K metro 0 – Ginevra – Il Consiglio per i diritti umani delle Nazioni unite, esprime “profonda preoccupazione per la traiettoria assunta dai diritti umani in Egitto”. I 31 Paesi firmatari, inclusi gli Stati Uniti che hanno lo status di osservatori, chiedono al governo egiziano di porre fine alla persecuzione di attivisti, giornalisti, avvocati e
K metro 0 – Ginevra – Il Consiglio per i diritti umani delle Nazioni unite, esprime “profonda preoccupazione per la traiettoria assunta dai diritti umani in Egitto”. I 31 Paesi firmatari, inclusi gli Stati Uniti che hanno lo status di osservatori, chiedono al governo egiziano di porre fine alla persecuzione di attivisti, giornalisti, avvocati e oppositori politici, e il loro immediato rilascio.
Si tratta della prima dichiarazione congiunta dal 2014 assunta dal Consiglio e la seconda da quando il Paese arabo è guidato dal presidente Abdel Fatah al-Sisi. A preoccupare i governi è “l’applicazione delle leggi sull’anti-terrorismo contro dissidenti pacifici“, come misura per trattenere i difensori dei diritti umani e gli attivisti della società civile in custodia cautelare estesa.
“Esortiamo l’Egitto a garantire spazio alla società civile – compresi i difensori dei diritti umani – affinché nessuno lavori più nella paura di subire minacce, arresti, detenzione o altre forme di repressione” , ha detto l’ambasciatore della Finlandia Kirsti Kauppi, leggendo la dichiarazione al forum di Ginevra .
“Ciò include la revoca dei divieti di viaggio e il congelamento dei beni contro i difensori dei diritti umani – incluso il personale dell’EIPR”, ha detto, riferendosi a tre attivisti dell’Iniziativa egiziana per i diritti personali arrestati lo scorso novembre dopo aver informato diplomatici di alto livello al Cairo.
La maggior parte dei paesi firmatari sono europei, a cui si aggiungono Australia, Canada e Nuova Zelanda. Ma nessun Stato della regione africana o del Medio Oriente ha sostenuto la dichiarazione.