K metro 0 – Adnkronos – Roma – Assegno unico per i figli, oggi il via libera del Senato. L’ok al ddl delega a Palazzo Madama con 227 sì, 4 astenuti e nessun voto contrario. La misura, confermata nella Legge di Bilancio 2021, dovrebbe entrare a pieno regime dal 1° luglio 2021. Si tratta della
K metro 0 – Adnkronos – Roma – Assegno unico per i figli, oggi il via libera del Senato. L’ok al ddl delega a Palazzo Madama con 227 sì, 4 astenuti e nessun voto contrario. La misura, confermata nella Legge di Bilancio 2021, dovrebbe entrare a pieno regime dal 1° luglio 2021. Si tratta della corresponsione di un assegno mensile a tutte le famiglie che hanno un figlio fino a 21 anni a carico. Inoltre, l’assegno ha un valore massimo di 250 euro ed è composto da un valore fisso e uno variabile al variare del reddito complessivo della famiglia.
A CHI SPETTA
Il beneficio verrà attribuito a lavoratori dipendenti, autonomi o incapienti. Possono fare richiesta tutte le mamme dal settimo mese di gravidanza.
Dai 18 anni di età, inoltre, una somma ridotta rispetto all’assegno potrebbe essere accreditata direttamente al figlio se:
– è iscritto all’università;
– è un tirocinante;
– è iscritto a un corso professionale;
– svolge il servizio civile;
– svolge un lavoro a basso reddito.
QUALCUNO CI PERDE?
Secondo una simulazione effettuata dal Gruppo di lavoro Arel/Feg/Alleanza per l’infanzia -rilanciata da Repubblica – l’assegno rischia in alcuni casi un ‘taglio’ dell’importo rispetto ai 250 euro. L’assegno -come credito di imposta o accredito mensile- ingloberà le agevolazioni attualmente esistenti e sarà legato all’Isee. Secondo lo scenario prospettato l’80% delle famiglie italiane prenderebbe 161 euro al mese per ogni figlio minore e 97 per ogni figlio under 21. Il calcolo è legato alla considerazione secondo cui 8 famiglie su 10 hanno un’Isee sotto i 30 mila euro. L’importo dell’assegno diminuisce se si alza l’Isee: per un Isee sopra i 52mila euro, il contributo scende a 67 euro mensili per i figli minori e a 40 euro per i figli maggiorenni ma di età inferiore ai 21 anni. Il quadro, sottolinea Repubblica sulla base dello studio disponibile online, favorisce autonomi e incapienti, categorie oggi escluse dagli assegni famigliari. Risulterebbero sfavoriti i lavoratori dipendenti: 1,35 milioni di famiglie perderebbero in media 381 euro all’anno. Per tamponare questa disparità, si sottolinea, occorrono 800 milioni in più all’anno.