K metro 0 – Baku – Il Presidente della Repubblica dell’Azerbaigian Ilham Aliyev ha fatto un lungo discorso al popolo per la situazione generata dai bombardamenti di questa mattina da parte delle Forze Armate dell’Armenia verso gli insediamenti e le posizioni militari dell’Azerbaigian. “Questa mattina le Forze Armate dell’Armenia hanno sottoposto i nostri insediamenti e le posizioni
K metro 0 – Baku – Il Presidente della Repubblica dell’Azerbaigian Ilham Aliyev ha fatto un lungo discorso al popolo per la situazione generata dai bombardamenti di questa mattina da parte delle Forze Armate dell’Armenia verso gli insediamenti e le posizioni militari dell’Azerbaigian.
“Questa mattina le Forze Armate dell’Armenia hanno sottoposto i nostri insediamenti e le posizioni militari a bombardamenti da più direzioni, utilizzando vari tipi di artiglieria, inclusa quella pesante.
Come risultato del fuoco nemico, ci sono vittime e persone ferite tra la popolazione civile e i militari. Che i nostri martiri riposino in pace! Il loro sangue non sarà versato invano. Al momento l’Esercito dell’Azerbaigian spara e colpisce le posizioni del nemico e a seguito di questi colpi molte attrezzature militari del nemico sono state distrutte. Questa è un’altra manifestazione del fascismo armeno.
Recentemente, le provocazioni militari dell’Armenia contro l’Azerbaigian hanno assunto un carattere regolare. Nel mese di luglio, i nostri militari e un civile sono stati uccisi a causa di un altro fuoco di artiglieria in direzione di Tovuz, al confine tra l’Armenia e l’Azerbaigian. Non è un segreto che il primo fuoco, compreso il fuoco di artiglieria, è stato aperto dall’Armenia, e i primi a perdere la vita sono stati i militari azerbaigiani. L’Azerbaigian ha dato una risposta degna al nemico, che non ha potuto avanzare di un centimetro. Il nemico è stato fermato, l’integrità territoriale del nostro paese è stata mantenuta. A seguito dei colpi devastanti, la parte armena è stata costretta ad accettare l’amara sconfitta. Io l’ho già detto e lo ribadisco, se noi avessimo voluto, avremmo potuto spostare le battaglie militari nel territorio dell’Armenia. Ma noi non abbiamo obiettivi militari nei confronti dell’Armenia e proprio per questo, dopo pochi giorni, il fuoco è cessato.
Quale obiettivo inseguiva l’Armenia mentre commetteva questa provocazione? Innanzi tutto, l’occupazione dei territori dell’Azerbaigian fa parte del loro piano e loro non lo nascondono. La loro leadership politico-militare cercava di minacciare l’Azerbaigian con nuove occupazioni. Una nuova politica di occupazione per nuovi territori: è questa la politica della leadership politico-militare dell’Armenia oggi. Un altro motivo è quello di distrarre la popolazione del paese dalle gravissime questioni sociali, economiche e politiche, che vigono in questo momento in Armenia, e creare un’immagine dell’Azerbaigian come un nemico. Un altro motivo ancora è che l’Armenia sta facendo tutto il possibile per interrompere il processo di negoziazione e posso dire che ha avuto successo. Proprio a causa della ipocrita, poco costruttiva e falsa politica dell’Armenia, le negoziazioni sono praticamente interrotte. Queste provocazioni inseguono questo obiettivo e questi obiettivi sono i principali per loro.”
Continua il presidente “nel mese di luglio, l’Azerbaigian ha dato una degna risposta al nemico, ha mantenuto l’integrità territoriale e ha dimostrato un’altra volta che colui che parla con l’Azerbaigian con un linguaggio minaccioso, se ne pentirà. Sfortunatamente loro non hanno tratto una lezione da questo. Eppure io dopo le provocazioni di luglio avevo detto che l’Armenia avrebbe dovuto trarre una lezione da quella amara sconfitta.
