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Ungheria: La speculazione immobiliare minaccia il paradiso naturale del Lago Balaton

Ungheria: La speculazione immobiliare minaccia il paradiso naturale del Lago Balaton

K metro 0 – Szigliget – Pescatori su piccole barche di legno scivolano tra i canneti e le placide acque del Balaton, il più grande lago dell’Europa centrale, uno dei tesori naturali dell’Ungheria. Lo chiamano il “mare magiaro”. Si estende per 80 chilometri, circondato da 120 miglia di costa. Fondo limoso e acque poco profonde

K metro 0 – Szigliget – Pescatori su piccole barche di legno scivolano tra i canneti e le placide acque del Balaton, il più grande lago dell’Europa centrale, uno dei tesori naturali dell’Ungheria.

Lo chiamano il “mare magiaro”. Si estende per 80 chilometri, circondato da 120 miglia di costa. Fondo limoso e acque poco profonde (quella media appena tre metri, la massima poco più di 12) dà vita a un delicato ecosistema che fornisce una destinazione stagionale per una varietà di uccelli migratori.

Il pittoresco villaggio di Szigliget, sulle sue sponde, ha mantenuto il suo carattere tradizionale per secoli. La sua imponente fortezza, che offre una spettacolare vista dall’alto sul lago e i suoi dintorni, le case contadine imbiancate a calce e i piccoli vigneti sui dolci pendii sono rimasti quasi intatti nonostante due guerre mondiali, 45 anni di comunismo e la transizione dell’Ungheria verso un’economia di mercato.

Ma su questo, come su molti altri centri intorno al Balaton si addensano nuove minacce. La speculazione immobiliare, lo sgombero delle campagne per favorire un maggior accesso di turisti e il cambiamento climatico si combinano per gettare un’ombra su tutta questa area.

Molti degli insediamenti del lago sono già stati alterati dalla speculazione immobiliare. E il sindaco di Szigliget, Daniel Balassa, teme che l’atmosfera idilliaca del suo villaggio possa presto venir turbata da questi sviluppi.

“Qui non abbiamo bisogno di edifici enormi, né di costruzioni lungo l’intero litorale. Abbiamo una spiaggia e un porto turistico. Non ci serve altro”.

Ma il governo ungherese vede il lago come una potenziale miniera d’oro per il turismo nazionale e internazionale. Nel 2016, ha designato la regione come area di sviluppo turistico prioritario e ha stanziato 365 miliardi di fiorini (1,27 miliardi di dollari) di fondi propri e dell’UE per il miglioramento di ferrovie, strade, porti turistici e per la ristrutturazione e la costruzione di hotel e pensioni.

Secondo l’Agenzia del turismo ungherese, negli ultimi anni sono stati intrapresi 232 progetti di questo tipo in 56 insediamenti.

Con gravi conseguenze sull’ambiente. Gli alberi vengono tagliati e i canneti stanno scomparendo, minacciando l’intero ecosistema, perché sono meno in grado di filtrare l’acqua del lago. Così le alghe proliferano e i pesci muoiono. E l’ambiente lacustre si impoverisce e perde diversità.

La triste verità in Ungheria… è che misuriamo il successo dello sviluppo in metri cubi di cemento piuttosto che nel numero di specie particolari di uccelli o di metri quadrati di canneti intorno al lago”, ha osservato Zoltan Kun, un esperto ecologista.

Dopo che l’ascesa al potere del premier Viktor Orban e del suo partito (Fidesz), nel 2010, il governo ha sciolto il ministero della protezione ambientale. E questo, secondo Kun, ha ridotto notevolmente la capacità dello Stato di prendersi cura delle risorse naturali del paese.

Le norme di conservazione esistenti sono spesso applicate in modo selettivo e le loro violazioni comportano multe esigue solo dopo che il danno è già stato fatto.

Istvan Boka, presidente del Consiglio per lo sviluppo del Lago Balaton e rappresentante del partito al governo, sostiene invece che le normative esistenti sono sufficienti per prevenire la distruzione di parti incontaminate del lago.

I recenti sviluppi, dice, “si sono verificati tutti su un litorale già sfruttato”.

In epoca socialista, il Balaton era in effetti una meta popolare per molti lavoratori che potevano godersi le vacanze sovvenzionate dai loro sindacati. Anche i cittadini della Germania orientale e occidentale potevano visitare il lago, rendendolo così un luogo di incontro per famiglie con membri che vivevano su entrambi i lati della cortina di ferro.

Da allora, è rimasta una destinazione accessibile per gli ungheresi di quasi tutti i ceti, sebbene gran parte delle infrastrutture costruite durante il periodo socialista siano diventate fatiscenti.

Oggi però gli alloggi di lusso sono in aumento e si sta pianificando di accrescere il traffico di barche a vela sul lago per accontentare i turisti più facoltosi.

A metà aprile di quest’anno, l’Agenzia nazionale del turismo ungherese ha lanciato un progetto per rilanciare il turismo sul Balaton dopo la crisi creata dalla pandemia di Covid, sottolineando le potenzialità di un’area che è diventata una destinazione da vivere tutto l’anno, con infrastrutture sempre migliori e molte nuove attrazioni.

Ma se la magia del lago e dei suoi villaggi rendono inevitabile una crescita del turismo e di ciò che ne consegue, questo sviluppo, secondo il sindaco di Szigliget, dovrebbe essere a “misura d’uomo”, ovvero rispettoso dell’integrità naturale e culturale della zona: “Non ogni nuovo progetto è necessariamente una cosa terribile. Si deve solo trovare un equilibrio che sia soddisfacente per tutti”.

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