K metro 0 – Roma – Sulla crisi libica, «rimane essenziale conseguire l’obiettivo di assicurare l’unità, l’integrità e la sovranità del Paese, attraverso una soluzione politica complessiva dell’attuale impasse e a beneficio di tutta la popolazione libica. Dopo mesi di un conflitto che ha portato ai limiti la capacità di sopportazione della popolazione civile, aggravato
K metro 0 – Roma – Sulla crisi libica, «rimane essenziale conseguire l’obiettivo di assicurare l’unità, l’integrità e la sovranità del Paese, attraverso una soluzione politica complessiva dell’attuale impasse e a beneficio di tutta la popolazione libica. Dopo mesi di un conflitto che ha portato ai limiti la capacità di sopportazione della popolazione civile, aggravato le condizioni economiche del Paese e messo a rischio l’integrità nazionale.» Lo ha detto il ministro degli Esteri italiano Luigi Di Maio aprendo i Med Dialogues.
«Ora abbiamo una road-map verso una soluzione complessiva della crisi, con la creazione di una nuova autorità esecutiva, rappresentativa di tutte le regioni della Libia, e un traguardo fissato al 24 dicembre 2021 in libere elezioni parlamentari e presidenziali nel Paese. Si tratta di sviluppi indubbiamente positivi, ed è importante che siano affiancati e sostenuti da analoghi avanzamenti nel campo della sicurezza» aggiunge.
«Alla Comunità internazionale tutta – sottolinea il ministro italiano – resta l’obbligo di rispettare e proteggere da interferenze straniere e interne lo spazio di dialogo che i libici, anche grazie all’iniziativa di UNSMIL, sono riusciti a crearsi in questo cruciale passaggio. Ma è chiaro che per l’Italia la stabilizzazione della Libia e il ripristino dello stato di diritto su tutto il suo territorio riveste un’importanza assoluta e prioritaria».
Nel frattempo, due bombardieri tattici in prima linea “Su-24 di fabbricazione russa” sono stati nuovamente avvistati in Libia. Il video, degli aerei in volo, è stato pubblicato dall’Ufficio informazioni dell’alto comando dell’esercito nazionale libico (LNA) del generale Khalifa Haftar pubblicato sul suo canale YouTube.
Come riporta il video, i Su-24 hanno preso parte ad una esercitazione su larga scala della 106a brigata corazzata dell’LNA nel deserto libico. Il filmato mostra due bombardieri che lanciano munizioni a bassa quota. È noto che durante le esercitazioni le unità dell’LNA hanno utilizzato anche elicotteri, carri armati e obici russi Mi-24.
Nell’immagini si nota che gli aerei mostrati nel video sono ancora dipinti con i colori grigio-bianchi delle forze aeronautica russe e non in mimetica, come i bombardieri trasferiti in Libia e Siria negli anni precedenti. In questo caso, gli unici segni identificativi che possono essere visti sul Su-24 indicano l’appartenenza del velivolo alle forze di militari dell’esercito di Haftar.
Alla fine di maggio, il comando africano delle forze armate statunitensi (AFRICOM) aveva ufficialmente accusato la Russia di trasferire i suoi aerei in Libia. Il Pentagono anche ha affermato che gli aerei sarebbero stati utilizzati dai mercenari russi per supportare l’LNA. A luglio, AFRICOM ha pubblicato nuove fotografie di aerei da combattimento russi in un aeroporto in Libia.
Il governo libico riconosciuto dall’ONU guidato dal primo ministro dimissionario Fayez al Serraj non ha commentato ancora la notizia. Il segretario dell’Onu Antonio Guterres aveva detto a fine settembre, «iI rischio di nuovi confronti militari resta alto». Niente trionfalismi, quindi, perché la partita è ancora lunga.
Negli ultimi mesi Haftar sembrava avere perso forza sia politica che militare, a causa di una serie di scelte sbagliate. A fine aprile aveva annunciato di avere accettato un «mandato popolare» per prendere il controllo di tutta la Libia, ma l’annuncio era stato accolto con sorpresa anche dai suoi alleati, provocando reazioni nervose sia di Russia e Francia, due degli stati che da tempo stanno appoggiando la sua campagna militare in Libia, sia delle autorità civili che governano le regioni orientali, e che si erano viste sottrarre la legittimità del loro potere.
I libici hanno scelto di porre fine alle ostilità, concludendo il 23 ottobre scorso un accordo di cessate il fuoco complessivo e permanente, nel solco del Processo di Berlino e a guida ONU, dal resto è chiaro che la crisi in Libia è un enorme rompicapo per molti attori internazionali.