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Lo stile della comunicazione presidenziale

Lo stile della comunicazione presidenziale

K metro 0 – Roma – Volgendo uno sguardo al passato, è ben noto che i poteri del Capo dello Stato vennero conferiti in sede costituente con estrema circospezione, al fine di evitare la reiterazione- seppure in forma diversa- della figura di un uomo solo al comando, di cui la recente esperienza fascista aveva lasciato

K metro 0 – Roma – Volgendo uno sguardo al passato, è ben noto che i poteri del Capo dello Stato vennero conferiti in sede costituente con estrema circospezione, al fine di evitare la reiterazione- seppure in forma diversa- della figura di un uomo solo al comando, di cui la recente esperienza fascista aveva lasciato un inquietante retaggio.

Il Capo dello Stato, Sergio Mattarella, ha evidenziato proprio questo aspetto in una recente dichiarazione (19/05/2021) davanti ai bambini di una scuola primaria di Roma “quando mi sono preoccupato perché sapevo quanto era impegnativo il compito, due cose mi hanno aiutato: ho ottimi collaboratori ma soprattutto il fatto che in Italia, in base alla Costituzione, non c’è un solo organo che decide ma le decisioni sono distribuite tra tanti organi”.

Il Presidente della Repubblica, già in sede di Assemblea costituente, venne configurato con scarse facoltà, tanto che il padre del diritto pubblico italiano, Vittorio Emanuele Orlando, affermò che contava meno del cessato Sovrano, il quale, a sua volta, aveva così scarsi poteri da essere appellato “Re travicello”.

Proponendo un excursus sui Presidenti che si sono succeduti, si evince il prevalere di un’interpretazione sostanzialmente sobria della funzione presidenziale da De Nicola fino a Leone, con l’eccezione di qualche esuberanza di ruolo da parte di Gronchi.

Un forte cambio di passo si avvertì per la prima volta a far data dalla Presidenza Pertini, il cui mandato fu caratterizzato da una sorta di colloquio diretto tra il Quirinale e il popolo, il che consentì di tenere saldo il legame tra le istituzioni democratiche e la gente comune, in un momento nel quale spinte eversive dell’ordinamento democratico, provenienti a quell’epoca dal terrorismo nelle sue varie manifestazioni, furono sconfitte anche grazie al personale carisma del “nonno Presidente”

Con la presidenza Cossiga si assistette ad una sorta di rivoluzione al quinto anno del suo mandato, non casualmente coincidente con la caduta del Muro di Berlino, in seguito alla quale il Presidente poté ricorrere maggiormente allo strumento dell’esternazione, denunciando tutte le criticità di una democrazia che si mostrava in affanno.

Con il tempo è divenuto incongruo parlare di semplice ruolo arbitrale del Capo dello Stato, ma potrebbe risultare anche maggiormente incongruo ipotizzare nella sua figura una funzione governante, seppure de facto e non de Jure.

Come è noto, i più recenti Presidenti della Repubblica hanno dovuto esercitare il loro ruolo di garanti della Costituzione in un contesto inedito rispetto a quello delle forze politiche tradizionali, con la conseguenza di frequenti fibrillazioni di un Parlamento molto vivace nella contrapposizione tra i vari schieramenti.

I Capi dello Stato hanno modulato l’esercizio delle loro attribuzioni esercitandole in maniera più o meno intensa, a seconda di quanto richiesto dalle cangianti esigenze di equilibrio della vita politica e istituzionale, ora accentuando i compiti di garanzia, ora quelli di attivazione e impulso, ora i collegamenti e i raccordi tra poteri, ora la sintonia con l’opinione pubblica.

Le più recenti presidenze Scalfaro, Ciampi, Napolitano e Mattarella, hanno rappresentato differenti strategie interpretative delle proprie funzioni, sia per la mutevolezza delle oggettive condizioni della politica nazionale, internazionale, economica e finanziaria, sia –naturalmente- per le diverse caratteristiche temperamentali dei singoli Capi dello Stato.

Le c..d “esternazioni”- neologismo coniato a far data dalla presidenza Cossiga – hanno costituito nel loro uso più o meno esteso, una modalità espressiva ignota ai Padri costituenti, in quanto non esistevano le moderne modalità comunicative di massa.

In merito all’evoluzione di tale strumento, inizialmente la parola “esternazioni” divenne di uso comune a far data dal mandato cossighiano, ma con un significato sfavorevole, indicando non tanto un’ ordinaria manifestazione del pensiero presidenziale, quanto la sua deformazione negativa di critica dai toni corrosivi, non compatibili con il ruolo di mediazione e di composizione dei conflitti, tipico di un organo concepito super partes.

Dopo il ricordato mandato, le esternazioni persero ogni sostanza corrosiva, rivelandosi una nuova forma negli orizzonti comunicativi del Colle.

Analizzando in particolare le più recenti presidenze Napolitano e Mattarella, la comunicazione si è venuta gradualmente ad ampliare, passando dai tradizionali strumenti radio-televisivi ai social media, ed aprendo così idealmente ai cittadini le porte della più alta istituzione dello Stato, prima accessibili soltanto attraverso il tradizionale mezzo della corrispondenza cartacea, che sopravvive residualmente.

Nella sempre più diffusa instabilità politica, dovuta anche al vigente sistema elettorale, il Colle è venuto ad assumere oggettivamente, un ruolo sempre più intenso di equilibrio, e di stabilità e di mediazione nel c.d. “sistema Paese”, con positive ricadute nei termini di immagine, di reputazione, di affidabilità politico- economica anche in ambito internazionale.

In siffatto contesto, si è venuta a realizzare una fattispecie inimmaginabile nei tempi ordinari ed estranea allo spirito dei Padri costituenti, vale a dire la conferma del mandato ad un presidente, Napolitano, il quale si è spontaneamente e responsabilmente autolimitato a solo due anni. di esercizio del nuovo mandato.

Dall’analisi dell’attuale presidenza Mattarella in prossima scadenza, si può trarre la percezione di un ritorno alla terzietà arbitrale e perlopiù silente, che ispirò i redattori della massima Carta, nel definire la figura del Capo dello Stato.

Va sottolineato che l’attuale Presidente ha”rivitalizzato”, anche attraverso le moderne tecnologie, quel rapporto speciale con i giovani che fu assai caro al remoto suo predecessore Pertini.

Un’altra scelta innovativa e “social” è stata quella di trasmettere le consultazioni sul canale ufficiale Youtube, collegandosi all’account del Colle, in modo di consentire al più vasto pubblico di seguire l’evento.

A margine di ciò, uno dei maggiori costituzionalisti, Sabino Cassese, ha voluto sottolineare l’attuale inquilino del Colle è stato costantemente “impegnato nel mantenere un rapporto con il Paese, probabilmente preoccupato del distacco tra Paese reale e Paese legale”.

Ci sia consentita una riflessione conclusiva: la Presidenza Mattarella, iniziata “sottovoce”, si mantenuta costantemente misurata nei toni anche quando nei contenuti si è espressa sui principali argomenti della vita politica, avvalendosi delle più avanzate tecnologie comunicative.

In tal modo si è realizzata una felice sinergia fra tradizione ed innovazione, nella sempiterna cornice di una Costituzione sempreverde, che porta assai bene i suoi 75 anni!

di Alessia Balsamo

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