K metro 0 – Edimburgo – Gli esperti dell’università di Edimburgo hanno proposto un “visto scozzese” per sopperire allo spopolamento che sta colpendo diverse aree della Scozia. Il suggerimento è una delle tre idee contenute in un nuovo rapporto che affronta i problemi della migrazione nelle aree remote e rurali. Infatti la proposta è stata
K metro 0 – Edimburgo – Gli esperti dell’università di Edimburgo hanno proposto un “visto scozzese” per sopperire allo spopolamento che sta colpendo diverse aree della Scozia.
Il suggerimento è una delle tre idee contenute in un nuovo rapporto che affronta i problemi della migrazione nelle aree remote e rurali. Infatti la proposta è stata portata avanti poiché, secondo i tecnici, “l’invecchiamento e il declino della popolazione possono avere una serie di effetti negativi per le comunità locali, riducendo la loro capacità di sostenere i servizi e le imprese locali“, riporta Dailyrecord.
Il gruppo, presieduto dalla professoressa Christina Boswell dell’Università di Edimburgo, ha affermato che “un tale schema dovrebbe offrire un generoso pacchetto di diritti sin dall’inizio, compreso il ricorso a fondi pubblici. Ciò sarebbe particolarmente importante per i migranti che si trasferiscono in zone remote e rurali”. La proposta mette in evidenza anche un requisito di quattro anni di permanenza nell’area, dopo di che i “neo-cittadini” avrebbero diritto alla residenza permanente e ai pieni diritti di mobilità, non solo in Scozia, ma in tutto il Regno Unito. Si calcola che tra i 70.000 e i 100.000 italiani siano residenti attualmente in Scozia.
Tuttavia lo svantaggio di questo programma è che non include la garanzia di un’occupazione redditizia nel luogo di destinazione, o l’avvio di un’impresa di successo. “Questo rischio potrebbe essere parzialmente mitigato includendo criteri relativi a particolari occupazioni e competenze richieste all’interno del sistema a punti” ha specificato Christina Boswell.