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La rete elettrica europea ancora un altro black out

La rete elettrica europea ancora un altro black out

K metro 0 – Berlino – Dopo un quasi blackout nel gennaio scorso, s’è verificato un altro improvviso calo di frequenza nella rete elettrica europea. “Tuttavia, l’interruzione di lunedì pomeriggio è stata molto inferiore rispetto a quella di gennaio – ha affermato martedì un portavoce dell’operatore di rete di trasmissione tedesco Amprion -: la sicurezza

K metro 0 – Berlino – Dopo un quasi blackout nel gennaio scorso, s’è verificato un altro improvviso calo di frequenza nella rete elettrica europea. “Tuttavia, l’interruzione di lunedì pomeriggio è stata molto inferiore rispetto a quella di gennaio – ha affermato martedì un portavoce dell’operatore di rete di trasmissione tedesco Amprion -: la sicurezza del sistema non è mai stata messa in pericolo”. Ma l’esperto austriaco di blackout e prevenzione delle crisi Herbert Saurugg non ci sta e va già duro su Twitter: “Un tale calo di frequenza e l’uso di più di 2/3 della riserva non fanno parte del normale funzionamento”!

Con tutta probabilità l’interruzione elettrica ha avuto origine lunedì scorso in Polonia, secondo quanto riferito dal portavoce di Amprion. Il calo di frequenza è durato però solo pochi istanti; non c’è stata alcuna separazione della rete europea come nell’incidente di gennaio. L’Agenzia Federale di Rete tedesca ha inoltre rilevato che la sicurezza del sistema elettrico non è stata messa in pericolo. “I meccanismi di controllo hanno funzionato”, ha spiegato un portavoce.

Tutto dipende dalla stabilità della frequenza. La frequenza nella rete a corrente alternata nell’Europa continentale è quasi equivalente a 50 Hertz, non deve pertanto essere inferiore a 49,8 Hertz o superiore a 50,2 Hertz. Se scende o aumenta troppo, ciò influisce sul funzionamento di numerosi dispositivi elettrici. A gennaio il sovraccarico di una sottostazione in Croazia aveva innescato una reazione a catena. Di conseguenza, la rete elettrica europea è stata divisa in due parti.

In Francia e in Italia, infatti, i grandi consumatori industriali sono stati automaticamente spenti per stabilizzare la rete elettrica. A tal proposito, il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, in una telefonata del 17 maggio scorso con la commissaria Ue alla Concorrenza, Margrethe Vestager, ha difeso il regime italiano di “interrompibilità delle imprese energivore”, che l’Unione europea ritiene aiuti di stato. Grazie all’interrompibilità le industrie che consumano molta elettricità accettano di subire improvvise interruzioni delle forniture per permettere al gestore della rete di coprire picchi di consumi in altri settori (ad esempio per il condizionamento d’estate). In cambio, le aziende ricevono uno sconto in bolletta, che è coperto dallo Stato. Il ministro italiano ha così spiegato che l’Italia ha un sistema di interrompibilità molto più avanzato ed efficiente degli altri paesi europei, e che esso è necessario per evitare problemi e blackout sulla rete elettrica. Un tema che sarà però approfondito in incontri successivi con la Commissaria, perché l’Italia anche in questo campo deve permettere la concorrenza di altri operatori europei.

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