K metro 0 – Ginevra – La violenza esplosa tra Armenia e Azerbaigian sulla regione separatista del Nagorno-Karabakh domenica ha provocato anche vittime tra civili. Questo è quanto afferma il Comitato Internazionale della Croce Rossa (CICR). Il governo della regione del Nagorno-Karabakh non riconosciuta dalla comunità internazionale afferma che la violenza delle forze azere ha
K metro 0 – Ginevra – La violenza esplosa tra Armenia e Azerbaigian sulla regione separatista del Nagorno-Karabakh domenica ha provocato anche vittime tra civili. Questo è quanto afferma il Comitato Internazionale della Croce Rossa (CICR). Il governo della regione del Nagorno-Karabakh non riconosciuta dalla comunità internazionale afferma che la violenza delle forze azere ha ucciso almeno 16 soldati e ne ha ferite altre centinaia.
Mentre il Ministero degli Affari esteri della Repubblica dell’Azerbaigian ha affermato che almeno cinque persone sono state uccise nei bombardamenti da parte armena. Le vittime avrebbero fatto tutte parte della stessa famiglia. Sia le autorità di Baku (Azerbaijan) che di Yerevan (Armenia) confermano che ci sono più vittime civili, senza fornire numeri concreti.
La Croce Rossa invita le parti coinvolte a proteggere la popolazione e le infrastrutture. Il CICR è indipendente e controlla il rispetto dei diritti umani nelle aree di conflitto. Il personale della Croce Rossa è presente in Nagorno-Karabakh dall’inizio del conflitto negli anni ’90.
Nel comunicato del Ministero degli Affari esteri della Repubblica dell’Azerbaigian si legge: “Il 27 settembre dell’anno corrente, a seguito del fuoco di artiglieria delle Forze Armate dell’Armenia, hanno perso la vita l’abitante del villaggio Gashalti del distretto di Naftalan, Gurbanov Elbrus – data di nascita 1951 e quattro membri della sua famiglia, Gurbanova Shafayat – data di nascita 1956, Gurbanova Fidan – data di nascita 2006, Gurbanov Shahriyar – data di nascita 2007 e Amirova Afag – data di nascita 1981.
La parte dell’Armenia, prendendo di mira in modo intenzionale la popolazione e le infrastrutture civili, viola gravemente le norme e i principi del diritto internazionale, soprattutto delle Convenzioni di Ginevra. Condanniamo fermamente questi atti feroci della parte armena ed esigiamo di porre fine al fuoco contro i civili e al tentativo conseguente di mantenere la popolazione civile nella paura. È necessario che la comunità internazionale richiami il paese occupante, che prende di mira la popolazione civile dell’Azerbaigian, a porre fine ai crimini di guerra.”
L’escalation di domenica sembra essere la più grande dal 2016, quando una sparatoria ha portato a una sanguinosa battaglia di quattro giorni. Il gruppo di Minsk, guidato da Russia, Francia e Stati Uniti, delle Nazioni Unite ha mediato nell’adesione al cessate il fuoco concordato.
L’Azerbaigian afferma di aver riconquistato domenica sette villaggi nel Nagorno-Karabakh, ha detto il ministro della Difesa Zakir Hasanov ai media azeri a Baku, mentre l’Armenia, a sua volta, afferma di aver distrutto 20 droni, tre elicotteri e 30 carri armati dall’Azerbaigian, Entrambi i Paesi hanno dichiarato lo stato di emergenza. La popolazione maschile è stata mobilitata in Armenia e anche l’Azerbaigian ha messo in allerta le sue truppe.
La Francia ha dichiarato domenica di essere “profondamente preoccupata per gli scontri in corso nel Nagorno-Karabakh”, invitando le parti a “cessare immediatamente le ostilità e riprendere il dialogo”. In una dichiarazione rilasciata dal Ministero degli Affari Esteri, Parigi, “con i suoi partner ribadisce il suo impegno a raggiungere una soluzione negoziata e duratura del conflitto” nella regione, “in conformità con il diritto internazionale”.