K metro 0 – Camberra – Una violazione fondamentale dei diritti umani. Questa la motivazione principale della causa legale intrapresa da un gruppo di azione conservatrice contro il divieto di viaggiare fuori dall’Australia da parte del governo federale, e che sarà esaminata da un tribunale della Corte Federale il prossimo 13 maggio. LibertyWorks – un
K metro 0 – Camberra – Una violazione fondamentale dei diritti umani. Questa la motivazione principale della causa legale intrapresa da un gruppo di azione conservatrice contro il divieto di viaggiare fuori dall’Australia da parte del governo federale, e che sarà esaminata da un tribunale della Corte Federale il prossimo 13 maggio.
LibertyWorks – un gruppo che sostiene la libertà di parola, i diritti naturali e il libero mercato – lo scorso dicembre ha lanciato una sfida legale al divieto di lasciare l’Australia, sostenendo che il ministro della Sanità Greg Hunt non aveva il potere, ai sensi del Biosecurity Act, di imporre legalmente un divieto di viaggio in uscita.
Viaggi in uscita proibiti dunque per più di 12 mesi a causa della pandemia da coronavirus, senza una speciale esenzione dal Dipartimento degli affari interni, ad eccezione della Nuova Zelanda.
Il gruppo senza scopo di lucro ha affermato che il confine in uscita potrebbe essere tuttavia spalancato entro poche settimane se vincesse la causa. “Nel corso dell’ultimo anno LibertyWorks è venuta a conoscenza di decine di migliaia di australiani costretti a mancare eventi significativi che spesso hanno un impatto tragico e personale sulle loro vite”, ha dichiarato il presidente d Andrew Cooper mercoledì scorso.
“Si tratta difatti di cittadini che perdono i funerali di persone care, o di coloro che non possono lasciare il paese per prendersi cura di parenti malati, di coppie che sono state separate per motivi di lavoro, e che non possono ricongiungersi, o della nascita di bambini con il padre o parenti non presenti”.
LibertyWorks ha così ribadito che il governo conserva tuttora il potere di imporre restrizioni di quarantena ai passeggeri in entrata, limitando il rischio di trasmissione Covid 19 provocata dai viaggi in uscita.
Il che significa che i viaggiatori in partenza potrebbero anche essere informati che lasciare l’Australia non garantisce il diritto al ritorno, date le limitazioni ai sistemi di quarantena.
“Qualsiasi individuo, nell’atto di lasciare l’Australia, non aumenta il rischio per la salute di nessun australiano che rimane nel paese“, ha ribattuto il presidente di LibertyWorks. Il Consiglio per le libertà civili del NSW a marzo aveva già invitato il governo federale a porre fine al divieto di viaggio in uscita, affermando di aver adottato un “approccio troppo autoritario” per i trasferimenti durante il periodo del contagio del virus.
A queste accuse Hunt aveva già riferito alla stampa il mese scorso che “tagliare i viaggi in uscita è importante per evitare di sovraccaricare i sistemi di quarantena degli hotel australiani quando quelle persone cercano di tornare”. Se la sfida legale di LibertyWorks dovesse fallire, il divieto di viaggio in uscita rimarrà in vigore almeno fino al 17 giugno, e a quel punto Hunt avrebbe la possibilità di estenderlo ulteriormente.
Intanto, l’Australian Taxation Office ha diramato un avviso sui criminali informatici che utilizzano l’email dell’ufficio delle imposte per le truffe online. Massima attenzione dunque a messaggi provenienti dal servizio clienti myGov. L’avviso incoraggia difatti gli utenti a fare clic su un collegamento sicuro che porta gli ignari a una falsa pagina myGov, progettata per rubare informazioni preziose, incluso quelle sul passaporto e patente di guida. In questo caso l’Ato consiglia di segnalare qualsiasi anomalia a ScamWatch.