K metro 0 – Bruxelles – In Belgio, da un’indagine condotta dal servizio studi dell’UCM, organizzazione professionale belga, risulta che più di quattro imprenditori su dieci, dopo essere stati spinti inizialmente dal governo a introdurre il telelavoro, per i propri dipendenti, oggi sono decisamente favorevoli a mantenere questa modalità lavorativa anche per il futuro. Il
K metro 0 – Bruxelles – In Belgio, da un’indagine condotta dal servizio studi dell’UCM, organizzazione professionale belga, risulta che più di quattro imprenditori su dieci, dopo essere stati spinti inizialmente dal governo a introdurre il telelavoro, per i propri dipendenti, oggi sono decisamente favorevoli a mantenere questa modalità lavorativa anche per il futuro. Il dato è emerso giovedì tra i 700 datori di lavoro iscritti all’organizzazione.
Infatti, la maggiore parte degli imprenditori, vede grazie al telelavoro un miglioramento della produttività e proporranno ai loro dipendenti di lavorare da casa per almeno una parte della settimana.
Il telelavoro, introdotto in massa nel marzo 2020, ha sconvolto il rapporto tra azienda e dipendenti, ricorda l’UCM. Nonostante che possa essere vissuto male da entrambi, può anche migliorare la attività dell’azienda.
Il primo risultato dell’indagine però è che le piccole imprese, generalmente a diretto contatto con i clienti, spesso non sono in grado di avviare il telelavoro. Nonostante l’obbligo solo “ove possibile”, solo una percentuale del 43,7% lo pratica. Di questa porzione, solo un’impresa su quattro aveva già iniziato a lavorare da casa prima della crisi. Per gli altri è stata una vera novità.
Tra i datori che praticano il telelavoro, il 31% pensa che interferisca con il buon funzionamento e aspira a porvi fine. Altri credono invece che le attività vengano regolarmente svolte e il 28,5% vede addirittura un miglioramento della produttività. E’ quindi la maggioranza dei datori di lavoro a voler perpetuare il lavoro a domicilio, in formule molto variabili ma spesso per uno o due giorni alla settimana, riferisce l’UCM.
Secondo i risultati dell’indagine, gli ostacoli al telelavoro sono prima di tutto la perdita di coesione di squadra (44%), l’opposizione del personale (16%) e il costo dell’adeguamento delle attrezzature (15%).
“L’indagine mostra l’adattabilità delle piccole imprese e la loro capacità di trarre gli aspetti positivi nelle situazioni più complicate”, conclude il rapporto.