K metro 0 – Parigi – Nessun allarmismo a Parigi. Nonostante la capitale francese sia diventata ‘zona scarlatta’ per l’aumento dei casi di coronavirus, “la gente è rilassata e non c’è paura o tensione”. Lo racconta all’Adnkronos Marta Fantuz, business development manager di un’azienda di componenti automobilistiche, secondo la quale “in realtà al momento a Parigi non hanno
K metro 0 – Parigi – Nessun allarmismo a Parigi. Nonostante la capitale francese sia diventata ‘zona scarlatta’ per l’aumento dei casi di coronavirus, “la gente è rilassata e non c’è paura o tensione”. Lo racconta all’Adnkronos Marta Fantuz, business development manager di un’azienda di componenti automobilistiche, secondo la quale “in realtà al momento a Parigi non hanno messo nessuna misura restrittiva se non la mascherina obbligatoria nei luoghi al chiuso e all’aperto. Non ci sono stati provvedimenti per i mezzi di trasporto: metro e tram circolano normalmente”.
Fantuz, originaria di Gaiarine (provincia di Treviso), vive in zona Arc de Triomphe ed è a Parigi dal maggio 2017. A suo parere il provvedimento è legato al fatto che si sono registrati “tanti casi nell’Ile-de-France” e le autorità “stanno mettendo le mani avanti” con la popolazione come per dire ‘la situazione è critica, state attenti o dovremmo prendere ulteriori misure restrittive”. Ma, fa notare, “i ristoranti non sono chiusi e non è in vigore il coprifuoco come in altre città del sud”.
A Parigi, conferma, “ovviamente non si vive come prima del Covid”, ma rispetto all’Italia, dove è tornata anche quest’estate, “c’è molta meno attenzione sulle distanze e sull’uso delle mascherine. Qui capita che l’hanno abbassata sotto al mento o legata al braccio e ti rispondono anche male se lo fai notare”.
Secondo la manager italiana, a creare un clima disteso a Parigi concorrono i media che “cercano di evitare il panico e di proteggere l’economia, mettendo in evidenza gli aspetti positivi rispetto a quelli negativi”. Tuttavia alcune decisioni del governo non convincono Fantuz a partire dal fatto che si tengono ancora eventi dove il distanziamento sociale non è rispettato. Ad esempio “è stata confermata una festa storica, quella della vendemmia, che si tiene a Montmartre il 9-10 ottobre, e dove la gente è accalcata – conclude – in Italia una cosa del genere non sarebbe mai stata permessa”.
Anche secondo Daniele Vella, cameraman italiano a Parigi da sei anni, ”non c’è allarmismo, i parigini stanno tranquilli. La metropolitana molto affollata. Sì, indossano la mascherina, ma stanno ‘uno sopra l’altro”. Insomma, dice all’Adnkronos, ‘‘il problema c’è, ma è come se non ci fosse” e ”la macchina va avanti”. Certo, ”hanno cominciato a operare alcune chiusure nelle scuole, è successo alla classe di fianco a quella frequentata da mia figlia”. Ma Parigi ”un secondo confinamento è inimmaginabile, soprattutto dal punto di vista economico”. Perché ”si stanno ancora pagando le conseguenze del primo, che per qualcuno sono state enormi”.
Secondo Daniele l’emergenza coronavirus ”qui si sente molto di meno” che in Italia, dichiara, notando che questa percezione è stata ”rafforzata dall’estate trascorsa tra Roma, il Cilento e il litorale laziale. Ovunque andassimo si sentiva che era successo qualcosa di importante. Abbiamo sempre visto persone giudiziose, c’era la segnaletica ovunque, anche nel bar sulla spiaggia”. Ho notato che le ”regole venivano applicate con un certo rigore. Tanto che ti chiedi, ma siamo davvero in Italia?”.