K metro 0 – Bruxelles – La prima ondata della pandemia nella primavera del 2020 ha causato la perdita di circa sei milioni di posti di lavoro nell’Unione europea. Questo sono i dati calcolati della Fondazione europea per il miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro è un’agenzia dell’Unione europea situata a Dublino. A perdere il lavoro sono stati soprattutto i giovani, le donne e il personale che lavorava con contratti temporanei.

Secondo lo studio, pubblicato oggi, 5,7 milioni di persone in meno erano al lavoro nella primavera del 2020 rispetto alla fine del 2019. Nel periodo precedente la pandemia sono stati creati sempre più posti di lavoro. Se questa tendenza fosse continuata, in primavera sarebbero state impiegate 6,3 milioni di persone in più nell’UE rispetto ad oggi.

Lo studio dell’Eurofound ha affermato inoltre, che il telelavoro, i programmi di lavoro a tempo ridotto e altri aiuti statali hanno contribuito a proteggere i posti di lavoro, ma hanno anche significato che più persone sono finite in una prolungata inattività professionale piuttosto che figurare nelle statistiche sulla disoccupazione.

L’assistenza non retribuita durante la pandemia ha gravato ulteriormente la situazione delle donne. Infatti, L’occupazione femminile è stata particolarmente colpita, assieme al settore della ristorazione e al comparto dei viaggi. Secondo lo studio i paesi più colpiti sono stati Spagna, Francia, Italia, Polonia e Grecia.