Nel mese di agosto l’Armenia ha lanciato un’altra provocazione militare. Questa volta avevano mandato in Azerbaigian un gruppo di sabotaggio. Il capo del gruppo di sabotaggio è stato fermato dai militari azerbaigiani e in questo momento sta depositando le dichiarazioni. Queste dichiarazioni mostrano chiaramente che questo gruppo di sabotaggio pianificato aveva intenzione di commettere atti terroristici in Azerbaigian. Un’altra provocazione militare dell’Armenia contro i nostri civili e militari è stata commessa oggi e, come ho detto, anche questa volta hanno ricevuto e riceveranno la loro punizione.
Le provocazioni dell’Armenia si riflettono anche nelle dichiarazioni rese dalla leadership armena. Un anno fa il primo ministro dell’Armenia aveva dichiarato nel territorio occupato Khankendi che “il Karabakh è Armenia e punto!”. In primo luogo, non è vero, il Karabakh appartiene all’Azerbaigian e io ho espresso ripetutamente la mia opinione su questa questione. Il Karabakh è Azerbaigian e punto esclamativo! In secondo luogo, questa dichiarazione provocatoria è stata di fatto un duro colpo per il processo negoziale. Se il primo ministro dell’Armenia sostiene che il “Karabakh è Armenia”, allora di quali negoziazioni possiamo parlare? Parallelamente a questo, la leadership dell’Armenia già da due anni afferma ripetutamente che l’Azerbaigian deve negoziare non con l’Armenia, ma con la così detta “Repubblica del Nagorno Karabakh”. Anche questo è un duro colpo contro il processo di negoziazione. Prima di tutto l’Azerbaigian non porterà avanti nessuna negoziazione con la giunta di un regime fantoccio. In secondo luogo, i tentativi di cambiare il formato dei colloqui dimostrano ancora una volta che l’obiettivo principale dell’Armenia è quello di interrompere i colloqui e mantenere lo status quo, nonostante i Capi di Stato di paesi membri del Gruppo di Minsk dell’Osce avessero ripetutamente affermato che lo status quo sia inaccettabile, il che significa che l’occupazione deve finire.
Le provocazioni dell’Armenia contro l’Azerbaigian non finiscono con questi fatti. Recentemente si è svolta a Shusha, antica città del nostro antico Azerbaigian, la cerimonia di “giuramento” del capo della così detta giunta criminale. Non è forse una provocazione? E’ un insulto nei nostri confronti. Loro pensavano che noi avremmo accettato e ci saremmo riconciliati con questo insulto. Loro ci spingevano consapevolmente alla provocazione e ne vedranno le amare conseguenze.
Recentemente è stata presa la decisione sullo spostamento del parlamento della così detta “Repubblica del Nagorno Karabakh” nell’antica città azerbaigiana di Shusha. Questa è un’altra provocazione. Recentemente il primo ministro dell’Armenia aveva dichiarato l’intenzione di istituire unità militari “volontarie”, che riuniranno decine di migliaia di persone. A cosa serve questo? Contro chi combatteranno? Questa era la fase preparatoria della provocazione che viene commessa oggi contro l’Azerbaigian. Io l’ho ripetuto più volte, anche recentemente dalla poltrona dell’OSCE, che l’Armenia si preparava per una nuova guerra e che l’Armenia doveva essere fermata e che sarebbe stata fermata.
L’Armenia persegue una politica di insediamento illegale nei territori occupati. Diverse famiglie composte da armeni provenienti da Libano sono state recentemente trasferite in Nagorno-Karabakh, inclusa Shusha, un’antica città dell’Azerbaigian. Questo è un crimine. Questo è completamente contrario alla Convenzione di Ginevra. L’Armenia dovrà rispondere per questo crimine. Questa è un’altra provocazione contro di noi. L’insediamento nei territori occupati è un crimine e questa politica è perseguita dall’Armenia da molti anni. Il fatto è che la popolazione dell’Armenia, a causa della complicata situazione economica, politica e sociale, sta diminuendo. L’Armenia sta attraversando una crisi demografica e non dispone delle risorse umane per dispiegare la propria popolazione nei territori occupati. Per questo legano le loro speranze agli armeni che vivono all’estero. Questa politica è attualmente in corso. Parallelamente, secondo le accertate notizie che abbiamo, l’Armenia ha effettuato l’insediamento illegale anche in alcuni nostri territori, che hanno occupato. I nomi delle nostre regioni e dei nostri villaggi vengono cambiati. Il patrimonio storico dell’Azerbaigian viene cancellato. I nostri monumenti storici vengono distrutti, offesi. Gli armeni allevano mucche e maiali nelle nostre moschee. Questo è il più grande insulto nei confronti di tutto il mondo islamico. Le tombe dei nostri antenati vengono distrutte dai trattori. Sono i fascisti, i vandali, i selvaggi a farlo.
