K metro 0 – Londra – La gestione della pandemia in Inghilterra sarà oggetto d’indagine di una commissione indipendente che verrà istituita dal governo entro la primavera del 2022. Parola di Boris Johnson, che ha annunciato oggi alla Camera dei Comuni un’inchiesta “approfondita e corretta” a questo riguardo. Il premier britannico, Alexander Boris de Pfeffel
K metro 0 – Londra – La gestione della pandemia in Inghilterra sarà oggetto d’indagine di una commissione indipendente che verrà istituita dal governo entro la primavera del 2022.
Parola di Boris Johnson, che ha annunciato oggi alla Camera dei Comuni un’inchiesta “approfondita e corretta” a questo riguardo.
Il premier britannico, Alexander Boris de Pfeffel Johnson, Bo Jo per gli amici e per i media, si è impegnato a iniziare i lavori preparatori entro la nuova sessione del Parlamento che è iniziata martedì.
Anche se non c’è una durata fissa per una sessione parlamentare, di solito dura circa un anno.
In attesa di stabilire una data precisa per l’istituzione della commissione d’inchiesta, il premier ha voluto mantenere il riserbo sulla sua composizione, che verrà decisa, ha detto, “a tempo debito”.
“Come ho già chiarito, credo sia essenziale avviare un’indagine pubblica completa e adeguata sulla pandemia di Covid”, ha risposto al leader dei liberaldemocratici Sir Ed Davey, che lo ha esortato ad avviare al più presto l’inchiesta “a nome delle famiglie in lutto in tutto il paese”.
Jo Goodman, cofondatore del gruppo Covid-19 Famiglie in lutto per la Giustizia ha detto che non ci possono essere ritardi. “Un’inchiesta deve iniziare quest’estate. Il primo ministro può pensare di poter aspettare le risposte, ma le famiglie in lutto non possono”.
La vicesegretaria del Labour Party, Angela Rayner, ha accolto con favore l’impegno del premier e ha promesso: “faremo in modo che il primo ministro lo rispetti. Deve essere una commissione aperta e veramente indipendente e deve avere la fiducia delle famiglie delle vittime”, non può essere l’occasione, per il governo, di lodare il proprio operato. “Siamo entrati in questa pandemia con le fondamenta dei nostri servizi pubblici e delle nostre comunità indebolite da un decennio di governi conservatori. Dobbiamo imparare da questo, così come dal modo in cui la crisi è stata gestita. Il primo ministro, del resto, lo sa e lo ha anche detto”.
Allora perché “pensa che si possa aspettare?”. La maggioranza dell’opinione pubblica è favorevole a un’inchiesta indipendente e il 72% di quelli che la propongono vuole vederla all’opera entro l’autunno.
BoJo, secondo l’opposizione, non si è impegnato a promuovere una seria inchiesta giudiziaria. Questo significa che, in mancanza di un vincolo di questo tipo, nessuno sarebbe obbligato a fornire prove sotto giuramento.
“In poche parole, significa che la verità può essere evitata e che non è garantito che si imparino le giuste lezioni”.
Malgrado i recenti successi nella lotta contro la pandemia, che Boris Johnson e il suo governo possono vantare (già il 25 marzo un inglese su due aveva ricevuto la prima dose del vaccino Astrazeneca) ed oggi sia stato raggiunto il felice risultato di zero vittime a Londra, la scorsa primavera BoJo e i suoi consiglieri scientifici decisero di scommettere sulla spontanea ”immunità di gregge”, con tanti saluti “ai cari vecchietti”.
Solo quando fu pubblicato il rapporto dell’Imperial College, che prevedeva 500 mila morti per Covid se non si fossero adottate severe restrizioni, il governo britannico cambiò direzione.
Il 10 giugno 20020, Neil Ferguson, il primo autore di quel rapporto, sostenne che il numero di vittime fino ad allora registrato (40.000) avrebbe potuto essere dimezzato applicando un rigoroso lockdown una settimana prima.
Oggi la Gran Bretagna è in testa nella corsa ai vaccini in Europa. Ma non bisogna dimenticare che è stata il peggior paese europeo, come numero di morti: 127.000 contro i 109.000 dell’Italia.