolastico per riportare i bambini nelle aule e aiutarli a recuperare l’apprendimento perso, quando le condizioni lo permettano.
Porre fine al lavoro minorile è possibile. Le Convenzioni dell’ILO sul lavoro minorile sono strumenti giuridici a tutela dei minori, che chiedono ai governi interventi mirati per l’eliminazione dello sfruttamento del lavoro minorile e la proibizione, attraverso procedure d’urgenza, delle sue forme peggiori.
La Dichiarazione dell’ILO sui Principi e i Diritti Fondamentali al Lavoro prevede che anche gli Stati membri che non hanno ancora ratificato queste Convenzioni devono rispettare, promuovere e realizzare i principi contenuti nelle Convenzioni. Sono molti i Paesi che hanno ratificato le norme internazionali dell’ILO sul lavoro minorile, ma — come evidenziato dai dati recenti — la distanza tra la ratifica e la loro effettiva applicazione resta ancora grande.