Allo stesso tempo, i recenti addestramenti militari tenuti nei territori occupati devono essere considerati come un’altra provocazione dell’Armenia. Perché questi addestramenti hanno uno scopo: attaccare l’Azerbaigian, sparare sulla popolazione civile e occupare nuove terre. Tutti i fatti che ho citato dimostrano ancora una volta che oggi la fonte di pericolo nella regione è l’Armenia e la sua orrenda politica.
L’Azerbaigian non ha commesso nessuna provocazione. L’Azerbaigian difende semplicemente i suoi interessi, sostiene la sua posizione e persegue con dignità la sua politica. Noi abbiamo dichiarato innumerevoli volte che il Nagorno Karabakh è la storica terra dell’Azerbaigian ed è così. Quando il primo ministro dell’Armenia dice che “il Karabakh è dell’Armenia”, mente. Quando io dico che “il Karabakh è Azerbaigian”, dico la verità. Tutto il mondo riconosce il Nagorno Karabakh come una parte integrante dell’Azerbaigian. La giustizia è dalla nostra parte. Perché questa è la nostra terra natale, la nostra terra ancestrale. Il diritto internazionale è dalla nostra parte. Tutte le organizzazioni internazionali riconoscono l’integrità territoriale dell’Azerbaigian. Tutti i paesi riconoscono l’integrità territoriale dell’Azerbaigian. Le decisioni e le risoluzioni adottate all’interno delle organizzazioni internazionali affermano chiaramente che il Nagorno-Karabakh appartiene all’Azerbaigian. Quattro risoluzioni del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite chiedono il ritiro immediato, completo e incondizionato delle forze armene dai territori occupati. Queste risoluzioni restano sulla carta da quasi trenta anni. Sono trenta anni che vengono portate avanti le negoziazioni e il risultato è che l’Armenia ha paralizzato il processo negoziale commettendo regolarmente provocazioni militari. Tutte le altre principali organizzazioni internazionali, come l’Organizzazione delle Nazioni Unite, sostengono la nostra legittima posizione. Il Movimento dei Non Allineati è la seconda istituzione internazionale più grande dopo l’ONU ed attualmente è presieduta dall’Azerbaigian. Tutti loro hanno adottato giuste risoluzioni sul conflitto. L’Organizzazione per la Cooperazione Islamica ha adottato giuste risoluzioni. Le decisioni dell’OSCE e le risoluzioni del Parlamento europeo sostengono la nostra posizione. La nostra posizione si basa sul diritto internazionale e sulla giustizia. Stiamo combattendo sulla nostra terra. Oggi, l’Esercito dell’Azerbaigian sta infliggendo colpi devastanti al nemico sul suolo dell’Azerbaigian. Oggi, l’Esercito dell’Azerbaigian protegge e difende l’integrità territoriale dell’Azerbaigian sul suo territorio. Cosa fa il soldato armeno nella nostra terra? Cosa sta facendo l’esercito dell’Armenia nella nostra terra? Non è segreto per nessuno che il personale dell’esercito del Nagorno Karabakh” è composto al 90% dai cittadini dell’Armenia. L’Armenia è un paese occupante, questa occupazione deve avere fine e la avrà.
Noi siamo sulla strada della giustizia. Le nostre azioni sono giuste. Otterremo la vittoria! Il Karabakh è nostro. Il Karabakh è Azerbaigian!”