K metro 0 – Pyongyang – Da diversi giorni analisti e osservatori si stanno chiedendo cosa sia successo a Kim Yo-jong, l’influente sorella e fidata collaboratrice del leader nord coreano Kim Jon-un. Mentre il fratello è stato eletto segretario generale del Partito del Lavoro, in occasione dell’ottavo congresso, svoltosi recentemente, il nome della signora Kim
K metro 0 – Pyongyang – Da diversi giorni analisti e osservatori si stanno chiedendo cosa sia successo a Kim Yo-jong, l’influente sorella e fidata collaboratrice del leader nord coreano Kim Jon-un.
Mentre il fratello è stato eletto segretario generale del Partito del Lavoro, in occasione dell’ottavo congresso, svoltosi recentemente, il nome della signora Kim non è apparso nella nuova lista dei membri del Politburo.
C’è chi pensa che la sorella minore del leader sia stata esclusa a causa dei fallimenti politici generali o per le preoccupazioni del fratello per la sua rapida ascesa, in un momento in cui Kim Jon-un sta cercando di rafforzare la sua autorità, per affrontare la crescente crisi economica. Secondo il Washington Times, questa decisione ha sorpreso osservatori e analisti perché la signora Kim, da membro alternato del Politburo, sarebbe dovuta diventare un membro a pieno titolo.
L’appartenenza al Politburo è essenziale per gli alti funzionari del regime, per sperare di poter entrare a far parte del governo di Kim, dove si prendono le decisioni più importanti. Tra queste la condanna a morte nel 2013 di Jang Song-thaek, il potente zio di Kim, accusato di ‘golpe’, e nel 2012 l’epurazione del generale Ri Yong-ho.
La signora Kim non è stata epurata o obbligata ad abbandonare l’attività politica, un destino subito da altri funzionari, ma continua a mantenere un posto nel Comitato centrale, il più alto organo del Partito del lavoro.
In questo periodo il fratello è impegnato nella mobilitazione di 25 milioni di nordcoreani, per superare quella che lui stesso ha definito come la peggiore crisi mai affrontata dal Paese. La Corea del Nord si trova a subire la crisi economica causata dal Coronavirus; le conseguenze dell’ondata di calamità naturali dell’estate scorsa e le sanzioni americane per il contestato programma atomico. Nel corso del congresso il leader supremo, davanti a 7000 tra delegati e pubblico, si è impegnato a espandere il suo arsenale nucleare e a promuovere un’economia più forte e autosufficiente.
“Scopo del congresso è di consolidare la leadership di Kim Jong-un. Se sua sorella fosse diventata un membro a pieno titolo del Politburo, tutti gli occhi si sarebbero puntati su di lei.. e per Kim sarebbe stato presumibilmente un fastidio”, ha dichiarato in una recente intervista televisiva Ko Young-hwan, già vice capo dell’Istituto per la sicurezza strategica nazionale.
La sua notorietà a livello internazionale era cresciuta dopo che il fratello aveva inaugurato la rischiosa diplomazia nucleare con Trump e gli altri leader mondiali nel 2018 e nel 2019. Nella Corea del Sud si era guadagnata l’immagine di “messaggera di pace”, dopo aver partecipato alla cerimonia di apertura delle Olimpiadi invernali, nel 2018, diventando il primo membro della famiglia Kim a visitare il Sud dalla fine della guerra di Corea. L’anno scorso però ha bruscamente cambiato atteggiamento, lanciando aspre invettive contro la Corea del Sud e facendo pressione sugli Stati Uniti per ottenere concessioni dopo lo stallo dei colloqui sul nucleare.
Quando lo scorso anno sono circolate voci non confermate sulla salute di Kim, alcuni osservatori hanno ritenuto che la sorella sarebbe potuta subentrare al fratello nella guida del Paese. Fonti dell’Intelligence sud coreana hanno dichiarato che la signora Kim era virtualmente il numero due del regime, ma non l’erede designato del fratello. Secondo il parere di molti esperti, il peso politico della signora Kim resterà presumibilmente immutato e il fratello alla fine le darà una posizione di alto profilo.
Lunedì scorso il presidente della Corea del Sud, Moon Jae-in, durante una conferenza stampa, constatata l’intenzione di Biden di attuare un diverso approccio diplomatico nei confronti della Corea del Nord, rispetto a Trump, ha posto l’accento sull’importanza che la nuova amministrazione possa imparare dai successi e dai fallimenti della precedente diplomazia.
Mentre nella recente parata “show” del 14 gennaio i missili balistici, hanno sfilato lentamente davanti all’iconica piazza Kim Il Sung nel centro di Pyongyang, gli annunciatori della TV di stato l’hanno etichettata con orgoglio come “l’arma più potente del mondo“. Ovviamente, secondo gli esperti, il missile è troppo grande per adattarsi a qualsiasi sottomarino che la Corea del Nord ha attualmente, quindi non è ancora l’arma più potente.
Il presidente Moon è particolarmente preoccupato di mantenere alta un’atmosfera di positività nel dialogo con Kim, riguardo alla volontà di quest’ultimo di incrementare il programma nucleare e missilistico, in grado di minacciare non solo gli alleati asiatici, ma gli stessi Stati Uniti.
Per il presidente della Corea del Sud, Kim ha ancora una chiara disponibilità a denuclearizzare, se gli Stati Uniti e la Corea del Nord riusciranno a trovare un accordo sulla diminuzione della minaccia nucleare, che garantisca la sicurezza del Nord.
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