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Azerbaijan: attacco armeno a Ganja uccisi 13 civili i feriti oltre 55

Azerbaijan: attacco armeno a Ganja uccisi 13 civili i feriti oltre 55

K metro 0 – Baku – Almeno 13 civili sono state uccisi e più di 55 feriti di cui 2 minorenni la scorsa notte in un attacco con razzi balistici armeni a Ganja, la seconda città dell’Azerbaigian, ha riferito oggi l’ufficio del procuratore generale azero. Il consigliere della Presidenza azera per gli affari internazionali Hikmet

K metro 0 – Baku – Almeno 13 civili sono state uccisi e più di 55 feriti di cui 2 minorenni la scorsa notte in un attacco con razzi balistici armeni a Ganja, la seconda città dell’Azerbaigian, ha riferito oggi l’ufficio del procuratore generale azero.

Il consigliere della Presidenza azera per gli affari internazionali Hikmet Hajiyev ha denunciato che nell’attacco, perpetrato dal territorio dell’Armenia, sono stati utilizzati razzi balistici tattici “Elbrus”, conosciuti in Occidente come “Scud”.

Il Ministero degli Affari Esteri dell’Azerbaigian ha diramato una dichiarazione sui pesanti bombardamenti della notte tra il 16 e il 17 ottobre. Nella dichiarazione si legge: “La notte del 17 ottobre 2020 le forze armate dell’Armenia hanno attaccato la città di Ganja dell’Azerbaigian con missili balistici. Questo, che rappresenta il terzo atroce attacco consecutivo alla seconda città più grande dell’Azerbaigian, dall’inizio della nuova aggressione dell’Armenia contro l’Azerbaigian, situata molto lontano dalla linea del fronte, ha causato gravi vittime tra i civili: 13 persone, tra cui 2 minori uccisi e oltre 55 feriti.

Il deliberato e indiscriminato obiettivo dell’Armenia contro i civili, in palese violazione delle norme e dei principi del diritto internazionale, incluso il diritto internazionale umanitario, così come il cessate il fuoco umanitario dichiarato, l’uccisione intenzionale di persone pacifiche, costituisce un crimine di guerra e un crimine contro l’umanità e la leadership dell’Armenia ha la piena responsabilità di questo crimine.

La continua aggressione dell’Armenia, i crudeli attacchi ai civili, devono essere fermati e la comunità internazionale non dovrebbe chiudere un occhio davanti a questi atti disumani dell’Armenia contro il popolo dell’Azerbaigian.

Sulla questione è intervenuto anche l’Ambasciatore dell’Azerbaigian in Italia Mammad Ahmadzada: “Il governo, i membri del parlamento, i partiti politici, il pubblico e i mezzi comunicazione d’Italia non dovrebbero essere indifferenti all’aggressione militare dell’Armenia contro l’Azerbaigian e ai crimini di guerra commessi contro la popolazione civile azerbaigiana. Coloro che credono nelle bugie della parte armena e sostengono ciecamente le rivendicazioni dell’Armenia devono trarre le giuste conclusioni dai crimini di guerra commessi dalle forze armate dell’Armenia contro la popolazione civile questa notte a Ganja, la seconda città più grande dell’Azerbaigian, usando l’artiglieria pesante, razzi a grappolo. Dal 27 settembre fino ad oggi i missili lanciati dall’Armenia sugli insediamenti civili dell’Azerbaigain hanno tolto la vita a 60 civili azerbaigiani e 270 civili sono rimasti feriti.

Basta pregiudizi! Basta doppi standard! Basta guardare la questione da punti di vista ideologici! Basta fare divisioni tra “gli armeni cristiani” e “gli azerbaigiani musulmani”! E’ necessario comprendere finalmente che questo conflitto non ha nulla a che fare con la religione! Capire finalmente che l’Armenia non vuole la pace! Comprendere che l’Armenia vuole continuare l’occupazione militare dei territori dell’Azerbaigian. Comprendere che l’Armenia non vuole che più di 1 milione di rifugiati e sfollati interni azerbaigiani, espulsi dai territori occupati, ritornino nelle loro terre storiche. E per ottenere ciò, l’Armenia ha scatenato una propaganda piena di menzogne e bugie contro l’Azerbaigian. Se l’Armenia vuole davvero la pace, deve ritirare le sue forze armate dai territori occupati dell’Azerbaigian. Perchè la più grande minaccia alla pace nella regione è il dispiegamento dell’esercito dell’Armenia nei territori occupati dell’Azerbaigian.”

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Nizar Ramadan
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