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Tra mille dossier aperti (immigrazione, anzitutto), partita la presidenza austriaca della UE

Tra mille dossier aperti (immigrazione, anzitutto), partita la presidenza austriaca della UE

K metro 0 – Bruxelles – Un dossier più che pieno, quello che attende la presidenza austriaca della UE, iniziata il 1° luglio. Prima grande questione, l’applicazione dei complessi accordi sulle politiche per i migranti raggiunti al Consiglio europeo di Bruxelles: sulla cui esatta interpretazione sono in corso lunghe e intense discussioni tra i governi

K metro 0 – Bruxelles – Un dossier più che pieno, quello che attende la presidenza austriaca della UE, iniziata il 1° luglio. Prima grande questione, l’applicazione dei complessi accordi sulle politiche per i migranti raggiunti al Consiglio europeo di Bruxelles: sulla cui esatta interpretazione sono in corso lunghe e intense discussioni tra i governi di Austria e Germania.

La presidenza austriaca dovrà poi affrontare, in autunno, i questioni, collegati, della riforma del Regolamento di Dublino (più volte rinviata), del rafforzamento dell’agenzia e del programma “Frontex” (indispensabile per una vera politica europea dell’immigrazione), e del potenziamento, quantomeno, dei rimpatri di migranti per ragioni umanitarie. Tutto questo presuppone, chiaramente, un adeguato aumento del bilancio UE a lungo termine, 2021- 2027: cosa che la Commissione da tempo richiede, quantificandola in quasi 35 miliardi di euro, triplicati rispetto ai fondi attuali (da destinare, anzitutto, proprio a migrazione e gestione delle frontiere UE).  Si dovrà parlare, inoltre, di Brexit (mentre l’opinione pubblica britannica, come riferivamo ultimamente su “K metro 0”, è decisamente incerta, e s’ avvicina la scadenza di fine marzo prossimo, improrogabile per l’uscita o meno del Regno Unito), e di riforma dell’Eurozona.

Altri temi di cui Vienna vuole occuparsi, infine, sono lo sviluppo della competitività sia delle imprese che delle Pubbliche amministrazioni europee (anzitutto attraverso la digitalizzazione, armonizzata con l’ evolversi della normativa europea sulla Privacy), le politiche di vicinato e l’ allargamento dell’ Unione ai 6 Paesi balcanici  (proprio il 4 luglio, a Salonicco, la “bussante ” Serbia ha incontrato i rappresentanti di Grecia, Romania e Bulgaria, per rafforzare la cooperazione regionale in energia e infrastrutture, e “sondare il terreno” della UE in vista del vertice comunitario sui Balcani di Londra del 9-10 luglio). A fine settembre, un apposito vertice informale dei Capi di Stato e di Governo della UE (non un vero e proprio Consiglio europeo) cercherà di fare il punto della situazione complessiva.

Intanto, sul tema delle ex- frontiere interne della UE è intervenuto saggiamente, con una rapida dichiarazione, il Presidente della Repubblica Mattarella, rispondendo a una domanda – sulla possibile chiusura dei confini dell’Austria con l’Italia (o anche con la Germania) come reazione all’ arrivo di migranti – in una conferenza stampa a Tallinn, durante la sua visita ufficiale in Estonia.  “Vi sono molte cose che contrassegnano l’UE e la sua storica integrazione”, ha detto Sergio Mattarella, “ma due ne esprimono appieno l’anima: Erasmus e Schengen”. E’ “poco responsabile” mettere “a rischio” la libertà di movimento degli europei : aspetto, quest’ultimo, evidenziato ultimamente dallo stesso ministro austriaco dei Trasporti, Norbert Hofer,  che , in attesa di conoscere il definitivo chiarimento d’ intenzioni della Germania, in termini puramente economici  ha definito “un disastro” un possibile ripristino delle frontiere interne ai Paesi della UE (con un costo aggiuntivo di almeno 100 euro, ad esempio, per ogni camion che, un domani, per entrare in Italia dovesse scegliere un percorso alternativo al valico del Brennero).Ciò non toglie, però, che proprio  l’ Austria, “per ragioni di sicurezza durante il periodo di presidenza dell’ Unione Europea”, dal 9 al 13 luglio e dal 17 al 21 settembre ripristinerà temporaneamente controlli al confine con l’ Italia al Brennero: anche se, precisa Vienna, si tratta di “misura programmata da tempo”, e “non in risposta alla Germania sulla problematica dei migranti”

Sul controverso asse tra i ministri dell’Interno di Germania e Italia (col collega austriaco indeciso), è intervenuto Antonio Tajani, presidente del Parlamento Europeo: che parla addirittura di isolamento del Governo italiano nella UE, stretto tra il populismo acceso della Lega Nord, del Governo austriaco e della stessa CSU tedesca di Seehofer e la “tecnocrazia di governo” di Merkel e Macron. «Sono tanti quelli che vogliono destabilizzare l’Europa”, sostiene Tajani: “il gruppo di Visegrad, la Russia, gli Usa. Hanno obiettivi diversi, ma l’Unione europea debole fa comodo a molti. L’Italia di questo gioco è una pedina consapevole, ma non protagonista». Il piano dei populisti mirerebbe anche a far cadere la cancelliera tedesca. Ma “Per l’Italia”, prosegue Tajani, “partecipare a questo patto tra sovranisti sarebbe deleterio…Non ci sarebbe nessuna redistribuzione dei richiedenti asilo e tutto il peso dell’immigrazione rimarrebbe sulle nostre spalle”. “Ora”, conclude il presidente dell’Europarlamento, che dal 16 al 18 luglio sarà in visita ufficiale in Niger, “è chiaro che” l’immigrazione ha creato alla Cancelliera tedesca Angela Merkel problemi enormi. Ha combattuto tante battaglie e ha molti nemici: è stata troppo germanica, ma ha tenuto in piedi l’Europa. Abbiamo ancora bisogno di una leader come lei… Macron, invece, adesso è il nuovo: un pragmatico liberale che ha ridato centralità alla Francia. Ma non m’è piaciuta la sua politica su Fincantieri e sui migranti respinti a Ventimiglia: non sono state scelte europeiste».

La partita, come si vede, è complessa e difficile, per tanti aspetti. Parlare a priori di confini da chiudere, comunque, ha detto ancora, a Tallinn, Sergio Mattarella, “non è razionale, ma risponde all’emotività subita o suscitata. La responsabilità politica richiede invece razionalità e governo comune del fenomeno. Una cosa possibile che abbiamo il dovere di fare”.

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