K metro 0 – Adnkronos – Bruxelles – L’Ue, in vista della stagione estiva, si prepara a riaprire le porte ai viaggiatori extracomunitari che si siano vaccinati contro Covid-19. In più, si rendono meno severi i requisiti per classificare i Paesi come “sicuri” dal punto di vista epidemiologico, quadruplicando la soglia del numero di positivi
K metro 0 – Adnkronos – Bruxelles – L’Ue, in vista della stagione estiva, si prepara a riaprire le porte ai viaggiatori extracomunitari che si siano vaccinati contro Covid-19. In più, si rendono meno severi i requisiti per classificare i Paesi come “sicuri” dal punto di vista epidemiologico, quadruplicando la soglia del numero di positivi ogni 100mila abitanti, che oggi è “estremamente severa”.
Sono le due misure che la Commissione Europea raccomanda agli Stati membri di attuare in vista dell’estate, alla luce del progredire delle vaccinazioni, che dovrebbero portare progressivamente ad un miglioramento della situazione epidemiologica.
Questi due allentamenti vengono controbilanciati dall’introduzione di un ‘freno di emergenza’, la possibilità di bloccare l’ingresso di turisti da Paesi in cui vengano rilevate varianti del coronavirus Sars-CoV-2 ‘serie’, cioè tali da destare preoccupazioni sotto il profilo del rischio per la salute.
Si tratta sempre di raccomandazioni, non vincolanti per gli Stati membri, che però dovrebbero permettere un maggior coordinamento sulle riaperture al turismo extraeuropeo, in questo caso in particolare dagli Usa, dalla Gran Bretagna e da Israele, Paesi che hanno tassi di vaccinazione superiori rispetto all’Ue.
Nel dettaglio, la Commissione Europea propone agli Stati membri di consentire l’ingresso nell’Ue per motivi non essenziali non solo a tutti i viaggiatori provenienti da Paesi con una “buona situazione epidemiologica“, ma anche a tutte le persone che hanno ricevuto, come minimo 14 giorni prima dell’arrivo nell’Ue, “l’ultima dose raccomandata” di un vaccino anti-Covid autorizzato dall’Ue, cioè la prima e la seconda dose di Pfizer/BioNTech, Moderna e AstraZeneca e l’unica dose di Janssen (J&J). Il permesso potrebbe essere esteso ai vaccini “che hanno completato il procedimento d’utilizzo di emergenza dell’Oms”.
I bambini, che sono attualmente esclusi dalle vaccinazioni, dovrebbero poter viaggiare con i genitori vaccinati se hanno superato con esito negativo un test Pcr, al massimo 72 ore prima di essere arrivati a destinazione. In questi casi, gli Stati membri “potrebbero chiedere ulteriori test all’arrivo”. La novità riguarda i viaggi non essenziali dai Paesi extra Ue, mentre quelli per motivi essenziali (lavoratori della sanità, dei trasporti, marittimi, studenti eccetera) sono già consentiti. Però attenzione: il fatto che un vaccinato possa entrare non vuol dire necessariamente che non debba sottoporsi a tampone e/o quarantena, se un Paese lo decide.
La speranza è che, per quando la raccomandazione sarà pronta, presumibilmente a inizio giugno, la situazione epidemiologica sia migliorata, anche grazie alle vaccinazioni, e che quindi queste restrizioni, una iattura per il turismo, vengano gradualmente abbandonate. L’Ue non è uno stato federale, ma un insieme di 27 Stati sovrani: in questo ambito le competenze sono nazionali, quindi l’Ue non può vietare agli Stati di adottare le misure che ritengono necessarie, ma l’intenzione è quella di arrivare quantomeno ad un miglior coordinamento.
A tutt’oggi, a 15 mesi dall’arrivo della pandemia nell’Ue, alcuni Stati agiscono sulle restrizioni in modo pressoché autonomo, come l’Irlanda, che impone una lunga quarantena in hotel ai cittadini di alcuni Paesi Ue, inclusi gli italiani, o come il Belgio, che, malgrado ospiti le istituzioni comunitarie, impone due test e una quarantena di una settimana (indipendentemente dall’esito del primo test), con controllo citofonico ai quarantenati.
Oltre al via libera ai vaccinati, la Commissione suggerisce di alzare, “in linea con l’evoluzione della situazione epidemiologica nell’Ue“, da 25 a 100 casi cumulativi ogni 100mila abitanti negli ultimi 14 giorni la soglia del numero di casi positivi utilizzata per stilare la lista dei Paesi per i quali ogni viaggio dovrebbe essere consentito. L’attuale limite di 25 casi è “estremamente severo” e venne deciso “solo perché era la media di allora”, spiega un alto funzionario Ue. Il limite di 100 è stato consigliato dall’Ecdc ed “è migliore della media” attuale dell’Ue.
Questa modifica, se accolta, dovrebbe consentire al Consiglio di ampliare la lista dei Paesi dai quali riammettere viaggiatori per motivi non essenziali (turisti inclusi): oggi sono sette, e cioè Australia, Nuova Zelanda, Ruanda, Singapore, Corea del Sud, Thailandia e Cina, soggetta a conferma di reciprocità.
Spicca dalla ‘safe list’ l’assenza di Taiwan, Paese che dall’epidemia ha registrato solo 18 morti per Covid, il che indica che la lista, che viene compilata dal Consiglio, non è redatta esclusivamente in base a criteri epidemiologici. La lista aggiornata sarà “significativamente più lunga”, spiega una fonte Ue, anche se la scelta spetterà sempre agli Stati membri: è probabile che rientreranno nella lista Israele e Serbia.
Fin qui le aperture. In aggiunta, a causa della circolazione delle varianti del coronavirus Sars-CoV-2, la Commissione propone di introdurre un contrappeso, vale a dire un sistema di freno di emergenza, da coordinarsi a livello Ue, per limitare il rischio dell’ingresso di nuove varianti. Questo sistema dovrebbe consentire agli Stati di agire “rapidamente” e di “limitare temporaneamente allo stretto necessario” i viaggi dai Paesi colpiti per il tempo necessario a porre in essere le necessarie misure sanitarie.
Ora sta al Consiglio valutare la proposta della Commissione: una prima discussione è prevista nell’Ipcr (Integrated Political Crisis Response) che si terrà domani, seguita da un confronto in Coreper il 5 maggio.