K metro 0 – Oslo – Il vice governatore della banca centrale norvegese Jon Nicolaisen, ha annunciato oggi le sue dimissioni, affermando che l’autorità di sicurezza “Norwegian Civil Security” ha revocato l’autorizzazione (nulla osta) di sicurezza asserendo “mia moglie è cittadina cinese e risiede in Cina, dove la sostengo finanziariamente”, riferisce la stampa danese. Jon
K metro 0 – Oslo – Il vice governatore della banca centrale norvegese Jon Nicolaisen, ha annunciato oggi le sue dimissioni, affermando che l’autorità di sicurezza “Norwegian Civil Security” ha revocato l’autorizzazione (nulla osta) di sicurezza asserendo “mia moglie è cittadina cinese e risiede in Cina, dove la sostengo finanziariamente”, riferisce la stampa danese.
Jon Nicolaisen, considerato uno dei dirigenti chiave, ha avuto anche una responsabilità speciale negli ultimi otto mesi, si tratta del Norwegian Pension Fund, il più grande fondo sovrano del mondo, le cui attività sono stimate in 1,2 trilioni di dollari. L’economista ha spiegato che sua moglie risiede in modo permanente nella Repubblica Popolare cinese e che la sostiene finanziariamente. Rimane il fatto che il servizio di sicurezza non abbia trovato alcun motivo per dubitare di lui personalmente, Nicolaisen ha sottolineato che la situazione attuale non gli ha lasciato l’opportunità di continuare a lavorare.
Le dimissioni di Nicolaisen hanno effetto immediato, secondo un comunicato diffuso dalla banca centrale.
Nel frattempo, il servizio di sicurezza della polizia norvegese (PST) ha accusato giovedì i servizi di intelligence di Russia e Cina di spiare il settore petrolifero; la Norvegia è considerata il più grande produttore di petrolio dell’Europa occidentale. In precedenza, un residente è stato arrestato con accusa di spionaggio a favore della Russia; l’uomo ha lavorato per società di gestione del rischio DNV GL, che certifica il gasdotto Nord Stream 2. Lo riferisce il quotidiano Dagens Næringsliv.
L’accusa sollevata dalla agenzia di sicurezza norvegese è che le intelligence di Russia e Cina stiano raccogliendo informazioni sull’industria petrolifera in Norvegia. Si parla di un interesse verso aziende sia statali (anche scientifiche) che private. Il PST mette in guardia anche sui pericoli del reclutamento russo di norvegesi che lavorano in questo settore dell’economia. L’ambasciata russa nel Paese scandinavo ha negato le accuse, definendole parte della propaganda, riferisce TASS.